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Non solo Google, crescono gli utenti dei motori di ricerca con al centro la privacy

Published by
Valeria Poropat

Sono finiti i tempi in cui gli utenti andavano su internet senza sapere nulla o quasi di quello che accadeva dietro le quinte. E anche se Google Chrome e il suo motore di ricerca sono ancora importanti in termini numerici, c’è una crescente fetta di utenti che invece cerca nei browser e nei motori di ricerca un livello ulteriore di privacy.

Questo perché proprio la difesa dei propri dati personali sta diventando argomento di discussione nella vita di tutti i giorni.

Di certo parte del motivo per cui ora sembriamo tutti un po’ più ossessionati dalla privacy è anche dovuto al modo in cui l’intelligenza artificiale si sta insinuando dappertutto e al modo in cui pare le intelligenze artificiali vengono addestrate con tutto ciò che trovano online.

In cerca quindi di qualcuno che, per dirla con termini colloquiali, non spii ogni mossa che si fa online, cresce il numero di quegli utenti che provano ad utilizzare motori di ricerca alternativi che promettono di guardare il meno possibile a quello che si fa online.

Alcuni servizi sono in circolazione da diverso tempo e hanno già la loro fetta, seppure ancora piccola, di utenti leali. Ma un altro trend interessante da notare è proprio come sta crescendo il numero dei progetti che cercano di rimettere la privacy anche al centro delle attività che si fanno online.

Vediamo allora, sia da un punto di vista degli utenti sia dal punto di vista di chi produce e gestisce siti web, quello che significa questo cambio di paradigma nei confronti della propria area privata.

Motori di ricerca che non sono Google: quali sono i più utilizzati?

Abbiamo imparato a nostre spese che online non c’è niente di gratuito, neanche quello che è gratuito. Questo perché, soprattutto a colpi di ingiunzioni e capatine nei tribunali di tutto il mondo, è emerso il modo in cui i grandi colossi della tecnologia ci seguono in ogni nostro più piccolo passo e usano quello che facciamo online per creare poi spazi pubblicitari a pagamento per quelle società che producono servizi e oggetti che potenzialmente potrebbero interessarci.

Qualche tempo fa Google sembrava disposta a trovare sistemi alternativi ai famosi e famigerati cookie di terze parti ma ora sappiamo che la società della grande G è tornata indietro rispetto a questa decisione, adducendo svariati motivi che, riassunti in poche parole, sono da ricollegare al fatto che sarebbe stato troppo costoso cambiare e che quindi si rimane così.

Duck Duck Go è browser e motore di ricerca (foto Duck Duck Go) – sos-wp.it

Ma accanto a Google e a Google Chrome che continuano con la tradizione dei cookie, ci sono altri browser e altri motori di ricerca che invece stanno cercando di cambiare il modo in cui facciamo ricerche online.

Sono quelli che possiamo iniziare a iscrivere alla categoria dei motori di ricerca che pensano alla privacy. Due di quelli forse più conosciuti sono da una parte DuckDuckGo e dall’altra Brave. Entrambi sono disponibili sia come motori di ricerca da utilizzare anche attraverso Google Chrome sia all’interno di browser nei quali sono motori di ricerca preferiti.

DuckDuckGo e Brave rappresentano però solo alcune delle possibilità che gli utenti hanno ora rispetto ai motori di ricerca classici.

Brave fa la parte…del leone? (foto Brave) – sos-wp.it

Ci sono anche altre società e altri team che stanno lavorando a nuovi motori di ricerca. Per esempio Swisscows, che come suggerisce il nome viene dalla Svizzera, offre una ricerca che per esempio è ideale per i più giovani.

Il motore di ricerca svizzero infatti elimina dai risultati i contenuti violenti e quelli destinati solo ad un pubblico adulto. Potrebbe in effetti essere un’ottima alternativa da installare per esempio sui device con cui di solito si interfacciano i più piccoli. I risultati arrivano con un mix di un indice creato da zero e dagli indici che invece ha costruito nel tempo Brave.

Arriva invece dall’Inghilterra Mojeek, che ha un indice di 6 miliardi di pagine e che, dalla sua, protegge la privacy degli utenti senza utilizzare cookie e altri sistemi di tracciamento.

Senza questi sistemi le ricerche sono ovviamente non filtrate da quelle che potrebbero essere le preferenze date dal profilo che i motori di ricerca di solito invece generano in base a quello che abbiamo lasciato in termini di briciole digitali.

Potrebbe essere un’esperienza diversa e rinfrescante della rete.

Il motore di ricerca lo si trova di default all’interno di diversi browser tra cui SerenityOS. La bellezza del panorama di questi motori di ricerca che mettono al primo posto l’utente anziché la pubblicità è che sono progetti che si stanno moltiplicando, proprio perché le persone sentono un bisogno crescente di avere uno spazio in cui le ricerche online sono solo ricerche online e non un modo per essere profilati e poi utilizzati come spettatori passivi dell’ennesimo spot pubblicitario.

C’è poi, come accennavamo prima, la questione legata all’intelligenza artificiale che si va infilando ovunque. Anche in questo, e anche se per esempio alcuni dei motori di ricerca che abbiamo nominato hanno a loro volta servizi di intelligenza artificiale, è chiaro che si tratta di IA che sono gestite diversamente e che mantengono il più possibile ancora il principio di privacy in essere.

Cosa puoi fare per raggiungere questi utenti?

Quello che emerge dal modo in cui sono progettati questi motori di ricerca che guardano alla privacy è che non utilizzano sistemi di tracciamento e che quindi è chiaro non ti permettono di raggiungere gli utenti che tecnicamente potresti raggiungere nella maniera classica.

Come si può allora lavorare in questo panorama che sta cambiando così velocemente e in cui gli utenti diventano più sfuggenti e sempre meno incasellabili?

Occorre fare affidamento su alcune tattiche di SEO che in realtà dovrebbero già far parte del tuo arsenale. Questo perché se non puoi raggiungere un utente potenziale per mezzo di quello che per esempio Google sa di lui, quello che devi fare è cercare di raggiungere quegli utenti in una maniera più organica.

Si tratta allora di coltivare, e questo è un consiglio che abbiamo già dato in altre occasioni, una tua community. Una community di persone che sono disposte, perché hanno un’esperienza positiva, a essere involontariamente il tuo strumento di marketing con le altre persone che conoscono.

Come si parla con gli utenti che non si vogliono far trovare? – sos-wp.it

Un altro elemento importante è quello delle recensioni. Se hai un buon numero di recensioni e queste recensioni parlano bene di quello che offri, è chiaro che le persone in altri contesti saranno più facilmente portate verso di te che non verso la concorrenza.

C’è poi da ricordare che, un dettaglio che forse a volte dimentichiamo, senza avere la possibilità del tracciamento, quello che diventa importantissimo è analizzare ciò che succede con gli utenti che effettivamente entrano sul tuo sito web e lo esaminano.

E da ultimo bisogna costruire contenuti che effettivamente rispondano a un bisogno e a una domanda di un utente.

Se vuoi emergere, per esempio, nei risultati di ricerca di un browser in cui l’utente viene protetto e non tracciato, è chiaro che l’unico modo per emergere è quello di riuscire a fornire un contenuto che risponda a quello che è ciò che l’utente sta cercando in una maniera la più precisa possibile e poi, con il contenuto, nella maniera più esaustiva possibile.

Le persone stanno tornando a riappropriarsi della propria identità anche online e quindi occorre innanzitutto comprendere questo bisogno di rispetto che poi diventa anche un rispetto del loro tempo.

Buoni contenuti, che rispondono a domande reali e lo fanno in maniera chiara, sono il miglior modo per farsi trovare anche senza biscottini e briciole raccolte dagli aspirapolveri digitali.

Valeria Poropat

Laureata in traduzione, Valeria adora da sempre la tecnologia in ogni sua forma e in particolare ai modi in cui la tecnologia può aiutare ad avvicinare le persone e stimolare la curiosità.

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