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Inizia ufficialmente l’era dell’indicizzazione mobile-first, l’annuncio di Google

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Valeria Poropat

Il robottino che sorride e che è uno dei compagni fissi degli annunci di Google è tornato in un post che riguarda l’indicizzazione e in particolare quella famosa indicizzazione mobile-first che è un percorso intrapreso da Google diversi anni fa.

Un percorso iniziato nel 2015, nel momento in cui è risultato evidente come le abitudini di chi cercava cose su internet stavano cambiando e si stavano spostando in maniera sempre più evidente e pesante proprio su mobile.

Mobile-first, l’indicizzazione è cambiata – sos-wp.it

L’annuncio che quindi è arrivato da Google non è qualcosa di particolarmente sconvolgente ma la certificazione che questo lungo percorso, iniziato oltre sei anni e mezzo fa, si è ora concluso e siamo tutti entrati ufficialmente nell’era della ricerca che guarda al mobile per quello che riguarda l’indicizzazione dei contenuti. E il fatto che si tratti di un percorso iniziato da tempo e che si è concluso ora non dovrebbe portare cambiamenti importanti alla tua metrica.

Ma vale la pena andare a guardare quelle che sono anche le best practice consigliate dalla stessa grande G proprio per avere un sito web pronto per il mobile e ottimizzato, in modo tale da poter essere valutato positivamente in ogni suo aspetto dai bot inviati in ogni angolo di Internet da Google.

Le tappe della rivoluzione e la nuova indicizzazione mobile-first

In apertura del post pubblicato qualche giorno fa su Google Search Central quello che risulta subito evidente è che anche Google, nella persona di John Mueller e Nir Kalush che sono le due firme del post, riconosce che il percorso per arrivare ad avere effettivamente a livello globale una indicizzazione pensata prima sulla versione mobile di un sito e poi eventualmente sulla versione desktop è stato un percorso piuttosto lungo.

Annuncio di Google: completata l’indicizzazione mobile-first – sos-wp.it

Il primo annuncio risale infatti al 2015, anno in cui arrivò anche un primo grande aggiornamento alla valutazione generale dei siti che iniziava a spostare i pesi verso l’esperienza mobile degli utenti. Un altro passaggio importante è stato poi quello del 2016, anno in cui effettivamente è iniziata la scansione e l’indicizzazione con un occhio di riguardo al mobile. E adesso l’indicizzazione di nuova concezione è una realtà per tutti. Nello stesso post, nella sezione Fasi Successive, viene chiarito che esiste ancora un numero molto limitato di siti che non funzionano a dovere sui dispositivi mobili e viene chiarito anche che per questi siti verranno utilizzati ancora per un po’ i crawler Googlebot nella versione desktop legacy, anche se l’idea è ovviamente quella di “ridurre il più possibile” nel tempo la scansione utilizzando i Google bot desktop.

Un altro grande cambiamento sarà quello che avverrà a livello di Search Console dove le informazioni mobile-first dei crawler non verranno più mostrate, ritenute ridondanti perché comunque la scansione avviene direttamente con i bot mobile per tutti quei siti che già funzionano con una versione mobile. Per quello che riguarda il tuo sito, quindi, non dovresti avere grandi cambiamenti alle performance e avresti anzi già dovuto far sì che l’esperienza dei tuoi utenti fosse la migliore possibile. Per una buona esperienza mobile le regole fondamentali sono ancora quelle dell’aprile del 2015, cui aggiungere ovviamente le best practice nella documentazione ufficiale di Search Central.

Perché il tuo sito mobile potrebbe non piacere a Google?

Abbiamo accennato più volte al famoso primo grande aggiornamento mobile friendly rilasciato da Google nell’aprile del 2015. La data è stata quella in cui la società ha iniziato a lavorare in maniera preponderante per spostare tutta l’attenzione di utenti e soprattutto gestori di siti web verso il mobile, dove comunque le nostre abitudini stavano già convogliando.

In quel post venivano delineati i primi elementi per valutare un sito web nella sua versione mobile e quindi costruirne uno amico dei nuovi sistemi di ranking. Oltre a ribadire che il sistema messo su serviva a far trovare agli utenti contenuti rilevanti e di qualità, nel post si leggeva anche che nella valutazione entravano la leggibilità del testo “senza dover toccare lo schermo o zoomare“, una distribuzione appropriata degli spazi in cui poter toccare lo schermo, l’assenza di contenuti non funzionanti o la necessità di dover fare scrolling in orizzontale. Questa però è solo la superficie e ci sono adesso tutta una serie di elementi che Google valuta per dare un voto e una posizione al tuo sito.

Le best practice per una buona indicizzazione mobile

È probabile che tra non molto non faremo più distinzione tra indicizzazione mobile e indicizzazione desktop. La strada tracciata da Google è decisamente chiara. Ma quali sono gli elementi per far sì che un sito sia mobile friendly? La guida ufficiale chiarisce che il primo passaggio è ovviamente quello di creare un sito che sia già ottimizzato per il mobile e quindi guardare innanzitutto al design responsive e alla pubblicazione dinamica.

Google e l’indicizzazione mobile-first certificano la rivoluzione del web – sos-wp.it

Ma oltre all’aspetto esteriore del sito, che come abbiamo visto viene valutato già dal 2015, ci sono altri aspetti come per esempio l’assicurarti di utilizzare gli stessi metatag tra desktop e mobile e di controllare la velocità di caricamento, non solo del sito nel suo complesso ma anche dei vari elementi, sfruttando magari il lazy loading. E a proposito di contenuti, Google consiglia di mantenere gli stessi sia per la versione desktop sia per la versione mobile in modo che “le due versioni possano posizionarsi per le stesse parole chiave“.

Un aspetto importante, soprattutto visto che molti siti web ospitano spazi pubblicitari, è quello di seguire i rigorosi standard di Better ads ed evitare quindi tutti quegli stratagemmi che sembrano ottimi, perché portano le pubblicità in primo piano, ma che sono tante volte proprio il motivo per cui gli utenti abbandonano un sito web nella versione mobile. Oltre ad assicurarsi che il sito funzioni è bene anche controllare le immagini e i video.

Buona parte dell’esperienza degli utenti passa proprio per le immagini e per i contenuti interattivi e occorre quindi che questi siano indicizzati a dovere, oltre che forniti nella forma migliore possibile sia per gli utenti sia per i bot di Google. Viene per esempio consigliato di evitare di utilizzare URL che cambiano ogni volta che vengono caricati i video, perché questo impedisce di avere una indicizzazione corretta oltre che far sì che nella struttura mobile del sito il contenuto video sia facilmente rintracciabile.

Valeria Poropat

Laureata in traduzione, Valeria adora da sempre la tecnologia in ogni sua forma e in particolare ai modi in cui la tecnologia può aiutare ad avvicinare le persone e stimolare la curiosità.

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