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I 10 errori piĂą comuni da non fare ella gestione di un blog aziendale

Published by
Marco Caccia

Il blog aziendale è uno degli strumenti più potenti per attrarre clienti, rafforzare l’autorevolezza e generare contatti qualificati. Molte aziende lo trattano come un’attività secondaria o improvvisata.

@unsplahs

Il risultato è che tanto impegno si traduce in pochi risultati concreti. Analizziamo i principali errori che portano un blog aziendale a non funzionare e vediamo come poterli evitare.

1. Obiettivi poco chiari

Un blog senza obiettivi è come una barca senza rotta. Pubblicare articoli senza sapere se si punta a generare traffico, a rafforzare la reputazione o a raccogliere lead porta a contenuti inconsistenti e privi di direzione.

La soluzione è definire obiettivi SMART (specifici, misurabili, raggiungibili, realistici e temporizzati) che guidino la produzione dei contenuti e la misurazione dei risultati.

2. Mancanza di un piano editoriale

Un errore frequente è pubblicare articoli in modo sporadico, magari seguendo l’ispirazione del momento. Questa irregolarità mina la credibilità e rende difficile fidelizzare i lettori.

Un calendario editoriale permette di organizzare i contenuti, mantenere costanza e coprire in modo sistematico le tematiche strategiche per il brand.

3. Contenuti autoreferenziali

Molti blog aziendali finiscono per parlare solo di sé stessi: prodotti, servizi, eventi interni. Questo atteggiamento allontana i lettori, che cercano invece soluzioni ai propri problemi.

Un contenuto efficace parte dai bisogni del pubblico e fornisce risposte utili, con un approccio customer-centric.

4. Scarsa attenzione alla SEO

Scrivere articoli senza considerare la SEO equivale a parlare a una platea vuota. Keyword, struttura degli heading, meta description e link interni sono strumenti fondamentali per farsi trovare.

Non serve diventare esperti tecnici, ma seguire le buone pratiche SEO on-page è indispensabile per trasformare i contenuti in traffico qualificato.

5. Nessuna distribuzione oltre al sito

Un articolo pubblicato e lasciato lì non raggiungerà mai il suo potenziale. La distribuzione è parte integrante della strategia: newsletter, social network e collaborazioni esterne amplificano la visibilità.

Ignorare questo passaggio significa perdere opportunitĂ  di contatto con nuovi lettori.

6. Mancanza di misurazione

Molti blog vengono gestiti “a sensazione”, senza monitorare metriche chiave come traffico organico, tasso di conversione o tempo medio di lettura.

Senza dati non si può migliorare. Strumenti come Google Analytics 4 e Search Console permettono di misurare in modo concreto l’impatto degli articoli.

@unsplahs

7. Tono di voce incoerente

Cambiare continuamente stile e linguaggio crea disorientamento. Un brand deve avere una voce coerente, riconoscibile e allineata con i valori aziendali.

Stabilire linee guida editoriali per tono, lessico e formattazione è fondamentale per trasmettere professionalità.

8. Mancanza di aggiornamento dei contenuti

Un contenuto vecchio di tre anni, con dati obsoleti o screenshot datati, rischia di danneggiare la credibilitĂ . Il content refresh periodico garantisce rilevanza e aggiorna le informazioni secondo le evoluzioni del settore.

9. Trascurare l’accessibilità

Un blog deve essere leggibile da tutti, inclusi gli utenti con disabilitĂ . Ignorare principi di base come contrasto, alternative testuali per le immagini o microcopy chiari equivale a escludere parte del pubblico.

Seguire le WCAG 2.2 e gli standard europei in materia di accessibilità non è solo un obbligo etico, ma anche un’opportunità di migliorare la user experience complessiva.

10. Non allineare il blog con il business

Infine, un blog che non dialoga con gli obiettivi aziendali è destinato a rimanere marginale. I contenuti devono supportare le fasi del funnel: awareness, consideration e decision, accompagnando l’utente verso l’azione.

Conclusioni

Evitare questi errori non significa trasformare un blog aziendale in una macchina perfetta dall’oggi al domani. Significa però costruire basi solide per generare valore, autorevolezza e risultati concreti.


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Marco Caccia

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