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Snapchat, il chatbot sta generando il panico: ecco perché

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Valeria Poropat

Se vuoi un assaggio di che cosa significa avere a che fare con una intelligenza artificiale puoi provare a fare due chiacchiere con il chatbot di Snapchat. Ma attento a quello che chiedi.

La società proprietaria di Snapchat, popolare piattaforma di scambio messaggi soprattutto tra i più giovani, ha implementato un proprio chatbot che si basa su chatGPT. Si tratta di una funzione che si trova di default per tutti gli utenti e che viene identificata con My AI, ma il modo in cui a quanto pare l’intelligenza artificiale del social molto frequentato dai più giovani si pone proprio nei confronti di questa fascia di utenti sta generando una ondata di preoccupazione generale soprattutto tra i genitori.

Snapchat fa provare la IA con un chatbot – soswp.it

Un problema a monte che riguarda la funzione proposta da Snapchat con My AI è che non è possibile escluderla in alcun modo a meno di non decidere di pagare l’abbonamento mensile Premium. Su altri social, accanto alla preoccupazione, c’è comunque chi sembra apprezzare questa sorta di compagnia virtuale.

Il chatbot di Snapchat preoccupa, ecco perché

I racconti che si trovano per esempio su Tik Tok ma anche su Facebook di genitori e ragazzi che si sono trovati a testare le funzioni del nuovo chatbot My AI implementato dentro Snapchat sono i più diversi. Alcuni hanno raccontato che per esempio il chatbot è un ottimo compagno di studio con una ragazza che su Facebook ha raccontato proprio di aver chiesto aiuto alla intelligenza artificiale con i compiti e di avere ricevuto sempre risposte corrette.

MY AI di Snapchat, il chatbot non piace a tutti – soswp.it

Ma accanto a chi trova affascinante e utile avere a disposizione sempre in tasca questa sorta di nuovo migliore amico c’è anche chi lo trova quantomeno inquietante. Stranianti sono per esempio due resoconti con una utente che si è fatta aiutare a scrivere una canzone dal chatbot che poi, nel momento in cui ha ricevuto la canzone confezionata dall’utente umana, ha negato il proprio coinvolgimento e un altro utente che invece si è visto mentire proprio dall’intelligenza artificiale riguardo la propria posizione salvo poi vedersi confermare correttamente dove si trovava in quel momento.

Il problema con il chatbot di Snapchat e con le altre intelligenze artificiali e che si tratta ancora di sistemi estremamente sperimentali e che quindi non sono dotati degli opportuni strumenti per discernere davvero il tipo di utente con cui si interfacciano. E allo stesso tempo, essendo strumenti molto giovani e acerbi, da parte degli esseri umani che interagiscono manca ancora quel training e quella abitudine a distinguere un essere umano reale da un modello linguistico addestrato a rispondere a comando.

Valeria Poropat

Laureata in traduzione, Valeria adora da sempre la tecnologia in ogni sua forma e in particolare ai modi in cui la tecnologia può aiutare ad avvicinare le persone e stimolare la curiosità.

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