A quanto pare sembra essersi risolta la questione della sicurezza dei dati personali degli utenti nell’Unione Europea quando si interagisce con Google Analytics. Che cosa rappresenta nei fatti il nuovo accordo tra Unione Europea e Stati Uniti?
Google Analytics è uno dei sistemi più diffusi per quello che riguarda l’analisi delle performance di un sito web. Ma le analisi condotte attraverso Google Analytics hanno da sempre sfruttato la raccolta dei dati personali e il trasferimento di questi dati negli Stati Uniti. Una questione su cui i vari garanti della privacy europei, compreso quello italiano, e molte organizzazione per la protezione e la salvaguardia dei diritti e dei dati si sono da tempo espressi.
A titolo di esempio vale la pena ricordare come siano state inviate oltre 100 denunce da parte del gruppo Noyb proprio a causa del fatto che, nonostante fosse in essere un divieto, il trasferimento dei dati negli Stati Uniti è continuato. Il motivo delle lamentele inviate alla Corte Europea e delle rimostranze degli organi di controllo è sostanzialmente il fatto che le società americane sono sottoposte a una serie di regole che obbligano a rendere disponibili anche i dati delle persone che si trovano all’interno dell’Unione Europea al governo americano in caso di richiesta.
La questione si è protratta fino all’inizio del mese di luglio quando, per esempio, l’equivalente del garante della privacy della Svezia ha comminato una multa da un milione di euro contro una serie di società che continuavano ad utilizzare i servizi di Google Analytics. Ma a quanto pare è stato trovato un accordo che rende non più illegale l’uso di Google Analytics.
La Commissione Europea si è finalmente espressa riguardo il caso di Google Analytics e soprattutto sull’utilizzo che le società che hanno sede nell’Unione Europea possono fare degli strumenti forniti da Google. L’accordo sembra risolvere tutta una serie di questioni creando un framework di regole che dovrebbero proteggere i dati degli utenti europei dalle eventuali pretese degli organi governativi americani.
L’accordo che ha un suo nome, E.U.-U.S. Data Privacy Framework, soddisfa a quanto pare le richieste dei vari organi di controllo della protezione dei dati personali e nei fatti mette i cittadini europei nelle condizioni di obiettare nel caso in cui emerga che i loro dati personali sono stati raccolti dalle agenzie governative americane senza una reale necessità. Si tratta nei fatti di costruire dei paletti oltre i quali i vari organi interni agli Stati Uniti non possono muoversi e soprattutto come i cittadini europei possono difendersi da quelle che ritengono ingerenze.
Ma è davvero la soluzione? Alcuni attivisti della privacy, tra cui il Max Schrems, non sono convinti che basti. Secondo l’attivista austriaco, infatti, c’è bisogno di un cambiamento radicale delle leggi americane, una cosa che difficilmente si otterrà. Ma nel frattempo, il fatto che esista un accordo permette un utilizzo di Google Analytics che rimette il servizio in carreggiata. Ricorda comunque che non esiste solo Google Analytics e che puoi utilizzare altri servizi di analisi del traffico sul tuo sito offerti da società che hanno sede all’interno dell’Unione Europea e che quindi, nei fatti, seguono già tutte le regole di protezione dei dati personali all’interno dell’Unione.
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