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Cosa succede se usi noindex e canonical sulla stessa pagina?

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Valeria Poropat

Guidare l’utente tra le pagine che compongono il tuo sito WordPress è solo metà del lavoro. L’altra metà consiste nel guidare correttamente i bot che eseguono il crawling.

Per guidare i bot si utilizzano i tag a livello di pagine e di sito web. Due dei tag più utilizzati sono noindex e canonical. Diverso tempo fa era emerso una questione che li riguardava da vicino e a cui aveva provato a rispondere John Mueller.

La questione si è riproposta molto di recente e riguarda proprio la convivenza di questi due tag nelle stesse pagine. Nella prima risposta, data diversi anni fa, mister Google era rimasto piuttosto sul vago.

In occasione della domanda che gli invece è stata rivolta attraverso reddit ha preso una posizione un po’ più precisa, che ci permette di costruirci strumenti ulteriori per decidere quando utilizzare il tag noindex e quando utilizzare il tag canonical.

noindex e canonical, due tag per uno stesso contenuto?

Qualche giorno fa un utente del subforum reddit dedicato alla seo ha chiesto direttamente a John Mueller se quello che aveva detto pubblicamente nel video risalente al 2021 riguardo l’utilizzo dei tag noindex e canonical insieme era ancora valido.

In quella occasione Mueller aveva utilizzato la parola “forse“: aveva chiarito che se sono presenti entrambi i tag, il noindex per dire ai bot che il contenuto non va indicizzato e il canonical per instradarli altrove, poteva aiutare Google a capire meglio dove indirizzare poi le ricerche degli utenti. Tante volte in effetti non ci sono risposte bianche o nere e ci si muove in una zona grigia.

Lo stesso tag noindex alcune volte viene beatamente ignorato. Il tag serve ad evitare che alcune pagine che compongono comunque l’ecosistema di un sito WordPress finiscano nei risultati perché non sono nei fatti rilevanti ma magari sono pagine di servizio.

Un’altra situazione in cui a volte si cerca di utilizzare il tag noindex è quello con i contenuti duplicati. In questo caso però, invece, sarebbe meglio utilizzare il tag canonical indicando per tutti gli eventuali duplicati qual è il link alla risorsa canonicalizzata.

Se per esempio hai creato un sito multilingua anche per le varianti regionali o locali delle lingue che supporti ti potresti trovare ad avere pagine che sono pressoché identiche e che quindi possono essere interpretate come duplicati. Scegliendo la canonicalizzazione aiuti a far sì che Google scelga quella che è più rappresentativa degli eventuali altri contenuti simili.

Vale la pena utilizzare entrambi i tag nello stesso contenuto dunque?

La risposta che ora dà Mueller è più chiara anche se mister Google utilizza comunque il condizionale scrivendo “io ne prenderei solo uno”, scegliendo quindi tra tag noindex e tag canonical. Questo perché, proprio la presenza del tag noindex potrebbe impedire che Google esamini correttamente il resto dei tag eventualmente inseriti e perda così l’indicazione riguardo quello che è il contenuto canonicalizzato.

Va prestata poi assoluta attenzione se, inavvertitamente o perché cambi idea, una URL segnalata come no index finisce per essere la URL del tag canonical di un altro contenuto.

Come usare quindi questi tag e cosa non fare?

Seguendo il consiglio di Mueller immaginiamo la situazione in cui i contenuti non ricevano entrambi i tag contemporaneamente. Esaminiamo per questo quello che possono fare per la SEO del tuo sito WordPress se presi singolarmente.

noindex o canonical? Segui la logica e controlla le performance – sos-wp.it

Con i tag noindex, lo abbiamo accennato prima, si avvisa Google e i suoi bot che non c’è bisogno che esaminino il contenuto della URL. Tieni presente che nel momento in cui una pagina non viene più indicizzata da Google alla fine quel contenuto può trasformarsi anche in un nofollow.

Abbiamo poi già parlato dei contenuti duplicati: in caso di contenuti duplicati è effettivamente meglio utilizzare il tag canonical che non il tag noindex. Un altro dettaglio è che, nel momento in cui decidi che un contenuto che già era presente deve invece diventare noindex, ci vorrà del tempo prima che effettivamente scompaia dai risultati di ricerca.

Questo perché l’indicazione data dai tag viene catturata dai bot solo proprio nel momento in cui eseguono una nuova analisi del contenuto. Da ultimo, controlla se nel file robots.txt le pagine che hai indicato con il tag noindex non siano già segnalate con disallow, perché questo non impedisce che la pagina finisca nei risultati delle ricerche.

Vediamo ora il tag canonical. Utilizzare il tag canonical su un contenuto dice a Google che il contenuto che si trova alla pagina indicata dopo il tag è quella più importante e quella su cui va concentrata l’attenzione. Un modo per usare correttamente il tag canonical è per esempio nel momento in cui hai una versione mobile e una versione desktop del tuo stesso sito.

Scegliendo di volta in volta quale è la versione canonica delle URL guidi meglio i bot. Tieni però presente che, come tante volte succede e in particolare come succede con i tag, le indicazioni che si danno ai bot, anche il canonical, potrebbero venire ignorate. Non si tratta infatti di una regola che i bot sono obbligati a restituire al motore di ricerca quanto di un consiglio.

Il motore di ricerca infatti si riserva il diritto di mostrare ad un utente, in base alla ricerca che questo ha effettuato, una pagina diversa rispetto a quella che tu vorresti. Potrebbe di nuovo essere quello che succede con le versioni mobile desktop.

Se indichi come canonicalizzata la pagina del sito desktop ma un utente fa una ricerca da mobile, è chiaro che a questo utente verrà mostrata la versione mobile del sito e della pagina. Se vuoi saperne di più di questo tag abbiamo una guida apposita.

Per quello che riguarda le best practice qui ci limiteremo a ricordare che non vanno inseriti elementi canonical nei file robots.txt e che, lo ricorda anche la sezione apposita del sito dedicato ai developer da Google, non vanno mai specificate URL diverse per uno stesso contenuto attraverso diverse tecniche.

Valeria Poropat

Laureata in traduzione, Valeria adora da sempre la tecnologia in ogni sua forma e in particolare ai modi in cui la tecnologia può aiutare ad avvicinare le persone e stimolare la curiosità.

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