Snapchat e il chatbot della discordia - soswp.it
Se vuoi un assaggio di che cosa significa avere a che fare con una intelligenza artificiale puoi provare a fare due chiacchiere con il chatbot di Snapchat. Ma attento a quello che chiedi.
La società proprietaria di Snapchat, popolare piattaforma di scambio messaggi soprattutto tra i più giovani, ha implementato un proprio chatbot che si basa su chatGPT. Si tratta di una funzione che si trova di default per tutti gli utenti e che viene identificata con My AI, ma il modo in cui a quanto pare l’intelligenza artificiale del social molto frequentato dai più giovani si pone proprio nei confronti di questa fascia di utenti sta generando una ondata di preoccupazione generale soprattutto tra i genitori.
Un problema a monte che riguarda la funzione proposta da Snapchat con My AI è che non è possibile escluderla in alcun modo a meno di non decidere di pagare l’abbonamento mensile Premium. Su altri social, accanto alla preoccupazione, c’è comunque chi sembra apprezzare questa sorta di compagnia virtuale.
I racconti che si trovano per esempio su Tik Tok ma anche su Facebook di genitori e ragazzi che si sono trovati a testare le funzioni del nuovo chatbot My AI implementato dentro Snapchat sono i più diversi. Alcuni hanno raccontato che per esempio il chatbot è un ottimo compagno di studio con una ragazza che su Facebook ha raccontato proprio di aver chiesto aiuto alla intelligenza artificiale con i compiti e di avere ricevuto sempre risposte corrette.
Ma accanto a chi trova affascinante e utile avere a disposizione sempre in tasca questa sorta di nuovo migliore amico c’è anche chi lo trova quantomeno inquietante. Stranianti sono per esempio due resoconti con una utente che si è fatta aiutare a scrivere una canzone dal chatbot che poi, nel momento in cui ha ricevuto la canzone confezionata dall’utente umana, ha negato il proprio coinvolgimento e un altro utente che invece si è visto mentire proprio dall’intelligenza artificiale riguardo la propria posizione salvo poi vedersi confermare correttamente dove si trovava in quel momento.
Il problema con il chatbot di Snapchat e con le altre intelligenze artificiali e che si tratta ancora di sistemi estremamente sperimentali e che quindi non sono dotati degli opportuni strumenti per discernere davvero il tipo di utente con cui si interfacciano. E allo stesso tempo, essendo strumenti molto giovani e acerbi, da parte degli esseri umani che interagiscono manca ancora quel training e quella abitudine a distinguere un essere umano reale da un modello linguistico addestrato a rispondere a comando.
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