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Nuovi test in Google Search, arrivano le Fonti Preferite

Published by
Valeria Poropat

A quanto pare, lo scopo che Google si sta dando con l’esperienza che vuole fornire agli utenti all’interno di Google Search è quello di trasformare questo servizio di ricerca in qualcosa che diventa parte integrante, più di quanto già non sia, della vita quotidiana, sperimentando con nuove funzioni. Tra queste, risulta molto interessante quella delle cosiddette Fonti Preferite.

Le Fonti Preferite si trovano all’interno di un aggiornamento pubblicato di recente sul blog ufficiale di Google, The Keyword.

La funzione, però, per ora è sperimentale e destinata quindi solo a quegli utenti che decidono di partecipare ai test. Ma già a partire da quello che Google spiega sarà la nuova funzione delle Fonti Preferite, possiamo fare qualche riflessione su cosa succederà quando questa novità entrerà a regime per tutti.

Cosa saranno le Fonti Preferite di Google Search?

Quella che è la pagina principale di Google Search, se per esempio gli utenti attivano Discover, è molto spesso popolata da contenuti che sono, secondo ciò che valuta l’algoritmo di volta in volta, quello che l’utente in quel momento specifico della giornata potrebbe voler vedere.

Google ha quindi già da diverso tempo sposato la teoria per cui occorre fornire agli utenti quello che apprezzano e continuare a fornirgli esattamente quello che vogliono.

Un’ottima cosa forse per gli utenti finali (anche se c’è il fondato rischio di creare una cassa di risonanza per cui alla fine ci si stacca da quella che è la realtà del mondo), di certo qualcosa di diverso da navigare per chi produce i contenuti e per quelli che attraverso le ricerche e i contenuti suggeriti incontrano il loro pubblico potenziale.

Per questo è interessante andare a guardare a come Google immagina le Fonti Preferite.

Per ora la funzione è disponibile solo in inglese e solo per gli utenti che partecipano ai test di Stati Uniti e India.

La funzione in pratica aggiunge la possibilità di segnalare a Google, attraverso una classica stellina, quelli che sono i siti che si apprezzano di più e, una volta che questi siti vengono segnalati, Google Search propone contenuti da questi siti nella sezione Top Stories.

Questo significa che gli utenti potranno essere esposti con maggior frequenza ai contenuti che arrivano da siti che essi stessi hanno visitato più volte e che quindi sono considerate fonti migliori, per esempio per informarsi o per l’intrattenimento.

La personalizzazione della ricerca rende quindi diverso il modo in cui gli utenti possono scoprire i tuoi contenuti. Guardando alla questione dalla prospettiva di chi magari non dovesse ricevere potenzialmente la stellina, si tratta di un’altra occasione persa per trovare nuovi lettori e nuovi utenti, ma proviamo a guardare alla questione anche da quelli che invece potenzialmente possono ricevere la stellina e diventare quindi una Fonte Preferita per almeno una parte degli utenti che utilizzano Google.

Le Fonti Preferite appariranno qui (foto Google) – sos-wp.it

E se le Fonti Preferite fossero la soluzione all’invasione delle AI Overviews?

Guardando al funzionamento delle Fonti Preferite, è chiaro che il primo passo per qualunque produttore di contenuti e per chiunque abbia una presenza online è quello di cercare di diventare una Fonte Preferita.

Questo significa che l’utente deve fidarsi di ciò che gli viene offerto e della qualità e della bontà di ciò che gli viene offerto al punto tale da decidere di vedere gli aggiornamenti di quella Fonte specifica rispetto ad altre.

Diventare una delle Fonti Preferite di qualcuno è un po’ come avere qualcuno che si iscrive alla tua newsletter.

Devi dimostrare di produrre contenuti che vale la pena di leggere.

Devi dimostrare di essere un’autorità nella materia di cui parli.

Devi quindi dimostrare di non stare occupando inutilmente lo spazio offerto da internet.

Ma, se è vero che probabilmente per diventare Fonte Preferita ci vuole un po’ di lavoro e soprattutto si deve già avere una certa base di utenti che frequentano il tuo sito e che hanno voglia di continuare a frequentare il tuo sito, paradossalmente potrebbe anche essere la soluzione per superare quel momento di empasse che si è creato ora che le AI Overviews fagocitano la maggior parte dello spazio, in buona parte dei risultati di ricerca e che quindi dirottano il traffico e l’attenzione.

Se infatti diventi Fonte Preferita di un utente, quell’utente non ricercherà i tuoi contenuti attraverso Google Search con il pericolo di venir poi dirottato altrove o di non cliccare da nessuna parte, perché il risultato riassunto del pallottoliere informatico gli basta e gli avanza.

Se riesci ad entrare tra le Fonti Preferite di un utente, quell’utente è qualcuno che ti leggerà e che continuerà a creare traffico.

Questo significa anche che potenzialmente potrebbe parlare di te ad altre persone che si muovono nel suo stesso campo e che quindi hanno piacere a ricevere le stesse notizie che legge lui e a condividere gli stessi contenuti.

Come dicevamo prima, però, entrare tra le Fonti Preferite non sarà più facile che convincere qualcuno ad iscriversi alla tua newsletter, ma vale la pena guardare con interesse a questo aspetto.

E se ti stai chiedendo come potrai fare per ricevere la stellina: né più né meno quello che fai per avere utenti che si iscrivono alla tua newsletter: qualità, qualità, qualità.

Valeria Poropat

Laureata in traduzione, Valeria adora da sempre la tecnologia in ogni sua forma e in particolare ai modi in cui la tecnologia può aiutare ad avvicinare le persone e stimolare la curiosità.

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