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I dati Exif delle immagini influenzano il posizionamento su Google?

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Valeria Poropat

La ricerca di qualunque cosa possa aiutare a migliorare il ranking di un contenuto viene analizzato e passato al microscopio più e più volte.

In alcune circostanze si tratta di verità che possono essere facilmente verificabili. In altre situazioni si tratta invece di bufale che girano senza che ci sia mai stata la prova provata della loro efficacia.

E tra questi due estremi ci sono poi tutte quelle idee che non fanno altro che essere ritenute valide solo per poi venire smontate rapidamente, risorgere dalle ceneri e poi scomparire un’altra volta. Uno dei concetti che è stato più volte oggetto di riflessioni all’apparenza discordanti è l’utilizzo dei dati Exif per influenzare in qualche modo il posizionamento di un contenuto, attraverso il posizionamento delle immagini al suo interno.

La diatriba è cominciata nel 2014 e si è chiarita forse solo molto di recente. A rispondere in una maniera che potremmo definire assoluta Martin Splitt durante un evento che si è tenuto a Londra proprio in questo periodo.

La verità, vi prego, sui dati Exif

Come accennavamo, tutto quello che può aiutare il ranking va conosciuto e applicato nel migliore dei modi possibili. Per esempio scrivere contenuti che non guardino solo alle parole chiave e che abbiano un rapporto diretto con quello che gli utenti ricercano.

Abbiamo poi altre volte parlato dell’importanza delle immagini come elemento per comunicare il proprio brand e avere così un rapporto autentico con il proprio pubblico. Per quello che riguarda le immagini, all’interno del tuo sito WordPress devi per esempio prestare molta attenzione alla compilazione dei campi che si trovano nella schermata di caricamento del contenuto.

Devi aggiungere una didascalia, un testo alternativo e una descrizione. Cosa vada messo in questi spazi è per alcuni oggetto di dibattito. Ma in qualche modo vanno riempiti. Oltre a questi dati su cui si agisce all’interno di WordPress ce ne sono però altri che, in alcuni occasioni ma non sempre, le immagini si portano dietro. Sono i metadati inseriti all’interno del cosiddetto file Exif.

Alcuni programmi producono i dati di Exif relativamente al software utilizzato per creare o modificare l’immagine e agli strumenti che sono stati coinvolti. I dati Exif si ritrovano molto spesso nelle foto e contengono i dati specifici relativi alla marca e al modello della macchinetta fotografica e dell’obiettivo che sono stati utilizzati.

Ma tra i dati Exif ci sono per esempio anche la dimensione del file, la sua larghezza e la sua altezza in quantità di pixel, il nome dato al file, il processo di encoding e la risoluzione. Tutta una serie di dati estremamente tecnici.

Dati che con alcuni programmi tra i più diffusi per il fotoritocco e l’editing possono essere modificati, aggiungendo le informazioni nei campi che potrebbero essere vuoti. Ma questo lavoro sulle immagini ha una qualche ripercussione su quello che poi l’algoritmo pensa dell’immagine?

Tradotto in termini più semplici: è opportuno perdere tempo a compilare e a controllare i dati Exif delle immagini che pubblichi o forse basta solo avere una buona strategia per i campi che invece offre WordPress?

La risposta data da Martin Splitt finalmente mette un punto fermo alla faccenda: i dati Exif non vengono utilizzati per il ranking.

Saltano così molte teorie di quelli che invece erano convinti che Google effettivamente utilizzasse anche queste informazioni per decidere quali immagini mostrare agli utenti e in che posizione. Dunque tutto questo smentisce anche quello che nel 2014 Matt Cutts aveva risposto in un video sul canale Google search central?

In realtà no.

Perché anche in quella occasione Cutts aveva semplicemente detto che Google, per come era strutturato all’epoca della risposta, si riserve il diritto di utilizzare, se serviva, anche quello che c’era tra i dati Exif di un’immagine per aiutare le persone a trovare informazioni.

Ma l’esempio che faceva Cutts era estremamente circostanziato alle foto e a un tipo specifico di ricerca che qualcuno avrebbe potuto fare per sapere come un determinato modello di fotocamera scatta rispetto a un altro determinato modello di quella stessa marca.

Aggiungere retroattivamente dati Exif alle immagini che hai sul tuo sito web non serviva dieci anni fa e non serve adesso, quindi. Quello che può aiutare nel ranking è invece avere dei contenuti visivi che aiutano a scoprire quello che è il valore del tuo brand.

Di nuovo, più che preoccuparti dei dati Exif, sarebbe invece il caso di compilare correttamente e sempre con attenzione quelli che sono invece i campi offerti dal pannello di WordPress.

Valeria Poropat

Laureata in traduzione, Valeria adora da sempre la tecnologia in ogni sua forma e in particolare ai modi in cui la tecnologia può aiutare ad avvicinare le persone e stimolare la curiosità.

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