Con il motore di ricerca di Google è possibile trovare quasi qualunque cosa abbia un link e sia quindi da qualche parte, in qualche server.
Per rendere la ricerca più facile, vengono offerti diversi sistemi e quello più spesso usato, soprattutto dagli utenti con conoscenze avanzate di Google, è dato dai cosiddetti operatori.
Si tratta di quei termini che vengono utilizzati nella stessa stringa in cui si inseriscono le parole che vogliono essere ricercate e che aiutano il motore di ricerca a sapere con più precisione che cosa vogliamo da lui.
Gli operatori servono, per esempio, per chiarire se siamo in cerca di risposte che contengano o no determinate parole tramite, per esempio, l’utilizzo dei segni + e – oppure se vogliamo che le risposte arrivino da un solo sito web attraverso l’operatore site:.
Ma a quanto pare Google sta sperimentando anche con alcuni nuovi operatori: before: e after: per inquadrare a livello temporale la ricerca.
Da una discussione che si è aperta su BlueSky pare che questi operatori siano ancora in una fase piuttosto acerba. Ma il loro funzionamento può essere già indovinato. Qual è la difficoltà maggiore per questi operatori? Perché non ci sono già?
La discussione è cominciata su BlueSky nel momento in cui un utente ha domandato, tirando in ballo il profilo di Search Liaison, se c’era un modo per cercare articoli più vecchi di una certa data.
Nella domanda si chiarisce che l’idea sarebbe quella di riuscire a trovare articoli scritti prima che un determinato evento storico abbia avuto luogo. Da parte dell’account ufficiale di Google Search Liaison arriva la risposta che ci sono, anche se sono ancora in beta, gli operatori before: e after:.
Funzionano con una data completa, indicata nel formato anno mese giorno, oppure con la sola indicazione dell’anno di riferimento.
Il commento da parte dell’account però prosegue con una postilla importante: il riconoscimento che la data esatta di un documento può essere difficile da rintracciare per il motore di ricerca, per tutta una serie di motivi.
Uno dei tanti che possono mettersi di traverso all’utilizzo corretto e a una ricerca di successo con questi operatori è per esempio il modo non univoco e non universale con cui i proprietari di siti web gestiscono le date di pubblicazione dei contenuti.
Per esempio, c’è il problema di quei siti web che nel momento in cui un contenuto viene aggiornato non mantengono la data di prima pubblicazione, come pure quelli che non indicano affatto la data in cui un contenuto è stato pubblicato.
Siamo quindi di fronte a qualcosa su cui Google sta lavorando ma che ha già una serie di limiti con cui il motore di ricerca deve comunque misurarsi.
Eppure è più o meno possibile già fare una ricerca su Google utilizzando alcuni strumenti che consentono di dare una prospettiva temporale più precisa a quello che si sta cercando. Basta utilizzare gli strumenti che sono disponibili proprio nella barra delle opzioni sottostanti la barra di ricerca.
Se per esempio si cerca qualcosa come i Mondiali di Calcio, è possibile avere l’opzione di indicare quale data prendere in considerazione per questo contenuto.
È per esempio possibile lasciare l’indicazione Qualsiasi data oppure scegliere i contenuti che sono stati pubblicati negli ultimi 60 minuti, quelli apparsi nelle ultime 24 ore, quelli che invece sono stati pubblicati nel corso dell’ultima settimana, dell’ultimo mese o dell’ultimo anno, oppure ancora specificare un intervallo di date precise a partire dal mese, dall’anno e fino al giorno.
Con questo sistema, se si conosce la data in cui è avvenuto qualcosa, si può effettivamente fare una scrematura dei contenuti che sono apparsi prima di questo evento.
A partire dalla breve discussione che si è avuta su BlueSky abbiamo deciso di fare un piccolo focus, perché è un argomento che comunque abbiamo già trattato, sul motivo per cui sul tuo sito web dovrebbero apparire le date di pubblicazione dei contenuti e le date di aggiornamento di quegli stessi contenuti.
Immaginando un sito web in cui non ci sono date, per gli utenti è impossibile stabilire se quello che stanno leggendo è stato pubblicato da poco oppure se si tratta di informazioni vecchie che quindi non vale la pena prendere in considerazione.
Per alcune pagine l’idea di inserire una data, anche solo con l’indicazione dell’anno, può aiutare a mettere in prospettiva quello che il lettore trova.
Per esempio, anche una pagina in cui racconti quello che offri e chi sei potrebbe avere un impatto diverso se l’utente sa che è stata aggiornata di recente oppure se è ancora la stessa di dieci anni fa. Diverso invece il discorso per quei contenuti come le notizie, i tutorial, le guide.
In questo caso mostrare la data di aggiornamento più recente aiuta a segnalare all’utente che il contenuto è ancora rilevante e che quindi può trovare le informazioni che cerca senza correre il rischio di finire con il seguire un tutorial troppo vecchio.
In più, a un livello totalmente inconscio ma che risulta comunque importante, se hai il coraggio di mostrare la data in cui un contenuto è stato pubblicato stai dicendo ai possibili utenti che possono fidarsi di te ,perché non hai intenzione di nascondere loro nulla, neanche questi dettagli all’apparenza poco importanti.
Per fare in modo che gli utenti abbiano effettivamente contenuti di qualità, Google ha creato…
La presenza delle AI Overview influisce o no sul modo in cui gli utenti consumano…
Il tuo sito web è molto probabilmente costruito a partire da una serie di elementi…
Il panorama della ricerca online è in continua evoluzione, e le ricerche a "zero clic"…
Oltre la SEO tradizionale, è importante comprendere come gli LLM valutano i contenuti web e…
Il numero degli utenti che utilizzano ogni giorno Google come motore di ricerca è ovviamente…