Avere contenuti che hanno buone performance è importante quando si costruisce una presenza online e una delle metriche che si usano in tutti i programmi che valutano la SEO c’è anche il valore di leggibilità, espresso con il Flesch Reading index.
Ma quando davvero conta nel posizionamento la leggibilità? E come vanno letti i numeri e i punteggi che il plugin che stai utilizzando per analizzare ciò che scrivi? Una domanda che è bene porsi per poter sfruttare davvero al meglio tutti i tool che hai a disposizione.
Interessante, a tal proposito, risulta uno studio di Ahrefs che si concentra proprio sul Flesch Reading e su come va messo in prospettiva. Ma oltre a vedere come usare questo valore per comprendere se stai scrivendo nel modo migliore possibile vediamo anche cosa è davvero questo indice e capiamo perché un brutto punteggio non è sempre un male come un buon punteggio non è sempre un bene.
L’indice di leggibilità o Flesch Reading index non è altro che un valore che viene attribuito a ciò che scrivi in base al modo in cui scrivi. Più il valore è basso più il tuo scrivere è complesso (non sbagliato), più il valore è alto più scrivi in modo semplice e di facile comprensione anche per persone con una istruzione inferiore o minima.
Il che potrebbe quindi portarci a pensare che tutto su internet dovrebbe essere scritto nel modo più semplice possibile. Ed è per questo che tanti cercano di totalizzare il punteggio più basso (o la luce verde a seconda di quale plugin utilizzi per valutarti). Ma è davvero questo il modo di scrivere per tutti? Lo studio condotto da Ahrefs mette per prima cosa in luce come argomenti diversi abbiano di media punteggi Flesch Reading diversi.
I tre topic presi in esame sono: cibo, marketing e ingegneria. Prendendo in esame queste tre nicchie è saltato fuori che per il settore cibo la media è un abbondante 69.7, che indica una facilità di lettura. Il settore marketing sembra riuscire a fare ancora meglio con una media di 60.22 mentre chi scrive di ingegneria è in grado di arrivare solo fino a 49.6. Cosa traiamo da questi numeri? Una prima considerazione è che è chiaro come scrivere di ingegneria e di marketing e di cibo non sia la stessa cosa. Quindi, argomenti diversi hanno per loro stessa natura gradi di leggibilità di partenza diversi. E, per questo, hanno, generalmente, target audience diversi.
Persone diverse parlano di argomenti diversi a pubblici diversi. Devi quindi per forza cercare in ogni cosa che scrivi di ottimizzare il testo in modo che il punteggio di leggibilità sia il più alto possibile in assoluto? La risposta è in realtà: dipende. E l’esempio di quando questo dipenda viene in realtà dal testo stesso del contenuto pubblicato da Ahrefs in cui viene spiegato il punteggio Flesch Reading.
Un argomento specifico con una keyword che non ha un grandissimo volume di traffico. Perchè è un argomento specifico. Qui sta la chiave di lettura del tutto: a chi ti rivolgi quando scrivi?
Se il tuo blog parla di ingegneria e ti rivolgi ad altri ingegneri che hanno le tue stesse conoscenze di base non hai bisogno di un livello altissimo di leggibilità e probabilmente non lo raggiungeresti comunque: l’uso di parole tecniche e di costruzioni verbali complesse abbassa il punteggio ma non rende inutile ciò che scrivi. Lo rende settoriale.
Diverso il discorso se per esempio vuoi fare divulgazione: vuoi che anche un ragazzo delle scuole medie comprenda ciò che scrivi per farlo appassionare all’argomento? Sarà chiaro che avrai qualche parola più lunga e complessa ma anche che queste parole lunghe e complesse saranno accompagnate da spiegazioni con parole più semplici (e che abbasseranno il punteggio).
Per utilizzare davvero il Flesch Reading come bussola, come per gli altri aspetti che riguardano la SEO, devi per prima cosa sapere cosa fai e dove vai. Solo dopo aver chiarito qual è il tuo pubblico di riferimento potrai capire, tramite la leggibilità, se ti stai muovendo bene o no. Come altri tool e altri pallini o warning, anche l’indice di leggibilità si basa su una media generale e molto spesso fin troppo generica, che va poi adattata alla circostanza specifica.
Chiarito cosa fa la leggibilità e come utilizzarla, la risposta alla domanda se influenza in qualche modo la SEO direttamente è: no. Ma non è comunque un valore che va scartato del tutto.
In base al ragionamento che abbiamo portato avanti fin qui, dare al tuo pubblico contenuti che sono sia nella forma sia nella sostanza allineati con quella che è la loro (potenziale) preparazione e capacità di comprensione ti aiuta a essere letto e apprezzato da quel pubblico. Non è un indice che ti dice quanto in alto o in basso sarai nella SERP, ti dice se il tuo pubblico ti comprenderà come dovrebbe.
Se il pubblico ti comprende e ti legge e segnala così all’algoritmo che sei una fonte affidabile, i tuoi contenuti saliranno e ti troverai a salire nei risultati. Non cadere però nella trappola di costringere i lettori a seguirti per forza nelle tue capriole: un testo reso ostico per aumentare artificialmente il tempo di permanenza su un contenuto ha il più delle volte l’effetto contrario di far chiudere tutto molto velocemente, penalizzando contenuto e sito.
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