In Europa ci sono ancora problemi con l’intelligenza artificiale: questa volta l’UE non vuole il riconoscimento facciale. Da questa scelta nasce un problema per l’Italia.
L’intelligenza artificiale (AI) sta pian piano rivoluzionando l’intera società mondiale, soprattutto perché si sta diffondendo in ogni settore. Purtroppo, nonostante sia una tecnologia quasi da fantascienza e con un potenziale enorme, genera anche molti problemi: dai posti di lavoro che potrebbero diminuire alla diffusione di fake news, oltre ai soliti problemi etici. Oggi, persino i creatori di questa disciplina hanno dichiarato di essere sorpresi dalla velocità con la quale sta viaggiando, per raggiungere e superare l’intelligenza umana.
Visto che la AI prende le informazioni dal web, per creare qualsiasi cosa o per rispondere a domande, sta aumentando il rischio che possano essere carpite anche informazioni personali, aggirando così le regole sulla privacy. Per questo motivo i vari governi europei e mondiali stanno prendendo delle decisioni importanti.
La bozza di legge AI Act ha come obiettivo principale l’introduzione di divieti molto più stringenti, per quanto riguarda la ricerca di immagini e volti su internet. La AI Act è addirittura la prima bozza di legge a livello mondiale, che mette delle regole ferree all’intelligenza artificiale.
Pertanto, nel nuovo regolamento c’è scritto anche che è vietato utilizzare il riconoscimento facciale nei luoghi pubblici. La nuova regolamentazione ha superato i primi ostacoli europarlamentari e, prossimamente, dopo un’altra approvazione diventerà a tutti gli effetti una legge dell’Unione Europea.
Questo provvedimento, durante il percorso, ha subito varie modifiche. Infatti, inizialmente il riconoscimento facciale invasivo sarebbe stato permesso solo per contrastare il crimine. Oggi, dopo le modifiche apportate al testo, il dispositivo che riconosce i volti potrà essere utilizzato solo per contrastare alcuni crimini e con un’autorizzazione della magistratura. Per la precisione, il riconoscimento facciale sarà garantito solo per i reati gravi già commessi. Inoltre, sarà sempre vietato il riconoscimento biomedico in tempo reale.
Per quanto riguarda l’Italia, alcuni politici vorrebbero che il governo italiano si ispirasse alla bozza di legge europea AI Act, per creare una nuova legge italiana che freni le famose intercettazioni telefoniche. In modo particolare, vorrebbero che il governo mettesse delle regole ben precise, come ad esempio autorizzare le intercettazioni solo per alcuni reati. Le nuove disposizioni europee, invece, sembrano piacere a tutti, poiché si difende il diritto alla privacy, si limita una tecnologia che ha il potenziale di rivoluzionare la società e di diffondere dati e immagini personali e, soprattutto, lascia una porta aperta sull’utilizzo per contrastare i reati gravi.
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