L’annuncio è arrivato anche stavolta attraverso il blog ufficiale Google Search Central ed è stato fatto riverberare sui social: arrivato novembre è arrivato anche un nuovo core update.
Ma, verrebbe da chiedersi, non ci siamo ritrovati qui non troppo tempo fa a parlare di un altro aggiornamento importante ai sistemi con cui Google valuta i contenuti online e li offre agli utenti? In effetti, come una anomalia che andrà valutata nel tempo, Google ha rilasciato il secondo aggiornamento core dopo quello già distribuito nello scorso mese di ottobre.
Non è una novità che ci siano dei core update periodici ma è strano che siano talmente tanto importanti da guadagnarsi spazio nel blog ufficiale Google Search Central. Perché di solito tanti degli aggiustamenti passano sotto banco, perché si tratta di modifiche meno impattanti. Mentre stavolta, a quanto pare, nonostante quello che è scritto a chiare lettere sul post, sembra essere arrivato il momento di un altro aggiornamento sostanzioso. E sui social, in particolare su quello che una volta chiamavamo Twitter, la frustrazione galoppa.
Come spiegato bene nello stesso blog da cui arriva l’annuncio riguardo questo nuovo update occorre innanzitutto stabilire una differenza tra i vari aggiornamenti che Google butta fuori. Perché a quanto pare ogni aggiornamento si occupa di uno o di alcuni aspetti specifici di quello che va a comporre il famoso, in alcuni casi famigerato, sistema di ranking con cui la grande G valuta ciò che c’è online e lo ripropone agli utenti sotto forma di risultato.
Come a prevenire alcune domande, proprio in apertura del post si legge: “perché un altro così presto dopo il core update di ottobre 2023?“. Una domanda che tutti si stanno ovviamente facendo, soprattutto quelli che stanno ancora cercando di capire che cosa è successo ai loro siti dal mese di ottobre. La risposta, abbastanza serafica, che si legge subito dopo questa domanda è la seguente: “abbiamo sistemi diversi che sono considerati centrali al nostro processo di ranking; il core update di questo mese coinvolge un miglioramento a un sistema diverso rispetto al mese scorso“. Ed è facile vedere la differenza.
L’update che è arrivato lo scorso mese di ottobre e la cui distribuzione è terminata più o meno alla metà del mese riguardava sostanzialmente lo spam, o meglio ciò che Google ritiene spam. Lo scopo principale è stato quello, numeri alla mano, di abbassare i livelli diventati insostenibili di volatilità. Stavolta a quanto pare l’aggiornamento riguarda qualcosa di diverso rispetto allo spam. Il che significa sostanzialmente una cosa: se sei rimasto a galla con prestazioni dignitose del tuo sito WordPress dopo l’aggiornamento di ottobre mentre adesso noti che le performance stanno calando, potrebbero esserci alcuni problemi che ancora non vedi. Problemi che riguardano i contenuti o altre caratteristiche specifiche della tua presenza online.
Come sempre Google non ci permette in alcun modo di andare a guardare quali sono le reali metriche su cui gli aggiornamenti vanno a lavorare e anche stavolta l’unica cosa che si può fare è guardare le linee guida generali rispetto a cosa fare nel momento in cui viene rilasciato un aggiornamento. Quello che viene ripetuto è che occorre innanzitutto offrire il miglior contenuto possibile agli utenti, in maniera tale da risultare utile e quindi essere in qualche modo premiati dall’algoritmo.
Ma seguendo la linea di pensiero che viene da una serie di commenti di quelli che su Twitter stanno dando voce alla propria frustrazione, la motivazione di questo secondo aggiornamento così ravvicinato rispetto a quello di ottobre (che a sua volta era stato piuttosto ravvicinato perché si era verificato prima della fine del rollout dell’aggiornamento di agosto) potrebbe venire non dalla necessità interna di Google di riaggiustare un po’ il tiro ma dal bisogno di affrontare quella che è la nuova grande rivoluzione che si sta diffondendo online: l’intelligenza artificiale e i contenuti costruiti a partire proprio dall’aiuto dei sistemi come chatGPT.
In più occasioni Google ha ribadito che non fa distinzione tra contenuti generati da esseri umani e contenuti generati dall’intelligenza artificiale ma che basa le proprie valutazioni solo e soltanto su quanto i contenuti possono essere “generalmente utili“. Eppure proprio sotto il messaggio sul profilo ufficiale Twitter Google Search Central c’è chi si lamenta del fatto che contenuti copiati di sana pianta e infiocchettati con l’intelligenza artificiale facciano numeri maggiori di contenuti scritti con cura da esseri umani.
Ogni volta che viene rilasciato un aggiornamento importante da parte di Google c’è sempre una dose di incertezza. Incertezza che viene dal fatto che per quanto tu possa concentrarti sui tuoi utenti, offrire loro contenuti che sono rispondenti esattamente ai loro bisogni, scritti in maniera chiara e senza sotterfugi, succede sempre qualcosa. Su cosa puoi aspettarti dopo questo aggiornamento a sorpresa può essere illuminante la lettura di un altro post che si trova all’interno di Google Search Central. Si tratta ancora del post “Aggiornamenti principali della ricerca Google e il tuo sito web“.
Oltre a spiegare come funzionano gli aggiornamenti, il post ribadisce il fatto che occorre valutare i propri contenuti, cercando di andare a vedere se il calo di prestazione ha riguardato alcuni contenuti specifici che magari soffrono di qualche magagna. L’ultimo paragrafo riguarda il tempo che potrebbe passare dal rilascio di un aggiornamento al recupero delle prestazioni precedenti l’aggiornamento. La buona notizia è che le prestazioni possono effettivamente tornare a crescere la cattiva notizia è che “potrebbero non essere recuperate fino al rilascio del successivo aggiornamento principale generale“.
Questo significa in buona sostanza che se ti sei reso conto che ci sono alcuni contenuti, speriamo non tutto il sito, che hanno subito il contraccolpo dell’update di ottobre adesso potrebbero tornare a crescere ma che potresti vedere altri cali di prestazioni con altri contenuti che sono, ammesso che tu riesca a comprendere che cosa li ha influenzati negativamente, destinati a risalire in classifica solo a partire dal prossimo aggiornamento.
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