Il rapporto di OpenAI e della creatura ChatGPT con l’Unione Europea potrebbe trasformarsi in qualcosa di molto più complicato di quello che già non è stato nel passato recente.
La discussione riguardo il futuro del mondo, di quello del lavoro ma non solo, ora che le intelligenze artificiali hanno fatto ufficialmente il loro ingresso in qualità di strumenti da utilizzare anche nel quotidiano in maniera manifesta non si è ancora placata. E probabilmente non si placherà per diversi mesi se non per anni.
Fino a quando non avremo dietro le spalle una quantità sufficiente di ore passate con queste nuove realtà. Soprattutto perché resta davvero tutto da capire come le intelligenze artificiali generative impatteranno su una vasta gamma di lavori e professioni che adesso si sentono minacciate.
Intanto c’è chi cerca di trovare i termini legislativi più adatti per evitare che i prodotti come ChatGPT o le altre intelligenze artificiali possano provocare danni agli utenti finali. Ma questo cercare in maniera spasmodica da parte degli organi legislativi un sistema per imbrigliare i prodotti delle società come OpenAI ha innescato una reazione stizzita proprio da parte del CEO della società.
Il CEO di OpenAI, Sam Altman, ha avuto un periodo piuttosto pieno di incontri. Durante uno di questi incontri, avvenuto presso una università di Londra, Altman sì è lasciato scappare una frase che è stata interpretata come la volontà di abbandonare eventualmente l’Europa e non fornire più i servizi di ChatGPT se la legislazione che gli organi europei metteranno in campo sarà troppo restrittiva o rischierà di ledere il benessere della società stessa.
Adesso, attraverso Twitter, arriva invece sempre da parte di Altman una sorta di spiegazione con cui il CEO di OpenAI ha provato a riscrivere la percezione del suo messaggio. “Settimana molto produttiva di conversazioni in Europa su come regolare al meglio le IA!” così esordisce il CEO di OpenAI che poi prosegue scrivendo “siamo entusiasti all’idea di continuare ad operare qui e ovviamente non abbiamo nessuna intenzione di andar via“.
Il messaggio via social si è in parte reso necessario proprio perché invece le dichiarazioni precedenti fornite dal CEO di OpenAI, riguardo la possibilità di staccare la spina a ChatGPT in Europa se la normativa che l’Unione Europea proporrà sarà troppo stringente e non terrà conto del business, avevano stizzito diversi rappresentanti delle istituzioni europee. Una reazione che non si è fatta attendere è stata per esempio quella del commissario Thierry Breton che ai colleghi di Reuters ha detto chiaramente: “siamo chiari, le nostre regole esistono per la sicurezza e il benessere dei cittadini e su questo non si può mercanteggiare“.
Per ora, non c’è quindi effettivamente pericolo di perdere l’accesso a ChatGPT in Europa e anzi Altman, nonostante abbia mostrato insofferenza nei confronti delle prospettate regolamentazioni in Europa, si è detto aperto e favorevole al fatto che ci siano delle leggi e si è detto molto preoccupato di cosa potrebbe succedere con un modello come ChatGPT in mano a chi volesse influenzare per esempio le prossime elezioni americane.
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