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Gestire un sito o un blog oggi significa molto più che pubblicare articoli. Serve una figura che coordini, analizzi e dia coerenza a tutto ciò che viene pubblicato: il content manager.
È la persona che unisce visione strategica, capacità organizzative e sensibilità editoriale per far sì che ogni contenuto contribuisca a un obiettivo preciso. Il suo compito è fare da ponte tra la strategia e l’operatività, assicurando che i contenuti siano pertinenti, aggiornati, ottimizzati e coerenti con il tono e i valori del brand.
Il content manager è responsabile della pianificazione, produzione e manutenzione dei contenuti digitali di un sito, blog o progetto online. Non è un semplice coordinatore, ma il custode dell’identità editoriale e del valore informativo del progetto.
Le sue attività principali spaziano dalla definizione del piano editoriale alla supervisione del lavoro dei copywriter, fino all’analisi dei risultati. In pratica, traduce la strategia di comunicazione in azioni concrete e contenuti misurabili.
Il content manager è una figura ibrida: deve saper scrivere, ma anche pianificare, analizzare e decidere.
Le sue competenze chiave si possono raggruppare in tre aree:
Deve comprendere gli obiettivi del brand, il target di riferimento e i canali più adatti per raggiungerlo. Definisce i temi portanti, stabilisce le priorità e crea connessioni tra contenuti e obiettivi aziendali.
Supervisiona la qualità dei testi, il tono di voce, la leggibilità e la coerenza linguistica.
Non scrive sempre in prima persona, ma garantisce che chi scrive segua le linee guida del brand e che ogni contenuto sia utile, accurato e ben strutturato.
Sa leggere i dati di performance — visualizzazioni, tempo di permanenza, CTR, conversioni — per capire cosa funziona e cosa no.
Le sue decisioni editoriali si basano su numeri, non solo su intuizioni.
Ogni content manager costruisce il proprio ecosistema di strumenti.
Nei progetti su WordPress, gli strumenti più utili sono:
Google Search Console e Analytics 4, per monitorare performance e traffico.
Google Trends, per individuare nuovi temi e tendenze di ricerca.
Notion, Trello o Asana, per gestire piani editoriali, revisioni e scadenze.
Grammarly o LanguageTool, per verificare la qualità linguistica.
Yoast SEO o Rank Math, per l’ottimizzazione SEO on-page.
Questi tool non servono solo a pubblicare di più, ma a pubblicare meglio.
Ogni content manager deve saper bilanciare tre priorità. La qualità, perché ogni contenuto deve essere utile, chiaro e aggiornato. Poi la coerenza, perché il tono, lo stile e i messaggi devono essere uniformi su tutto il sito. Infine l’efficacia: i contenuti devono contribuire a obiettivi concreti: traffico, conversioni o brand awareness. A queste si aggiunge la capacità di adattarsi ai cambiamenti: nuove linee editoriali, aggiornamenti di Google, cambi di target o strumenti.
In molti progetti, il content manager è il punto di riferimento per copywriter, SEO specialist, designer e sviluppatori.
Traduce esigenze tecniche in scelte editoriali e garantisce che ogni contenuto funzioni sia per l’utente sia per i motori di ricerca.
È una figura sempre più richiesta perché tiene insieme strategia, organizzazione e creatività: tre aspetti che raramente convivono nella stessa persona, ma che fanno la differenza tra un blog improvvisato e un progetto editoriale solido.
Essere content manager significa avere la responsabilità di far parlare il brand in modo coerente, interessante e misurabile.
È un ruolo che unisce mente analitica e sensibilità narrativa, visione d’insieme e attenzione al dettaglio.
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