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Il blog aziendale è uno degli strumenti più potenti per attrarre clienti, rafforzare l’autorevolezza e generare contatti qualificati. Molte aziende lo trattano come un’attività secondaria o improvvisata.
Il risultato è che tanto impegno si traduce in pochi risultati concreti. Analizziamo i principali errori che portano un blog aziendale a non funzionare e vediamo come poterli evitare.
Un blog senza obiettivi è come una barca senza rotta. Pubblicare articoli senza sapere se si punta a generare traffico, a rafforzare la reputazione o a raccogliere lead porta a contenuti inconsistenti e privi di direzione.
La soluzione è definire obiettivi SMART (specifici, misurabili, raggiungibili, realistici e temporizzati) che guidino la produzione dei contenuti e la misurazione dei risultati.
Un errore frequente è pubblicare articoli in modo sporadico, magari seguendo l’ispirazione del momento. Questa irregolarità mina la credibilità e rende difficile fidelizzare i lettori.
Un calendario editoriale permette di organizzare i contenuti, mantenere costanza e coprire in modo sistematico le tematiche strategiche per il brand.
Molti blog aziendali finiscono per parlare solo di sé stessi: prodotti, servizi, eventi interni. Questo atteggiamento allontana i lettori, che cercano invece soluzioni ai propri problemi.
Un contenuto efficace parte dai bisogni del pubblico e fornisce risposte utili, con un approccio customer-centric.
Scrivere articoli senza considerare la SEO equivale a parlare a una platea vuota. Keyword, struttura degli heading, meta description e link interni sono strumenti fondamentali per farsi trovare.
Non serve diventare esperti tecnici, ma seguire le buone pratiche SEO on-page è indispensabile per trasformare i contenuti in traffico qualificato.
Un articolo pubblicato e lasciato lì non raggiungerà mai il suo potenziale. La distribuzione è parte integrante della strategia: newsletter, social network e collaborazioni esterne amplificano la visibilità .
Ignorare questo passaggio significa perdere opportunitĂ di contatto con nuovi lettori.
Molti blog vengono gestiti “a sensazione”, senza monitorare metriche chiave come traffico organico, tasso di conversione o tempo medio di lettura.
Senza dati non si può migliorare. Strumenti come Google Analytics 4 e Search Console permettono di misurare in modo concreto l’impatto degli articoli.
Cambiare continuamente stile e linguaggio crea disorientamento. Un brand deve avere una voce coerente, riconoscibile e allineata con i valori aziendali.
Stabilire linee guida editoriali per tono, lessico e formattazione è fondamentale per trasmettere professionalità .
Un contenuto vecchio di tre anni, con dati obsoleti o screenshot datati, rischia di danneggiare la credibilitĂ . Il content refresh periodico garantisce rilevanza e aggiorna le informazioni secondo le evoluzioni del settore.
Un blog deve essere leggibile da tutti, inclusi gli utenti con disabilitĂ . Ignorare principi di base come contrasto, alternative testuali per le immagini o microcopy chiari equivale a escludere parte del pubblico.
Seguire le WCAG 2.2 e gli standard europei in materia di accessibilità non è solo un obbligo etico, ma anche un’opportunità di migliorare la user experience complessiva.
Infine, un blog che non dialoga con gli obiettivi aziendali è destinato a rimanere marginale. I contenuti devono supportare le fasi del funnel: awareness, consideration e decision, accompagnando l’utente verso l’azione.
Evitare questi errori non significa trasformare un blog aziendale in una macchina perfetta dall’oggi al domani. Significa però costruire basi solide per generare valore, autorevolezza e risultati concreti.
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