Fattori di ranking: come Google decide chi sta sopra e chi sotto nella SERP
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Marco Caccia
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Come decide Google quali pagine mostrare per prime quando effettuiamo una ricerca? La risposta sta nel suo algoritmo, un sistema che utilizza centinaia di segnali, noti come fattori di ranking SEO.
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Comprendere questi fattori è cruciale per chiunque voglia migliorare la visibilità del proprio sito web e ottenere un buon posizionamento su Google. Sebbene Google non pubblichi una lista ufficiale e dettagliata di tutti i segnali utilizzati (e il loro peso specifico), anni di analisi, dichiarazioni ufficiali ed esperienza nel settore SEO ci permettono di identificare le aree principali su cui si concentra l’algoritmo di Google.
Un concetto fondamentale da tenere a mente fin da subito è l’intento di ricerca (User Intent): l’obiettivo primario di Google è soddisfare la necessità o la domanda che sta dietro la query dell’utente. I fattori di ranking vengono quindi valutati in funzione di quanto una pagina riesce a rispondere efficacemente a questo intento.
Data la complessità e il numero elevato di segnali, il modo migliore per capire come funziona Google è raggruppare i fattori di ranking in macro-categorie principali. Questo articolo servirà da guida introduttiva a queste categorie, una mappa per orientarsi nel mondo della SEO e capire dove focalizzare gli sforzi per migliorare il proprio sito.
Come funziona l’algoritmo di Google
L’algoritmo di Google è in continua evoluzione. Il suo scopo è setacciare l’enorme quantità di informazioni disponibili sul web per fornire all’utente i risultati più pertinenti, utili e affidabili nel minor tempo possibile. Per farlo, utilizza una vasta gamma di fattori di ranking SEO per analizzare e confrontare le pagine web.
Negli ultimi anni, il Machine Learning (con sistemi come RankBrain, BERT, MUM e altri) ha assunto un ruolo sempre più importante, aiutando Google a comprendere meglio le sfumature del linguaggio naturale, il contesto delle ricerche e la reale pertinenza dei contenuti.
Inoltre, l’algoritmo non è statico. Google rilascia periodicamente aggiornamenti, alcuni minori e quasi quotidiani, altri più significativi come i Google Core Update, che possono modificare l’importanza relativa (il “peso”) dei diversi fattori di ranking, riflettendo una comprensione sempre più profonda di ciò che gli utenti ritengono di qualità.
Le macro-categorie principali dei fattori di ranking SEO
Per mettere ordine nella complessità, possiamo identificare sei aree principali che influenzano il posizionamento di un sito web:
1. Qualità, pertinenza e profondità dei contenuti
Il contenuto è il cuore di ogni sito web e rimane uno dei pilastri fondamentali della SEO. Google premia i contenuti che soddisfano pienamente l’intento di ricerca dell’utente.
Perché è importante: Google vuole offrire risposte complete, accurate e utili.
Elementi chiave:
Originalità: Contenuti unici, non duplicati da altre fonti.
Accuratezza e Affidabilità: Informazioni corrette e ben supportate.
Completezza e Profondità: Trattare l’argomento in modo esauriente, rispondendo alle domande correlate all’intento principale. La lunghezza può essere una conseguenza della profondità, ma non è un obiettivo in sé.
Leggibilità e Chiarezza: Testo ben strutturato, facile da leggere e comprendere.
Freschezza: Contenuti aggiornati, specialmente per argomenti sensibili al tempo.
Uso Naturale delle Keyword: Integrare le parole chiave in modo pertinente al contesto, senza forzature (keyword stuffing).
2. SEO tecnica e On-Page
Un sito tecnicamente solido permette a Google di trovarlo, leggerlo (crawl), capirlo e inserirlo nel suo indice (index) senza problemi.
Perché è importante: Se Google non può accedere o comprendere correttamente il tuo sito, anche i contenuti migliori avranno difficoltà a posizionarsi.
Elementi chiave:
Crawlability: Facilità con cui i crawler di Google possono scansionare il sito (gestita tramite robots.txt, struttura link interni).
Indicizzazione: Assicurarsi che le pagine importanti siano indicizzate (Sitemap XML, meta tag robots).
Mobile-First Indexing: Google valuta primariamente la versione mobile del sito; l’usabilità su mobile è quindi fondamentale.
HTTPS: La sicurezza della connessione è un fattore di ranking confermato (seppur leggero).
Struttura URL: URL brevi, descrittivi e logici.
Architettura del Sito: Organizzazione chiara e gerarchica dei contenuti.
Dati Strutturati (Schema.org): Codice che aiuta Google a capire il significato e il contesto dei contenuti (es. per recensioni, ricette, FAQ).
Ottimizzazione On-Page: Uso corretto di Title Tag, Meta Description, Intestazioni (H1, H2…), Alt text delle immagini.
3. Esperienza Utente (UX) e Performance
Google vuole che gli utenti abbiano un’esperienza positiva sui siti che raccomanda. Un sito veloce, facile da usare e privo di ostacoli è premiato.
Perché è importante: Un utente soddisfatto è più propenso a rimanere sul sito, interagire e tornare. Google interpreta questo come un segnale di qualità.
Elementi chiave:
Core Web Vitals: Metriche specifiche che misurano l’esperienza di caricamento (LCP – Largest Contentful Paint), l’interattività (INP – Interaction to Next Paint, che ha sostituito FID) e la stabilità visiva (CLS – Cumulative Layout Shift).
Velocità di Caricamento Generale: Tempi rapidi di caricamento delle pagine su tutti i dispositivi.
Design Responsive: Adattabilità perfetta del layout a desktop, tablet e smartphone.
Navigabilità: Menu chiari, struttura logica, facilità nel trovare le informazioni.
Assenza di Elementi Intrusivi: Evitare popup eccessivi o pubblicità che ostacolano la fruizione del contenuto principale.
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4. Autorevolezza Off-Page: backlink e segnali esterni
L’autorevolezza di un sito non è determinata solo da ciò che contiene, ma anche da come viene percepito e referenziato dal resto del web.
Perché è importante: Google interpreta i link provenienti da altri siti autorevoli come “voti di fiducia”. Anche la reputazione generale del brand conta.
Elementi chiave:
Qualità dei Backlink: Link provenienti da siti autorevoli, pertinenti tematicamente e affidabili sono molto più preziosi di tanti link di bassa qualità.
Quantità di Referring Domains: Il numero di domini unici diversi che linkano al tuo sito è un indicatore importante di popolarità e autorevolezza.
Pertinenza dei Link: I link da siti dello stesso settore o argomento hanno più peso.
Anchor Text: Il testo cliccabile dei link dovrebbe essere vario e naturale.
Brand Mentions: Menzioni del tuo brand o sito su altri portali, anche senza link diretto, possono contribuire alla percezione di autorevolezza.
Reputazione Online: Recensioni, discussioni sui social media e presenza generale del brand.
Introdotto e sempre più enfatizzato da Google, E-E-A-T (Experience, Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness) è un framework per valutare la credibilità e l’affidabilità complessiva del sito e dei suoi contenuti.
Perché è importante: Google vuole proteggere gli utenti da informazioni fuorvianti o dannose, specialmente per argomenti “sensibili” (YMYL – Your Money Your Life: finanza, salute, sicurezza, ecc.). Dimostrare E-E-A-T costruisce fiducia.
Elementi chiave:
Esperienza (Experience): L’autore dimostra esperienza pratica e diretta sull’argomento trattato?
Competenza (Expertise): L’autore possiede le conoscenze e le qualifiche necessarie?
Autorevolezza (Authoritativeness): Il sito e/o l’autore sono riconosciuti come un punto di riferimento nel settore? (Backlink, menzioni, riconoscimenti aiutano).
Affidabilità (Trustworthiness): Il sito è trasparente? È facile capire chi c’è dietro, come contattarlo? Le informazioni sono accurate e supportate da fonti? La sicurezza (HTTPS) è garantita?
6. Contesto della ricerca e potenziali segnali utente
L’algoritmo di Google cerca di capire il contesto specifico di ogni ricerca per fornire il risultato migliore in quella situazione.
Perché è importante: Lo stesso termine di ricerca può avere significati diversi a seconda di dove si trova l’utente, della sua cronologia o del momento.
Elementi chiave:
Local SEO: Pertinenza dei risultati per ricerche con intento locale (es. “ristorante vicino a me”). Ottimizzazione del Google Business Profile è fondamentale qui.
Personalizzazione: I risultati possono variare leggermente in base alla cronologia di ricerca, alla posizione e ad altre preferenze dell’utente.
Comprensione Semantica: Capacità dell’algoritmo di capire il significato profondo della query, al di là delle singole parole chiave.
Indicatori Potenziali di Soddisfazione Utente: Sebbene Google sia cauto nel confermarne l’uso diretto come fattori di ranking (a causa della loro potenziale “rumorosità” e manipolabilità), segnali come il Click-Through Rate (CTR) dai risultati di ricerca, il tempo speso sulla pagina (dwell time), o un basso tasso di ritorno rapido alla SERP (pogo-sticking) sono spesso discussi in studi di correlazione SEO come possibili indicatori indiretti che un risultato soddisfa o meno l’utente. Vanno interpretati con cautela.
Fattori di ranking: confermati, probabili, dibattuti e superati
Non tutti i segnali discussi nella comunità SEO hanno lo stesso livello di “ufficialità”:
Confermati da Google: Fattori che Google ha esplicitamente dichiarato di usare (es. HTTPS, Mobile-friendliness, pertinenza dei contenuti, qualità dei link).
Probabili/Forti Correlazioni: Fattori non confermati ufficialmente ma la cui importanza è evidente da analisi, best practice consolidate e logica (es. molti aspetti di E-E-A-T, profondità del contenuto, Core Web Vitals).
Dibattuti/Non Confermati: Fattori il cui impatto diretto è oggetto di discussione o non chiarito da Google (es. l’uso diretto di specifici segnali comportamentali come il bounce rate).
Superati/Miti: Pratiche o segnali che un tempo potevano avere peso ma ora sono considerati irrilevanti o addirittura dannosi (es. Meta Keywords tag, keyword stuffing eccessivo, puntare solo sulla quantità di link a discapito della qualità).
Cosa conta davvero? L’approccio olistico e la qualità
Di fronte a centinaia di potenziali segnali, è facile sentirsi sopraffatti. Esiste un singolo fattore magico per dominare la SERP? La risposta è no.
Il successo duraturo nella SEO deriva da un approccio olistico: lavorare costantemente per migliorare il sito web sotto tutti gli aspetti rilevanti, tenendo sempre al centro l’utente. Google stesso, nelle sue Linee Guida per i Quality Rater (le persone che valutano la qualità dei risultati di ricerca), pone enorme enfasi sulla qualità dei contenuti, sull’esperienza utente e sull’affidabilità (E-E-A-T).
Concentrarsi sulla creazione di un sito web che sia genuinamente utile, informativo, facile da usare e affidabile per il proprio pubblico di riferimento è la strategia più efficace e sostenibile nel tempo, capace di resistere anche ai futuri Google Core Update.
Conclusione: una mappa per la sua Strategia SEO
Comprendere le principali categorie dei fattori di ranking di Google – Contenuti, SEO Tecnica/On-Page, Esperienza Utente, Autorevolezza Off-Page, E-E-A-T, Contesto e Segnali Utente – fornisce una mappa essenziale per orientare la tua strategia SEO. Nessuna categoria agisce in isolamento, ma è la loro combinazione e l’equilibrio complessivo a determinare il successo.
Approfondisci ogni aspetto, affina ulteriormente le tue competenze e migliorare concretamente il posizionamento Google del tuo sito. Se hai domande su queste categorie, vuoi condividere la tua esperienza, o ricevere un supporto tecnico, mettiti in contatto con noi di SOS WP!