Il tuo sito è ben fatto ma non decolla. E se fosse perché non è accessibile. L’accessibilità influenza il ranking dei siti d è qualcosa su cui occorre lavorare… e non solo per il ranking.
Gli utenti del web crescono con un ritmo a dir poco esponenziale. Le statistiche ci dicono che ci sono circa un miliardo e 300 milioni di persone che convivono con una disabilità.
I dati arrivano dalla World Health Organization (OMS). Stiamo parlando quindi del 16% della popolazione globale.
Anche solo immaginando che di questo miliardo abbondante di persone ad andare su internet sia la metà, si tratta comunque di un numero altissimo di persone che hanno necessità di trovarsi di fronte a siti web che in qualche modo possano essere utilizzati da loro senza che ci debba essere qualcuno accanto a loro.
Qui entra quindi in gioco l’accessibilità.
Quello che vediamo oggi è come rendere il tuo sito più accessibile può aiutarti anche a migliorare la SEO generale e le performance del tuo sito rispetto alla concorrenza.
Esistono diversi tool che possono aiutare a eseguire analisi approfondite di quello che potenzialmente non va, ma molte cose puoi controllarle da solo e puoi quindi migliorare il modo in cui il tuo sito si presenta a tutti gli utenti in autonomia.
Sapere come l’accessibilità influenza il ranking e seguire le buone pratiche per migliorare l’accessibilità dei tuoi contenuti ti permetterà di lavorare anche in un modo che piace di più ai motori di ricerca. Ecco come.
L’ottima notizia è che per lavorare davvero per migliorare l’accessibilità del tuo sito WordPress in realtà devi seguire alcune di quelle buone pratiche che già funzionano quando si parla in generale di SEO.
Ci sono infatti tutta una serie di regole che lavorano sulla SEO e che lavorano anche per migliorare l’accessibilità.
Sei sono i punti su cui puoi concentrarti:
I dati strutturati sono quelli che aiutano di solito i motori di ricerca a muoversi all’interno dei siti e a sapere da subito quello che ti aspetta.
In buona sostanza si tratta di un mini riassunto di quello che si trova su ogni singola pagina. Come fanno però i dati strutturati a poter essere utilizzati sia per la SEO sia per l’accessibilità?
La risposta la troviamo nella ricerca vocale.
La ricerca vocale aiuta per esempio chi ha una disabilità visiva oppure cognitiva a muoversi nel mondo di internet al proprio ritmo e a ricevere comunque le risposte di cui ha bisogno.
I dati strutturati sono poi utilissimi per quegli utenti che si avvalgono di strumenti che aiutano nella navigazione come per esempio i tool che servono a raccontare ai non vedenti ciò che c’è su una pagina.
Anche i tag, per esempio nella zona degli header, e ovunque possano essere inseriti in realtà, aiutano i motori di ricerca e di nuovo aiutano gli utenti che non possono navigare in quella che potremmo definire in maniera tradizionale a sapere quello che stanno guardando.
È importante quindi utilizzare correttamente per esempio la struttura dei tag H1, H2, H3 e così via.
Questi elementi danno una prima struttura del contenuto di ogni singola pagina e sono quindi strumenti importantissimi per navigare poi nel contenuto.
In questo caso è evidente come l’accessibilità influenza il ranking perché se un sito è costruito in maniera logica e corretta e gli header sono etichettati correttamente con i tag, l’utente non si sente né perso né respinto e fruisce poi di quello che hai da offrire, rimanendo di conseguenza più a lungo sul sito e segnalando a Google che va tutto bene.
Quando si pensa agli utenti diversamente abili la prima cosa che forse viene in mente è un utente non vedente.
E, erroneamente, si è portati a pensare che dato che questi utenti non possono vedere le immagini si può far finta che le immagini non ci siano.
In realtà se hai deciso di inserire alcune immagini sul tuo sito è perché quelle immagini per te hanno un qualche significato.
E se hanno un significato fanno a loro volta parte dell’esperienza degli utenti. Perché quindi dovresti escludere parte degli utenti dall’esperienza totale che si può avere sul tuo sito?
Con le immagini la SEO e l’accessibilità si incontrano nel momento in cui devi compilare correttamente i metadati di questi elementi.
Ci sono apposite linee guida da seguire quando si tratta di creazione corretta dei metadati per garantire buone performance e allo stesso tempo l’accessibilità dei contenuti.
Il consiglio è ovviamente quello di seguire queste linee guida.
Per esempio, utilizzare gli spazi che vengono dati quando carichi un’immagine su WordPress per raccontare correttamente il contenuto dell’immagine e come il contenuto si lega a quello che è ciò che stai raccontando sul tuo sito web.
Quando si parla di anchor text si parla di quel brandello di testo che viene utilizzato per inserire un link ad un altro contenuto.
Noi lo facciamo sempre, anche perché nessuno dei nostri contenuti è scritto nel vuoto pneumatico e c’è sempre qualche informazione in più, un approfondimento da leggere, una nuova notizia da aggiungere e per farlo si utilizzano i link interni.
L’utilizzo corretto degli anchor text permette immediatamente ai motori di ricerca di sapere quello che succede e il contenuto su cui si finisce nel momento in cui si clicca.
Questo serve per esempio a costruire anche quelle reti di rimandi interni con cui puoi segnalare a Google quali sono i contenuti più importanti all’interno del tuo sito.
Ma scrivere anchor text chiari e coerenti non serve soltanto per far sì che il motore di ricerca ti capisca, aiuta ovviamente anche gli utenti con disabilità a sapere esattamente su che cosa stanno per cliccare.
In particolare gli screen reader segnalano quando è presente un anchor text e se anziché utilizzare frasi del tipo “clicca qui” sei più descrittivo è chiaro che l’utente potrebbe sentirsi più invogliato a scoprire cosa hai da dire in più.
Anche questo quindi diventa allo stesso tempo un fattore di accessibilità che migliora il ranking perché l’utente continua a navigare senza troppi intoppi.
Tra gli elementi forse più complessi da gestire da parte degli utenti con disabilità ci sono gli elementi interattivi, quelli che non sono semplicemente righe di testo da leggere.
Con audio e video, però, si può ovviamente effettuare un lavoro di accessibilità che va a sovrapporsi anche ad alcune delle best practices quando si parla di SEO. Con quei contenuti che non possono essere fruiti direttamente occorre lavorare come con le immagini.
Se per esempio hai un podcast, un ottimo modo per lavorare su accessibilità e SEO allo stesso tempo è offrire la trascrizione dell’audio.
Così facendo, tra le altre cose, creerai un contenuto testuale che può essere facilmente una piccola miniera di parole chiave per i motori di ricerca e aumentare ulteriormente i benefici sul ranking.
Allo stesso modo per i video, oltre ad utilizzare correttamente gli eventuali metadati, è chiaro che puoi costruire la trascrizione con alcune note su ciò che viene mostrato.
Lavorare sull’accessibilità è importante, come abbiamo visto, per tutta una serie di motivi che vanno al di là della SEO anche se chiaramente se un sito accoglie in maniera corretta un numero più elevato di utenti le sue performance ne risentono positivamente.
Non sai mai, anche se puoi aver creato il tuo target audience ideale, chi realmente troverà beneficio dal leggere, ascoltare e guardare i tuoi contenuti. Quindi occorre essere il più possibile aperti a tutte le variabili.
Ma, un po’ come succede con la SEO, lavorare sull’accessibilità può essere complicato se non si ha un feedback. Esistono a tal proposito alcuni tool online che ti aiutano a valutare quello che stai facendo.
Tra i più utili c’è WAVE. Su WAVE puoi inserire il link a un sito web e ottenere un’analisi riguardo l’accessibilità dei contenuti e del sito. Esiste sotto forma di estensione per i principali browser oppure puoi utilizzare il sito web ufficiale.
Un altro strumento utile da provare si chiama Google Lighthouse. Si trova come estensione per Chrome e ti aiuta a scoprire tutto ciò che c’è che non va all’interno del sito che stai visitando.
Vengono forniti i punteggi che riguardano per esempio non solo l’accessibilità ma anche le performance, la SEO e le best practices in generale.
Per ciascuna area viene dato un punteggio accompagnato anche da un colore che aiuta a comprendere se ti trovi e quanto sulla strada giusta.
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