A prescindere da quelli che possono essere gli aggiornamenti degli algoritmi di Google una buona esperienza per gli utenti rimane di fondamentale importanza e il tuo sito WordPress può migliorare sfruttando la funzione del cosiddetto lazy loading.
Perché per misurare le performance di qualunque sito occorre anche andare a guardare quelli che sono i tempi di caricamento. Potresti infatti aver dato vita ai contenuti migliori di tutto lo internet ma nessuno li guarderà mai se il tuo sito si carica a manovella.
Purtroppo, infatti, la velocità di caricamento delle pagine è, anche se in modo indiretto e per vie traverse, un parametro che occorre tenere sempre sott’occhio. Influenza per esempio il famigerato bounce rate ovvero il tempo che le persone impiegano a uscire da un sito dopo che ci sono entrate seguendo un link. Più alto è il bounce rate peggiore è la performance del sito. Ma non sempre le persone abbandonano una pagina che hanno cliccato in rete per trovare l’informazione che cercavano altrove.
Tante volte è solo una questione di tempi di caricamento. Un sito che si carica lento è un sito che provoca fastidio negli utenti, che sono ormai nella stragrande maggioranza dei casi abituati a schioccare le dita. La mancanza di pazienza è qualcosa che devi tenere nel giusto conto. Per i siti WordPress esistono tutta una serie di plugin che velocizzano i tempi di caricamento ma c’è un altro trucco che puoi utilizzare per dare una spinta in più ai tuoi contenuti sopratutto a quelli dove si trovano i commenti.
Avere sempre un sito performante, il che significa sicuro e veloce, deve essere una preoccupazione costante. Ma non nel senso che non devi sapere cosa fare e quindi lambiccarti il cervello: devi trovare tutte quelle soluzioni che permettano ai tuoi contenuti di caricarsi velocemente per poter così mostrarsi in tutta la loro utilità agli utenti. È nato per questo motivo il sistema del cosiddetto lazy loading, tradotto in italiano sarebbe caricamento pigro.
Un sistema che crea una sorta di gerarchia tra i contenuti e tra i blocchi presenti in ogni pagina lavorando per esempio prima su ciò che si trova nella parte alta dei siti web, quella che tutti si aspettano di vedere subito, per poi caricare a mano a mano i contenuti mentre l’utente scende. Evitare di costringere un sito o una pagina a caricarsi per intero prima di poter essere effettivamente visibile all’utente taglia i tempi di caricamento generali e fornisce quindi un’esperienza migliore agli utenti.
La tecnica del lazy loading si applica tante volte alle immagini, i contenuti che sono quelli su cui tanti siti fanno più affidamento, ma che poi se popolano pesantemente le pagine le rallentano. Ma non è detto che il lazy loading debba per forza essere utilizzato sulle immagini. Un altro trucco è infatti quello di utilizzarlo per la sezione commenti. Esattamente come per le immagini, i commenti possono essere tenuti in stand by e poi caricati nel momento in cui l’utente supera una soglia nello scrolling della pagina. Esiste per questo un ottimo plugin che si chiama Lazy Load for Comments. Una volta installato il plugin è possibile decidere come vuoi che i commenti vengano caricati e ci sono tre opzioni: mentre si fa scrolling, cliccando su un pulsante apposito oppure disabilitando completamente il lazy loading.
Abbiamo detto che una delle metriche più importanti che Google guarda per valutare i contenuti di un sito web è il tempo che un utente passa su quel sito e quindi anche il tempo che passa tra un click e l’abbandono di quel sito. Abbiamo quindi anche visto che per migliorare le performance di un sito è possibile sfruttare la tecnica del lazy loading da applicare a tutti i contenuti, alle immagini o anche solo alla sezione commenti.
Ma devi tenere presente che il lazy loading può essere controproducente. Perché lo stesso sistema che garantisce per esempio ad una pagina di caricarsi solo mentre l’utente scorre verso il basso impedisce ai bot di Google di indicizzare correttamente tutta la pagina. Questo significa che devi prestare grande attenzione alla SEO e alla organizzazione dei contenuti. In particolare, se decidi di sfruttare una struttura per cui le vere informazioni che vanno a risolvere il problema degli utenti si trovano sotto la prima parte del contenuto, e quindi non sono nella cosiddetta sezione above the fold, rischi di non essere indicizzato correttamente e di perdere quindi utenti perché Google non fa scrolling. Per questo motivo è bene utilizzare la tecnica del lazy loading con coscienza, limitandola ai contenuti che si trovano più in basso nel sito o nella pagina su cui stai lavorando.
Il lazy loading è un modo facile per rendere più snello il caricamento di qualunque contenuto o sito web. Ma, come appena visto, va utilizzato con coscienza e organizzando i contenuti delle pagine in modo tale che non rimangano nascoste nella pagina che i bot di Google rischiano di non vedere mai. Se il tuo cruccio è migliorare la velocità di caricamento dei contenuti quello che puoi fare è sfruttare le potenzialità del lazy loading insieme ad altre tecniche. Una su tutte riguarda le immagini e i video. Questi contenuti sono quelli che sono da sempre più pesanti per qualunque piattaforma e quindi per esempio puoi spostare i tuoi video su una piattaforma esterna e far sì che poi vengano semplicemente richiamati anziché trovarsi a pesare sul sito. In questo può aiutarti YouTube che ha il benefit aggiunto di trasformarsi in un’altra vetrina da cui puoi richiamare utenti. Le immagini andrebbero sempre riviste e leggermente compresse o comunque salvate ad una risoluzione tale da renderle ancora piacevoli alla vista ma non inutilmente cariche di bit.
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