Molto di recente, Matt Mullenweg ha incontrato la community di WordPress riunita in occasione del WordCampUS 2024.
Il suo intervento si è aperto con una lettura e un commento di un post di cui abbiamo già parlato e che si trova sul suo blog ufficiale, riguardo il rapporto che WPEngine ha con la community da cui, riassumendo, trae grandi benefici senza ridare a sufficienza.
In occasione di questo WordCampUS gli sono stati rivolti quesiti da parte del pubblico nella sessione q&a che è seguita a quell’intervento. Alcune domande si sono concentrate proprio sul suo post e su quello che ne è seguito ma c’è stato spazio per un po’ di tutto.
Seguendo l’ordine delle domande, la prima gli è stata rivolta da una rappresentante di GoDaddy, che ha fatto un breve preambolo per raccontare quello in cui è essa stessa impegnata in termini di maggior trasparenza riguardo la contributors dashboard dove è possibile quindi vedere quello che ciascuno fa.
Dopo aver fatto questo preambolo, la rappresentante ha però chiesto in maniera molto diretta a Mullenweg se, prima di accusare pubblicamente WP Engine di non fare abbastanza per la community da cui trae profitto, ha cercato di trovare una soluzione direttamente con i vertici della società. Mullenweg ha risposto sottolineando di aver provato effettivamente a parlare e a convincere i leader di WP Engine a rettificare la loro posizione.
E poi ha voluto chiarire che se qualcuno, all’interno delle società che non si trovano d’accordo con quello che è stato il suo pensiero, dovesse perdere il posto di lavoro perché il supporto a WordPress o alla sua persona non piacciono, è pronto a sostenere chi dovesse trovarsi nel mezzo di questo fuoco incrociato di leader.
Una seconda domanda è stata riguardo l’opinione sul web aperto in correlazione a blockchain, crypto e queste nuove dimensioni del web. Riguardo l’argomento, la prima risposta è che chiaramente anche le criptovalute sono una espressione dell’open web e dell’open source applicato ai termini finanziari.
Mullenweg ha ricordato anche che ci sono moltissimi pericoli e ha poi provato ad elaborare su come, un domani, queste realtà potrebbero muoversi all’interno di WordPress. Al momento, prosegue il ragionamento, non c’è ancora una grande richiesta di integrazione, per esempio, di wallet ma è chiaro che il campo in cui possono essere applicate le criptovalute è quello degli e-commerce oppure delle donazioni, quest’ultima una soluzione sempre più utilizzata per esempio da molti creativi.
Un’altra domanda che gli è stata posta ha riguardato le performance di WordPress come piattaforma. A Matt Mullenweg è stato chiesto se le brutte performance (in termini di utenti che hanno deciso di utilizzare WordPress per il proprio sito web) localizzate temporalmente intorno al 2018, fossero legate al rilascio dell’editor a blocchi e di come invece si sia avuta l’impressione che il suo pensiero puntasse a dare la colpa a un’unica entità, chiamando di nuovo in causa WP Engine.
Mullenweg è stato piuttosto chiaro nello specificare che, ovviamente, non è possibile ascrivere solo ad una realtà, e non è quello il suo intento, i problemi dell’ultimo periodo di WordPress. Ma poi hai voluto ribadire che è chiaro che se le società che dovrebbero dare qualcosa indietro alla community da cui traggono profitto non lo fanno in una maniera sostanziale il progetto di base ne soffre.
Riguardo l’editor a blocchi, Mullenweg ha voluto invece ricordare come siano stati fatti grandissimi passi avanti dal 2018 e di come siano in arrivo nuove funzioni che convinceranno sempre di più gli utenti a passare a questo nuovo modo di costruire siti web.
Un utente ha voluto invece prendere la parola per fare quella che potrebbe essere considerata una critica molto giusta dal punto di vista di tanti utenti di WordPress: utilizzare la piattaforma dell’incontro aperto per promuovere ciò che di positivo c’è dentro WordPress per diffondere una sensazione di positività e non di negatività.
Matt Mullenweg ha chiarito che non era sua intenzione parlare di quello che sta succedendo con WP Engine ma ha anche chiarito che, quando si ha a che fare con i bulli non bisogna lasciare che continuino a fare i bulli, riferendosi al modo diretto in cui ha chiamato in causa la società per quello che, di nuovo, dal suo punto di vista, non farebbe nei confronti dell’ecosistema da cui trae profitto.
A Mullenweg è stata poi chiesta la sua opinione riguardo alcune acquisizioni che sono state fatte dalle società che ruotano intorno a WordPress. Nello specifico quella fatta su Nitro Pack. È stata questa l’occasione per Mullenweg per ricordare un’altra differenza sostanziale che c’è tra quella che è la filosofia di WordPress e quella che, dal suo punto di vista, è la filosofia un po’ più capitalistica che anima le altre società che da WordPress traggono beneficio.
Vale la pena ricordare infatti che per esempio Automattic ha di recente acquisito Tumblr e Podcast e ne ha fatti due prodotti che seguono, il primo lo farà a breve con l’integrazione profonda con WordPress e il secondo lo fa già, la filosofia open source.
Anche questa risposta è stato un piccolo spazio per una frecciatina a quelle società che non reinvestono a sufficienza e che hanno quindi denaro da spendere poi per acquisire altre realtà più piccole. Sempre riguardo le acquisizioni, e il fatto che in alcuni casi le società che si espandono riducono la libertà, è arrivata un’altra domanda e anche in questo caso Mullenweg ha sottolineato come quello che muove WordPress e le sue decisioni in particolare sia la volontà di rendere i servizi più liberi e disponibili a una fascia sempre più grande di utenti e non il contrario.
Questa risposta è stata l’occasione per ricordare di come la licenza sia importante nel momento in cui si parla di software e di prodotti: una licenza aperta consente alla comunità di muoversi in direzioni nuove e diverse.
Tra le domande c’è stato spazio anche per l’intelligenza artificiale e soprattutto per chiedere a Mullenweg il suo punto di vista riguardo l’eventuale esplorazione di un modello di intelligenza artificiale open source. All’interno della stessa domanda gli è stato anche chiesto se, secondo lui, c’è modo di influenzare le scelte del futuro lontano dai modelli proprietari e verso open source anche per le IA.
La sua idea è quella che le intelligenze artificiali verranno utilizzate dagli utenti attraverso uno strato intermedio dato dal sistema operativo o dal browser, ed anche questo è uno dei motivi per cui il team si è un po’ meno concentrato sulla integrazione del servizio di recente. Nello spazio delle domande e risposte c’è stato anche modo di scoprire, per chi non lo sapesse, che Amnesty International ha reso open source il proprio tema e un suo rappresentante ha partecipato alla sessione con Mullenweg per avere consigli riguardo come rendere più fruibile, per chi volesse adottarlo, il tema.
Le ultime domande sono state più leggere ma hanno permesso di toccare temi come l’importanza dell’aggiornamento e allo stesso tempo dell’informarsi sulla effettiva necessità di fare alcuni upgrade.
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