Un’altra funzione con cui Google ha sperimentato è andata in soffitta. Con l’annuncio fatto circa una quindicina di giorni fa, finisce l’era dello scroll continuo nei risultati di ricerca.
Introdotto nel 2021, in particolare per rendere la navigazione da mobile più comoda, la funzione era poi è stata utilizzata anche per la versione desktop.
Adesso però pare che il colosso della grande G abbia deciso di tornare in pratica a quello che era il vecchio sistema suddiviso in pagine. Il cambiamento, e potresti esserne accorto anche tu, è già arrivato proprio nella versione desktop mentre verrà rilasciato a ondate sulla versione mobile di Google.
La società ha dato una spiegazione per questa decisione e come sempre sembra avere come unico interesse quello di dare agli utenti il servizio migliore possibile. Eppure tanti online invece vedono in questa scelta qualcosa che potrebbe aiutare forse gli utenti ma di certo non aiuterà chi vive dei risultati della SERP.
La spiegazione che un rappresentante di Google ha dato a Search Engine Land sembra puntare proprio nella direzione di una ristrutturazione dei risultati di ricerca che siano più in linea con quello che gli utenti chiedono.
Innanzitutto i risultati diventano così più veloci e si evita che vengano caricati risultati che l’utente non ha chiesto di vedere. Sempre gli stessi rappresentanti di Google ci hanno tenuto a sottolineare che un numero maggiore di risultati mostrati contemporaneamente non sembra aver comunque portato ad una soddisfazione maggiore degli utenti stessi.
Nella versione desktop tornerà ad esserci la barra nella parte bassa della prima pagina con le successive che vanno cliccate per caricare i risultati che si trovano sotto quelli che Google considera i migliori in assoluto.
Per la versione mobile, dove ovviamente è più complicato toccare un punto preciso, verrà implementato un grosso pulsante che permetterà di caricare in automatico i risultati presenti nella pagina successiva a quella che si sta visualizzando. Per gli utenti l’esperienza dovrebbe quindi diventare più veloce, del resto, non dovendo più caricare almeno quattro pagine di risultati contemporaneamente anche le connessioni un po’ più lente lavoreranno meglio.
Ma, e sono punti di vista interessanti su cui vale la pena riflettere, c’è chi è convinto che in realtà si tratti di una scelta che Google ha fatto tenendo chiaro in mente non il benessere degli utenti quanto il proprio tornaconto. Tra i più chiari e diretti nel suo commento l’inventore stesso dell’acronimo SERP: Brett Tabke.
Tabke ha colto l’occasione della conferenza di PubCon per parlare di quello che, secondo lui, è ciò che ha spinto Google a togliere lo scroll continuo. Le considerazioni sono due nell’arco di una manciata di parole: Google in questo modo fa sì che gli utenti rimangano di più su quello che c’è nella prima pagina e quindi clicchino di più su quello che c’è su questa pagina e, allo stesso tempo, i risultati della ricerca organica finiranno con l’essere relegati da qualche parte a partire da pagina 2.
Ma cosa c’è a pagina 1 di solito? Pubblicità e link sponsorizzati, nonché link di società che fanno capo a Google cui si aggiunge il riassunto dell’intelligenza artificiale. La conclusione cui arriva Tabke è la seguente: “sono su un percorso che li porterà a soddisfare tutte le ricerche generali con le loro risposte in un modo o nell’altro. Quando non avranno una risposta perfetta, probabilmente aggiungeranno un “le persone chiedono anche” e quelle risposte riporteranno ad una SERP in cui possono soddisfare la ricerca con ciò che gli appartiene e le loro risposte“.
E se pensi che questo giudizio sia forse un po’ troppo cattivo nei confronti di Google tieni presente che Tabke non è in effetti né l’unico a pensare che Google non abbia in mente il benessere degli utenti e non è neanche quello con le parole più caustiche.
Da quando è stata diffusa infatti la notizia si moltiplicano i commenti di chi mostra totale insofferenza e soprattutto incredulità. C’è per esempio chi propone ironicamente di fare un’unica pagina 1 con l’intelligenza artificiale di Google, reddit e i soliti sospetti concludendo con un caustico “chi ci clicca a pagina 2 comunque?“.
E in effetti se si guarda al sistema dal punto di vista di chi di solito finiva a pagina 7 o più giù, l’idea di potersi trovare in un lungo flusso di coscienza collettiva dava un po’ più di speranza nel poter essere cliccati dagli utenti.
La spiegazione data da Google, più che la scomparsa della funzione di per sé, è quello che ha fatto imbestialire tantissimi utenti già provati dal campo di battaglia che è diventata la SERP con l’introduzione delle AI Overviews.
Qualcosa che, tra l’altro, sembra stia lentamente diminuendo ancora. Ma non sono ovviamente scomparse ed è chiaro che Google non ha intenzione di liberarsene in alcun modo: fanno parte, secondo il colosso della grande G, di quello che gli utenti vogliono.
Come per le AI Overviews, anche per la scelta di togliere lo scroll continuo nella SERP tanti sono quelli che ritengono la scelta solo un sistema per fare ancora più cassa ma c’è chi invece sottolinea come l’esperienza del muro continuo di risultati non era comunque adatta a quello che gli utenti si aspettavano di avere.
Il confronto che si fa è con i social dove, in effetti, abbiamo tutti sperimentato lo scroll continuo. Questo è di certo un modo diverso e meno oppositivo di guardare alla scelta di Google, anche se la sensazione serpggiante che comunque il colosso in fondo in fondo non pensi al bene degli altri ma solo a quello dei propri azionisti rimane, e permette anche di provare a valutare ciò che i risultati suddivisi per pagina possono produrre per esempio alla SEO.
Quello che per tanti, anche per chi non se la sente di accusare Google di qualcosa, è stato forse poco accorto è il modo in cui la decisione è stata spiegata. Sarebbe bastato infatti forse partire dal paragone con i social per avere una reazione globale un po’ diversa.
Tra quelli che per esempio sono ufficialmente contenti c’è Kevin Indig che chiama senza mezzi termini l’esperienza dello scroll continuo un’esperienza inferiore. Altri che salutano favorevolmente il ritorno alle pagine guardano per esempio al risvolto psicologico, qualcosa che è un pericolo reale per gli utenti dei social: senza la segnalazione chiara della fine di una pagina di risultati, alcuni utenti potrebbero essere portati in realtà a scorrere all’infinito in cerca del risultato perfetto.
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