L’algoritmo che gestisce Google e le linee guida con cui i contenuti vengono proposti si aggiornano costantemente e, soprattutto per quello che riguarda la ricerca video, ci sono delle novità importanti che potrebbero aver già cambiato anche le performance di alcuni contenuti che hai pubblicato.
Come succede quindi per ogni altro aggiornamento all’algoritmo e alla piattaforma di Google anche quello che riguarda la ricerca video va analizzato, in parte per capire che cosa potrebbe non funzionare più e in parte per sfruttare meglio gli spazi che il cambiamento necessariamente genera.
I video come forma di contenuto sono estremamente interessanti. E sono anche in grado di produrre ottimi risultati. Alcuni dati per mettere in prospettiva l’importanza dei video vengono dalle statistiche raccolte per il 2023 da Wyzowl: il 96% delle persone che utilizzano internet hanno dichiarato di aver guardato almeno una volta un video per informarsi riguardo un prodotto o un servizio mentre l’89% ha dichiarato che guardare il video li ha convinti a comprare quel prodotto o quel servizio.
C’è poi l’aspetto chiave della condivisione, con il 51% delle persone che dichiarano di essere più propense a condividere per esempio un video rispetto ad altre forme di comunicazione. Per questo motivo il modo in cui Google propone i video agli utenti diventa fondamentale.
È probabile che proprio la moltiplicazione esponenziale della quantità di contenuti video ora disponibili e il loro valore inteso come strumento di marketing abbia convinto Google a modificare il modo in cui vengono mostrati all’interno delle pagine di ricerca. La modifica sembra di poco conto sul comunicato stampa ufficiale pubblicato in realtà a dicembre dell’anno scorso si legge che “abbiamo portato una modifica per mostrare le miniature dei video accanto ai risultati nella pagina principale dei risultati della ricerca Google solo quando il video è il contenuto principale di una pagina“.
Ma la presenza o l’assenza della miniatura è nei fatti tutto quello che potrebbe distinguere un contenuto che funziona da uno che non funziona. La modifica è già stata implementata, il che significa che dovresti esserti accorto, se pubblichi video, di alcuni cambiamenti alla quantità e alla qualità del traffico che ricevi. Soprattutto perché Google ora classifica all’interno dei risultati di ricerca video solo quei risultati in cui il video è l’unico protagonista.
Se, e l’esempio viene dalla grande G, hai costruito un post sul tuo blog e hai aggiunto un video a corollario questo post non può essere inserito nei risultati video. Non essendo classificato come video non avrai modo di essere inserito nei risultati indicizzati in base a questa tipologia di contenuto. Altre tipologie di contenuti per i quali la presenza del video non viene interpretata come contenuto principale sono le pagine di un e-commerce in cui viene presentato un prodotto e il video è solo un altro modo per presentare il prodotto oppure una pagina in cui sono raccolti vari video.
Sempre all’interno di Search Console di Google sono elencati tutti i requisiti perché una pagina che contiene un video possa essere indicizzata per quel contenuto. Alcuni requisiti riguardano il video di per sé che, per esempio, deve essere al centro della pagina, quindi non troppo in alto ma neanche troppo in basso, e posizionato in modo tale che il caricamento avvenga non appena l’utente entra sulla pagina. Il video deve poi trovarsi anche in una pagina host correttamente indicizzata e con una miniatura valida.
Un altro requisito è quello che il video debba poter essere guardato per intero all’interno della pagina in cui si trova e non sia necessario aprire un’altra pagina e che debba poter essere guardato senza dover fare troppi salti mortali. Non devono quindi esserci barriere che costringano l’utente a interazioni complesse per avviare la riproduzione.
Tra le note riguardo quest’ultimo aspetto leggiamo che “a volte Google può raggiungere semplici interazioni (ad esempio un’interazione “tocca per riprodurre”) ma questo non è garantito“. In pratica dovresti creare una pagina sul tuo sito che funzioni un po’ come quello che fa YouTube ovvero far ruotare tutta l’esperienza proprio intorno al video. La somma di ciò che Google riesce a fare o non fare si traduce in una pagina video indicizzata o non indicizzata. Qualcosa che puoi controllare nella Console.
Abbiamo accennato in apertura ad alcuni dati, relativi al 2023 ma plausibili anche in questo inizio di 2024, sul modo in cui i video possono essere utilizzati come strumento di marketing perché piacciono agli utenti. Se hai già avviato una tua strategia di marketing che comprende contenuti diversi dal testo, per esempio video o immagini, quello che potresti fare è puntare a quelle piattaforme in cui questi contenuti sono il pane quotidiano degli utenti.
È vero che devi far sì che tutti quelli che possono essere clienti di ciò che offri raggiungano il tuo sito web ma per alcuni potrebbe essere necessario un passaggio ulteriore, magari attraverso YouTube o attraverso qualche social. Soprattutto se ti occupi di prodotti fisici, ma non solo, avere una buona presa sul pubblico che consuma video YouTube come se facesse zapping in televisione significa avere un pubblico potenziale molto vasto, anche più vasto rispetto a quello che ti segue quando pubblichi qualcosa a parole.
Il passaggio a cui stiamo assistendo verso un internet, in cui le persone cercano ciò che pensano altre persone e non le grandi parole roboanti del reparto marketing, è un passaggio che gioco forza coinvolge i video e quei famosi contenuti creati dagli utenti che diventeranno importanti con l’implementazione massiccia della nuova esperienza generativa di Google nelle ricerche.
Sapere che c’è un algoritmo che mette insieme le risposte potrebbe paradossalmente infatti far aumentare esponenzialmente il valore proprio delle esperienze umane che gli utenti potrebbero utilizzare come unico punto di riferimento per scegliere o meno di spendere i propri soldi, di passare il proprio tempo, di concedere i propri dati personali.
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