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Wix sfida WordPress: diamo un’occhiata alle novità

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Valeria Poropat

Quasi la metà dei siti costruiti nel mondo sono sorretti dalla struttura di WordPress ma ci sono altri attori in questo settore specifico.

Uno tra quelli che di recente si è dimostrato più attivo è Wix, che ha di recente rilasciato il servizio Wix Studio. Wix Studio non è equivalente alla versione utilizzabile attraverso Wix.com. È un servizio molto più complesso e molto più articolato, che potrebbe essere una alternativa a WordPress. Per capire se è davvero così andiamo a guardare da vicino come funziona.

Wix prova a scalfire il dominio di WordPress con Studio (foto Wix) – sos-wp.it

Wix Studio, il nuovo rivale di WordPress?

La prima grande differenza che va fatta quando si parla di Wix Studio rispetto a Wix.com è che Wix è la piattaforma pensata per chi vuole costruire un proprio sito web e non ha troppe necessità da soddisfare.

Wix Studio, invece, è una esperienza che la società dichiara essere pensata soprattutto per le agenzie e quindi per le realtà strutturate. Motivo per cui, per esempio, sono stati creati 5 livelli di abbonamento per realtà diverse.

Si passa dall’abbonamento Basic con 10 GB di spazio e tre collaboratori al Plus, che per esempio accetta accetta fino a 10 collaboratori e offre sistemi di pagamento integrati all’interno del sito e anche un assistenza prioritaria.

La parola d’ordine per Wix Studio è velocità e in effetti il pannello generale di controllo sembra pensato per avere sotto controllo rapidamente tutto ciò di cui si ha bisogno. Un elemento interessante è il fatto di poter controllare l’aspetto del proprio sito web sia su smartphone, sia su PC in tempo reale con delle comode icone.

Wix Studio offre poi elementi animati intuitivi, che possono essere aggiunti con un sistema che ricorda in realtà quello che si può fare anche con Canva, per creare slide animate. Wix Studio utilizza un sistema drag and drop, per gestire gli elementi dei menu e dei sottomenu e l’elemento responsive dei design e delle pagine è affidato a una intelligenza artificiale cui viene chiesto di muovere, ridimensionare o cambiare il comportamento degli elementi grafici in base allo spazio che c’è a disposizione.

Anche Wix Studio fa quindi ricorso a una intelligenza artificiale che dovrebbe aiutare gli utenti a creare rapidamente quello di cui hanno bisogno. Per garantire che gli utenti che vogliono provare o che stanno provando Wix Studio siano contenti di ciò che stanno sperimentando, la società ha anche creato una serie di tutorial che spiegano dettagliatamente tutte le funzioni.

E vale la pena ricordare anche che c’è un marketplace per elementi accessori da aggiungere e un sistema di incentivi. Tutto questo però si trova all’interno di un ecosistema che, un po’ come Shopify, è un ecosistema chiuso. E questa è la grande differenza con quello che c’è dentro WordPress che invece, oltre a cercare di creare una piattaforma stabile per la costruzione di siti web, è anche un esempio di software open source.

Uno spunto di riflessione

Molto di recente una delle personalità che possiamo definire punti di riferimento nella community di WordPress che si muove su YouTube, Jamie Marsland, ha pubblicato un video in cui parla proprio di Wix. Marsland ha raccontato con dovizia di particolari come si è trovato a fare questa sorta di piccola video recensione del sistema Wix Studio.

Ma oltre a una panoramica del nuovo sistema, che dovrebbe essere il competitor di WordPress, molto interessante è la discussione che si è aperta sotto il video. Ovviamente, il pubblico di Marsland è un pubblico fatto di persone che utilizzano quotidianamente WordPress perché ne hanno abbracciato la filosofia e trovano gli strumenti proposti da WordPress i migliori per arrivare all’obiettivo.

Ma ci sono un paio di frasi piuttosto ricorrenti. Frasi che riguardano in particolare ciò che proprio WordPress potrebbe imparare dal modo in cui Wix sta aggredendo il mercato: una campagna che punta moltissimo sul marketing.

Mentre, e questo è qualcosa che molti rimproverano a WordPress, la società non sembra interessata ad adottare strategie simili per ampliare la propria community. E c’è poi chi sottolinea come sarebbe ora che WordPress, oltre ad appoggiarsi ai plugin, trasformasse il proprio ecosistema di base in qualcosa di un po’ più user friendly da subito.

Oltre a queste due piccole rimostranze la maggior parte dei commenti è, potremmo dire, pro-WordPress. Il motivo è la filosofia di base.

Rispetto a Wix e rispetto alle altre piattaforme proprietarie con software chiuso, c’è un vantaggio che WordPress, nonostante la sua curva di apprendimento che può sembrare all’inizio una vera e propria montagna, è in grado di offrire ai suoi utenti: la libertà di possedere quello che c’è sul proprio sito.

WordPress, infatti, mette a disposizione solo l’impalcatura su cui costruire il sito, il che significa che non c’è nulla che WordPress possa fare per bloccare un contenuto se per esempio non si paga un abbonamento. I sistemi chiusi come Wix e gli altri garantiscono una struttura a tutto tondo, bella da vedere (seppure ancora un po’ limitata nelle possibili combinazioni dicono altri commenti), che però è una struttura chiusa e soprattutto è una struttura che non consente di possedere nei fatti quello che si è messo sul sito.

Valeria Poropat

Laureata in traduzione, Valeria adora da sempre la tecnologia in ogni sua forma e in particolare ai modi in cui la tecnologia può aiutare ad avvicinare le persone e stimolare la curiosità.

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