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Automattic ha acquisito Beeper: Cosa aspettarci nel futuro

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Valeria Poropat

Mandarsi messaggi è uno dei nuovi modi di comunicare ed è, di fatto, per tante persone l’unico modo in cui si comunica con il resto del genere umano. Esistono, oltre alle app installate di default sugli smartphone, altri sistemi di comunicazione e alcuni li conosciamo tutti fin troppo bene.

A titolo di esempio esiste WhatsApp, esiste Telegram, poi esistono i social che hanno nel tempo aggiunto funzioni di messaggistica. E poi ci sono le app come Beeper che, nel mare delle scelte possibili e immaginabili, decide non di creare un altro sistema di comunicazione ma un modo per gestire tutti i vari account a prescindere dalla piattaforma, dal sistema operativo e dalla presenza o meno di un logo a forma di frutto mozzicato.

Adesso Beeper fa ufficialmente parte dell’ecosistema in cui si trovano anche WordPress e Tumblr. Dopo l’acquisizione fatta da parte di Automattic di texts.com arriva adesso anche Beeper. La volontà della società madre di WordPress di creare una propria visione di internet nel suo complesso si fa sempre più chiara e solida.

Una app per rispondere a tutti: cosa significa l’ingresso di Beeper nell’ecosistema di Automattic (foto Automattic) – sos-wp.it

Beeper e i messaggi che diventano open source

Ce la ricordiamo tutti la diatriba, in realtà ancora in atto, che riguarda il colore dei balloon dei messaggi che gli utenti che non hanno un iPhone mandano a chi invece possiede uno smartphone della Mela. Andando oltre la questione del colore, che in realtà nasconde tutta una questione che riguarda più da vicino la sicurezza dello scambio di messaggi e la criptazione delle informazioni, sono nate alcune app che cercano di diventare ecumeniche.

Tra queste ha fatto parlare di sé a lungo Beeper. Un’app che nel suo mirino, per dirla anche con le parole del suo CEO, ha sempre avuto l’idea di spostare l’attenzione delle app di messaggistica dalla piattaforma agli esseri umani. L’idea che, è evidente, è anche quella che si trova alla base di tutta l’esperienza per esempio di WordPress come piattaforma open source per costruire siti e anche alla base di quel famoso principio di Data Liberation che è uno dei nuovissimi progetti che si muovono dietro le quinte. La storia di Beeper è stata però una storia dal passato recente un po’ complicato.

La società si è infatti trovata ai ferri corti con Apple, proprio a causa del fatto che Beeper Mini metteva gli utenti Android nelle condizioni di inviare messaggi a chi possedeva un iPhone trasformando il colore delle proprie bolle da verdi a blu e spacciandosi quindi nei fatti in utenti Apple. La società della Mela ha dimostrato ampiamente di non aver gradito questa interferenza nei suoi sistemi. E alla fine Beeper ha alzato bandiera bianca.

Ma nonostante per un periodo Apple sia riuscita ad eliminare nei fatti l’avversario, bloccando volta in volta gli aggiornamenti che la società riusciva a implementare, adesso pare che Beeper abbia invece trovato un modo per continuare la sua battaglia. Sotto l’ala protettrice proprio di Automattic.

Un’unica app per domarle tutte (foto NewLine) – sos-wp.it

Parlando con i colleghi di The Verge, il CEO di Beeper, Eric Migicovsky, chiarisce immediatamente il concetto: la sua società non ha gettato la spugna e non si è arresa ma ha solo trovato un altro modo, più sostenibile (anche dal punto di vista economico viene da pensare), per essere quello che era sin da subito il suo scopo: un’app di messaggistica agnostica rispetto alla piattaforma, open source e quindi quanto di più democratico possibile nel momento in cui c’è bisogno di scambiarsi messaggi. Automattic, questa ancora la spiegazione data dal CEO di Beeper, è stato il luogo migliore in cui rifugiarsi per continuare a lottare per sistemi di scambio di messaggi liberi.

E come accennavamo, Automattic ha già fatto un passo verso i sistemi di comunicazione acquistando a ottobre dell’anno scorso Texts.com. Anche in quella occasione, il CEO di Automattic, Matt Mullenweg, aveva parlato della comunicazione dei messaggi come del nuovo pilastro della società e della necessità di avere sistemi di comunicazione “privati, liberi, dotati di sistemi di criptazione e open source”. E, di nuovo, liberi dalla presenza o meno di un determinato hardware.

Come sarà il futuro di Beeper (e di Texts.com) ?

Per il futuro, i due team di Beeper e di Texts, guidati dall’ex CEO di Beeper, si concentreranno innanzitutto sulla gestione dell’inevitabile flusso di utenti che arriveranno sia dalla waitlist che esisteva per l’app di messaggistica sia dalla mole di persone che ora possono scaricare Beeper liberamente per tutti i sistemi operativi nonché per i dispositivi mobili. Sul sito ufficiale di Automattic, si parla di una fusione dei due sistemi per realizzare “il sogno di combinare tutte le conversazioni online in un modo sicuro, protetto e efficace“.

I servizi di Beeper mettono insieme diversi sistemi di comunicazione. La lista riguarda ovviamente WhatsApp, iMessage (anche se con molte limitazioni), i messaggi di Facebook, quelli di Instagram, Signal, i messaggi che arrivano nell’app di Google e di Android, Twitter nonché Discord, LinkedIn, Telegram e Slack. Alcuni servizi, come per esempio Discord e LinkedIn, hanno per alcune funzioni un supporto parziale mentre per esempio Telegram e WhatsApp sono i due sistemi per cui il supporto risulta pressoché completo, sia nel caricare i messaggi del proprio account sia nel creare nuove chat sia nel comporre nuovi messaggi. Quello che per nessun sistema al momento è supportato sono i sondaggi e l’indicazione del proprio status online.

Valeria Poropat

Laureata in traduzione, Valeria adora da sempre la tecnologia in ogni sua forma e in particolare ai modi in cui la tecnologia può aiutare ad avvicinare le persone e stimolare la curiosità.

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