Google Search è uno strumento estremamente potente che con gli operatori puoi trasformare in un vero e proprio segugio ma se ti è mai capitato di utilizzare l’operatore site: probabilmente i risultati che hai ricevuto non sono proprio tutto quello che avresti potuto trovare.
Google Search nella sua forma attuale e con il suo linguaggio specifico magari tra un po’ smetterà di esistere, sostituito dalle domande in linguaggio naturale fatte alla intelligenza artificiale che va sotto il nome di Bard.
O forse, ipotesi da non scartare, i suoi servizi continueranno ad essere utilizzati ma da utenti che hanno scopi di ricerca diversi. Mentre aspettiamo di vedere come se la cava Bard con richieste che sono l’equivalente in linguaggio naturale degli operatori di Google Search vale la pena concentrarsi proprio su questi ultimi per usarli al meglio e, soprattutto, conoscerne quelli che sono gli eventuali limiti e le potenzialità.
In particolare devi sapere che cosa può fare per te, e che cosa non può fare, l’operatore site:. Sulla carta si tratta di un sistema molto efficace per scoprire quali sono le pagine che sono state indicizzate da Google. Ma quanto in profondità riesce effettivamente ad andare?
Google Search funziona con una serie di parole che vengono ricercate nel mare magnum dei siti indicizzati. Puoi però modificare il modo in cui Google perlustra la rete utilizzando gli operatori. Se vuoi ottenere dei risultati ma vuoi escludere alcune circostanze, per esempio, ti basta aggiungere le parole che identificano queste circostanze precedute dal segno meno.
Di contro puoi utilizzare il segno più se vuoi che Google si concentri sulla presenza contemporanea di alcune parole chiave. Con le virgolette dici al motore di ricerca che vuoi ritrovare nel web quella espressione specifica. Ma gli operatori possono anche essere diversi e c’è per esempio l’operatore site:. Anche dal sito ufficiale Google Search Central, puoi utilizzare questo operatore Google per cercare attraverso il dominio in base al modello di sito web che inserisci nell’operatore.
Con questo sistema è possibile trovare tutte le pagine che hanno per esempio in comune parte della URL. Ma non è vero. Esistono infatti delle limitazioni alla quantità e al tipo di siti che l’operatore Google site: restituisce. E proprio di questi limiti si sono occupati anche nel podcast Search off the record sottolineando però allo stesso tempo quello che può essere utile fare con questo operatore Google. Una attività periodica che puoi effettuare con l’operatore Google site: è per esempio quella di rintracciare all’interno del tuo sito web la presenza di spam.
E puoi farlo semplicemente creando una query con la URL del tuo sito web seguita da termini che sono utilizzati molto spesso quando gli hacker creano pagine spam all’interno dei siti: parole chiave legate al porno per esempio oppure al gioco d’azzardo. Nonostante quindi ci siano dei limiti, Google site: può essere uno strumento valido per controllare come va il tuo sito.
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