L’intelligenza artificiale è uno strumento che entrerà sempre di più nella vita di tutti i giorni e anche in quella lavorativa. Ma per comprendere un po’ meglio quello che ci si può aspettare da una IA abbiamo deciso di fare un esperimento facile.
Perché non esiste solo ChatGPT e non esiste, soprattutto, un unico LLM e quindi un unico modo in cui l’intelligenza artificiale interpreta il linguaggio umano e fornisce risposte. Nel nostro esperimento abbiamo deciso di coinvolgere ChatGPT nella sua versione gratuita, che è quindi la 3.5, e poi abbiamo provato a fare qualche domanda anche al CoPilot di Bing.
Abbiamo scelto come argomento WordPress e in particolare abbiamo chiesto ad entrambe le intelligenze artificiali prima di darci una definizione generale su WordPress, abbiamo chiesto nei fatti se l’intelligenza artificiale conosceva WordPress e che cosa sapeva di WordPress e poi abbiamo chiesto di avere qualche curiosità divertente sulla piattaforma. Tra ChatGPT e il CoPilot di Bing disponibile attraverso il sito Microsoft sono risultate evidenti alcune differenze, differenze che vanno non soltanto nel modo in cui abbiamo ricevuto le nostre risposte ma anche nel modo in cui le risposte sono state circostanziate.
L’esperimento che abbiamo portato avanti nella parte relativa a ChatGPT si è composto di una prima domanda per chiedere all’intelligenza artificiale se conosceva WordPress.org. La risposta che abbiamo ottenuto snocciola alcune caratteristiche della piattaforma nominando per esempio il fatto che si tratta di un software open source. Abbiamo poi chiesto di “elencare sei curiosità che non tutti sanno di WordPress“. La risposta si è composta effettivamente di un elenco in sei punti che però, tranne forse la storia di come è nato il nome WordPress, risulta di nuovo più una sorta di compendio delle caratteristiche della piattaforma che non una serie di dettagli più stuzzicanti.
Ponendo però una domanda diversa, e aggiungendo che volevamo sapere curiosità divertenti su WordPress abbiamo avuto altri sei punti che si sono effettivamente rivelati più simpatici da leggere. Per esempio ChatGPT ci ha ricordato che il 27 Maggio è il compleanno di WordPress e che c’è un plugin che si chiama Hello Dolly: un plugin assolutamente inutile ma che sparge nella dashboard versi casuali della canzone Hello, Dolly. Ci è stato poi ricordato che ogni versione di WordPress ha un soprannome e che gli sviluppatori hanno una passione per il cinema in particolare per Star Wars. In una versione di WordPress, anche se non viene specificata quale, scrivendo A long time ago, in a galaxy far, far away nel motore di ricerca interno della dashboard si riceveva un errore scritto nello stile di Guerre Stellari.
Un’altra curiosità riguarda il fatto che il pingack viene tante volte chiamato abbraccio virtuale tra siti e che nel 2014 la parola più utilizzata nei titoli dei siti web costruiti attraverso WordPress era effettivamente WordPress. In particolare, parlando della parola più utilizzata, sembra esserci una sorta di conclusione fatta da ChatGPT perché si legge: “questo suggerisce che gli utenti amano vantarsi del fatto che il loro sito è alimentato da questa piattaforma“. Mancando qualunque tipo di riferimento all’eventuale fonte esterna da cui è stata presa questa informazione si potrebbe effettivamente essere portati a credere che sia stato ChatGPT ad arrivare a questa conclusione. Un dettaglio da non sottovalutare e che va tenuto nel debito conto.
Abbiamo sfruttato Bing nella forma che è possibile avere attraverso il sito bing.com e non abbiamo quindi utilizzato il CoPilot presente nel sistema operativo Windows per questo primo esperimento. La differenza più evidente tra Bing e ChatGPT è che ChatGPT può rispondere in un unico modo mentre con Bing è possibile scegliere tra tre tipi di approccio. Scegliendo l’approccio creativo si ottengono delle risposte simili nella struttura a quelle che propone proprio ChatGPT.
Viene riproposta la storia che riguarda il nome di WordPress e il fatto che esista una giornata mondiale, anche se ChatGPT la chiama direttamente compleanno. Rispetto però a ChatGPT, Bing per esempio inserisce tra le sei curiosità il fatto che esista una poesia scritta dallo stesso Matt Mullenweg nel 2014 dedicata alla missione di WordPress come pure il fatto che esista una birra denominata WP beer prodotta da un birrificio spagnolo. Di nuovo, a differenza di quello che ha fatto ChatGPT, in fondo sono perfettamente visibili tutti i link alle fonti che sono state consultate.
Abbiamo provato a chiedere a Bing e a ChatGPT qualcosa riguardo WordPress perché è quello di cui ci occupiamo e che quindi conosciamo abbastanza bene da non avere in realtà troppo bisogno di andare a chiedere a Google. Quello che dalla nostra esperienza è emerso è per esempio il fatto che viene indicato come presente un soprannome per ogni versione di WordPress, ChatGPT lo fa, senza però spiegare che tutte le versioni sono dedicate a famosi musicisti jazz. Come pure la questione riguardo la parola più utilizzata: a fronte della teoria proposta da ChatGPT è forse molto più probabile che le persone non abbiano cambiato il nome del proprio sito e che quindi risulti WordPress il termine più utilizzato solo per questo motivo.
Se poi vuoi sapere veramente come funziona il pingback, questo abbraccio digitale, abbiamo già scritto a riguardo un articolo un po’ più esaustivo delle poche righe che l’intelligenza artificiale vi dedica. Questi sono solo tre esempi di come le informazioni che puoi ricevere da un’intelligenza artificiale hanno comunque un margine di errore e che come tali vanno valutate. L’utilizzo di una intelligenza artificiale nel tuo workflow lavorativo può aiutarti perché ti mette a disposizione le risorse in tempi più rapidi ma non sottovalutare mai quello che puoi fare in autonomia rispetto al cervellone di silicone.
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