Un nuovo scanner, basato sull’intelligenza artificiale, sarebbe in grado di leggere il pensiero delle persone: i dettagli della notizia
La lettura del pensiero da parte di un altro essere umano è una questione decisamente affascinante. C’è chi dichiara di essere capace di indovinare un numero e c’è chi dichiara di essere capace di indovinare un oggetto. La lettura del pensiero è stata anche spesso oggetto di film. Una delle scene forse più divertenti della storia del cinema sono i test di lettura del pensiero che si svolgono all’inizio di Ghostbusters.
Ma stavolta la notizia non viene da nessun circo e non è nessun mentalista a dichiarare di essere in grado di leggere nel pensiero. L’invenzione rivoluzionaria è uno scanner che, grazie all’implementazione dei modelli di intelligenza artificiale, è stato capace di leggere la frenetica attività dei neuroni e trasformarla in una serie di parole e frasi.
Le applicazioni possono essere molteplici, soprattutto per permettere a chi non può più parlare a causa di condizioni mediche di comunicare con l’esterno. Al momento lo scanner che legge il pensiero è in fase sperimentale ma i risultati sono promettenti.
Il risultato del periodo di prova di un gruppo di scienziati guidati dal dottor Alexander Huth della University of Texas sono stati pubblicati su Nature Neuroscience. Nella pubblicazione sono stati ripercorsi i vari passaggi e soprattutto risulta interessante tutta la fase di training cui il sistema, che sfrutta la risonanza magnetica funzionale, è stato sottoposto per imparare a riconoscere le parole pensate dai tre soggetti che hanno partecipato in qualità di cavie agli esperimenti.
Come sottolineato proprio dal dottor Huth, è stata la tecnologia dei modelli linguistici a permettere al team di scienziati di trasformare gli impulsi e i piccoli cambiamenti nel flusso sanguigno registrati dalla risonanza magnetica in parole e poi in frasi. Per riuscire ad avere un risultato soddisfacente i tre volontari sono rimasti in una prima fase ben 16 ore sdraiati dentro la macchina per la risonanza magnetica ad ascoltare podcast mentre il modello linguistico veniva addestrato a riconoscere le parole attraverso gli impulsi cerebrali.
Lo scanner è stato poi addestrato a leggere il pensiero che si formava nella mente dei volontari a partire da una serie di immagini e non più da parole ascoltate attraverso le orecchie. Il passo avanti importante, come ribadito sempre da professor Huth, è che si tratta di un sistema di analisi dell’attività cerebrale non invasiva ma che comunque riesce a ottenere risultati che vanno ben oltre quello che finora si era riusciti a fare: “di solito parole singole o breve frasi“. L’unico ostacolo che rimane è cercare di capire perché lo scanner per il pensiero non sia in grado di distinguere tra maschile e femminile o tra prima persona e terza persona.
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