Pew Research, un paio di settimane, fa ha pubblicato uno studio sull’impatto delle AI Overview sul traffico verso i siti web e si è aperta la polemica.
Da quando sono arrivate le AI Overview si è lentamente generato un moto di panico crescente. Tanti gestori di siti web sembrano aver scoperto sulla propria pelle che, per quanto sia divertente e interessante utilizzare l’intelligenza artificiale per fare le cose, quando ad usarla sono gli utenti, e quando questi ultimi anziché concentrarsi sui siti web rimangono ammaliati dall’intelligenza artificiale che riassume tutto per loro, i click diminuiscono.
E se un utente non clicca, il traffico non c’è.
Per cercare di mettere in prospettiva quello che sta succedendo e dare forse una dolceamara veridicità alle sensazioni di tanti, Pew Research ha deciso di guardare ai numeri e ha eseguito uno studio riguardo proprio l’impatto di questi riassunti sulla quantità di click che gli utenti poi producono sui contenuti che si trovano nei risultati al di sotto o all’interno di quei riassunti.
Ma, e lo vedremo, questo studio ha provocato un discreto moto di stizza direttamente all’interno della società della grande G, che si è sentita ovviamente punta sul vivo e che non fa altro che ripetere invece di come le AI Overview nei fatti non abbiano portato questo grande sconvolgimento. Chi ha ragione?
Per riuscire a capire da dove è scaturita la polemica, cominciamo con il guardare a quelli che sono i risultati dello studio condotto da quello che è considerato forse il centro di ricerca tra i più importanti del pianeta (non solo per quello che riguarda Internet ma in generale per quello che riguarda il comportamento degli esseri umani).
Entrando nel merito dello studio relativo al modo in cui si comportano gli utenti nei confronti dei risultati nel momento in cui viene presentato un riassunto generato dall’intelligenza artificiale, Pew Research ha analizzato il comportamento di 900 adulti americani che hanno deciso di partecipare e mostrare ai ricercatori quello che fanno online.
Forse 900 adulti non sono poi molti ma non è neanche un numero da scartare, soprattutto perché se si va a guardare ai risultati ci si accorge che sembrano essere perfettamente in linea con il panico di tanti gestori di siti web e produttori di contenuti.
Perché se per esempio si va a guardare alla percentuale di ricerche che portano a un click su un link al di fuori del riassunto e quindi nello spazio canonico dei risultati di ricerca, nelle pagine in cui è presente un riassunto siamo all’8% contro il 15% di click nelle pagine in cui il riassunto non c’è.
E, forse dato ancora più interessante da guardare, nel 26% delle ricerche la sessione con il browser termina proprio nello spazio del riassunto, mentre nelle pagine in cui il riassunto non è presente questa percentuale scende fino al 16%.
Scendono di poco, tra pagine senza riassunto e pagine con riassunto, le ricerche dopo la prima: 35% nelle pagine dove non c’è un riassunto e 32% nelle pagine in cui è presente un riassunto.
In generale, i risultati dello studio condotto da Pew Research dimostrano quindi che se viene prodotto un riassunto dall’intelligenza artificiale attraverso una AI Overview, gli utenti tendono a concentrarsi su quel riassunto e a non andare più oltre. Al massimo cliccano su qualcosa che si trova all’interno del riassunto.
Come era forse facilmente prevedibile, Google si è sentita direttamente punta sul vivo e ha messo in discussione la validità dello studio nel suo complesso. In particolare, le critiche sono state al gruppo che è stato utilizzato per portare avanti le osservazioni e alla metodologia dello studio. Un altro aspetto che a quanto pare non è stato preso in considerazione è il fatto che proprio le AI Overview sono dinamiche e cambiano a seconda del browser che si sceglie.
Da ultimo c’è da sottolineare che Google ha rispedito al mittente l’accusa sotterranea di stare rubando traffico ai creatori di contenuti e invece dichiara che l’utilizzo da parte degli utenti delle funzioni legate all’intelligenza artificiale sta aumentando la visibilità dei creatori stessi e che, comunque, gli utenti si stanno spostando verso esperienze che contengono a loro volta intelligenza artificiale.
In un’altra sede, su LinkedIn, Debbie Weinstein, President of Google Global Business Solutions for EMEA, ha scritto una lunga disamina che riguarda quello che starebbe succedendo online. Secondo i dati, il traffico sarebbe “stabile” e i click sarebbero “di maggiore qualità“.
Ma c’è da dire, come fa più di qualcuno, che dire che il traffico è stabile non è come dire che il traffico è in crescita; altrimenti perché non dire direttamente che il traffico è in crescita?
Per quello che riguarda i click, il fatto che siano di maggiore qualità significa in pratica che le persone, nel momento in cui decidono di uscire dal riassunto prodotto dall’intelligenza artificiale o dalla SERP, si mantengono poi più a lungo sul sito web che hanno scelto.
Questo è universalmente ritenuto un segnale che l’algoritmo ha fatto bene il suo lavoro e che ha fatto incontrare un utente con una fonte di informazioni affidabile. Una piccola consolazione insomma.
Da una parte abbiamo quindi lo studio condotto da Pew Research, che ci dice che effettivamente gli utenti stanno cambiando il proprio atteggiamento nei confronti di quello che trovano quando eseguono una ricerca.
Che stanno diventando, per dirla come la dice qualcuno online, un po’ più pigri, o forse lo erano già, e che quindi Google semplicemente non ha fatto altro che intercettare questa pigrizia e trovare il modo di sfruttarla con un nuovo servizio.
Dall’altra parte abbiamo Google che invece giura e spergiura che il traffico è costante e che i click (quanti siano non si sa) che arrivano sui siti web sono click di altissima qualità o quantomeno di qualità superiore a quelli che arrivavano prima.
Per poter valutare però effettivamente quale possa essere l’impatto di una AI Overview sul traffico che arriva sul tuo sito, dovresti poter andare a guardare all’interno della Google Search Console.
Come sottolineato da Barry Schwarz di Search Engine Roundtable, questa cosa non è possibile. Prima non era possibile perché sia le AI Overview sia la nuova AI Mode erano in beta, e adesso non è ancora possibile.
Sul perché non sia ancora possibile, anche noi come lui aspettiamo che Google dia qualche spiegazione, sperando che nel frattempo il vocabolario della società abbia ritrovato un po’ di termini scientificamente dimostrabili e qualche iperbole in meno.
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