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OpenAI fa tremare il mondo del cinema: la conferma che nessuno avrebbe voluto ricevere

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Valeria Poropat

Uno studio commissionato da OpenAI sembra dare corpo e sostanza a quelle che sono le preoccupazioni che emergono con forza dal mondo del cinema e che sono ora calamitate dall’intelligenza artificiale. Quali sono gli scenari che si prospettano?

Il fenomeno legato alle intelligenze artificiali con cui è possibile parlare e a cui è possibile chiedere quasi qualunque cosa è esploso davanti agli occhi del grande pubblico solo di recente. E le potenzialità di ciò che è possibile fare con l’intelligenza artificiale sembrano, almeno per adesso, così tanto vaste e sterminate che sono moltissimi i professionisti dei settori più disparati che temono che un bot possa portargli via il lavoro di una vita.

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Accanto alle preoccupazioni, emerse con forza e rimbalzate più volte soprattutto sui social, di chi opera nell’informazione ci sono ora quelle di chi lavora nel cinema. Ma non si tratta degli attori che temono di poter in qualche modo essere sostituiti da una propria controparte digitale frutto di una scansione tridimensionale cui viene chiesto di fare qualunque cosa.

E neanche le controfigure di quegli attori che, grazie alla stessa scansione tridimensionale non sarebbero più necessari nelle scene pericolose. Preoccupati di perdere il posto di lavoro sono gli sceneggiatori che a Hollywood hanno iniziato uno sciopero che va avanti dall’inizio del mese. E uno studio commissionato da OpenAI sembra dar loro ragione.

OpenAI avverte tutti gli scrittori, ChatGPT vi spazzerĂ  via

Lo studio commissionato dalla società responsabile di ChatGPT va a guardare il modo in cui gli LLM, Large Language Model, sono in grado di lavorare con le parole e il modo in cui ciò che gli LLM sono in grado di fare può ripercuotersi sui posti di lavoro. Nel working paper si legge che “circa il 19% dei lavori hanno almeno il 50% dei compiti esposti” il che significa che per almeno il 19% delle professioni che si svolgono attualmente nel mondo il carico di lavoro potrebbe ridursi della metà.

Tra quelli in cui invece la percentuale sale sono, e nel paper si sottolinea come sia un risultato in controtendenza rispetto ad altre valutazioni riguardo il machine learning, le professioni con “stipendi più alti“. E dato che l’analisi dell’impatto dei prodotti come ChatGPT lo configura come “pervasivo” risulta evidente come tutte quelle professioni che fanno affidamento sulla parola scritta, qualcosa su cui gli LLM sono addestrati ad essere perfetti, siano quelle più a rischio.

Gli sceneggiatori tremano per un nuovo studio di OpenAI – SOS-WP.it

Ed è per questo che gli sceneggiatori hollywoodiani stanno tentando di convincere chi prende le decisioni a creare qualche limite al modo in cui gli studi possono sfruttare l’intelligenza artificiale. Come sottolineato in una intervista dallo sceneggiatore di Charlie’s Angel John August, le richieste riguardano alcune definizioni su ciò che può essere richiesto a una intelligenza artificiale. In particolare la WGA, Writers Guild of America, chiede che i testi generati non vengano considerati “materiale letterario o materiale fonte“.

La prima definizione permetterebbe così di distinguere una sceneggiatura scritta da un essere umano da una serie di parole buttate fuori a comando da un LLM mentre la seconda definizione impedirebbe agli studi di produzione di tagliare i costi affidando alla compagine umana solo il controllo e la correzione di qualcosa di già scritto. Per ora la Alliance of Motion Picture and Television Producers ha chiuso la porta a questa idea, limitandosi invece a dire che eventualmente si terranno incontri periodici per parlare dei progressi tecnologici.

Potrebbe sembrare una questione lontana nel tempo e lo stesso August sottolinea come non sarà quest’anno che le intelligenze artificiali prenderanno totalmente il posto degli sceneggiatori ma esattamente come successo con lo streaming rispetto ai film al cinema, altra rivoluzione contro cui gli sceneggiatori hanno provato ad opporsi per riuscire a strappare condizioni economiche decenti, nel futuro i sistemi LLM entreranno nella produzione ed è giusto che, come professionisti della parola, gli sceneggiatori tentino in qualche modo di trovare subito gli argini entro cui far camminare questi loro scomodi nuovi compagni di scrivania.

Valeria Poropat

Laureata in traduzione, Valeria adora da sempre la tecnologia in ogni sua forma e in particolare ai modi in cui la tecnologia può aiutare ad avvicinare le persone e stimolare la curiosità.

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