Fattori di ranking SEO nel 2025: la tua strategia tra verità e falsi miti

Fattori di ranking SEO
Tabella dei Contenuti

Il mondo della SEO è in continua evoluzione e spesso è facile imbattersi in consigli datati, strategie inefficaci o vere e proprie “leggende metropolitane” sui fattori di ranking di Google.

Smartphone su sfondo giallo e pagina Google
@pexels

Credere a questi falsi miti può farti perdere tempo prezioso, sprecare budget e, nel peggiore dei casi, persino danneggiare il posizionamento del tuo sito web.

Nella nostra Guida ai fattori di ranking Google, abbiamo esplorato le aree principali su cui l’algoritmo di Google si concentra per classificare i siti web. Ora facciamo chiarezza su cosa non conta più o è stato frainteso, andando ad approfondire alcuni dei punti accennati nella sezione sui fattori confermati, dibattuti e superati di quella guida.

Sfatiamo alcuni dei miti SEO più comuni e persistenti nel 2025. L’obiettivo è aiutarti a distinguere le informazioni affidabili da quelle fuorvianti, permettendoti di concentrare le tue energie sulle strategie che portano risultati concreti per il tuo sito.

I fattori di ranking e i miti SEO più diffusi (e perché non devi crederci)

Analizziamo uno per uno alcuni dei fraintendimenti più comuni:

L’anzianità del dominio è un fattore di ranking diretto

  • La Credenza: Un dominio registrato da molti anni ha automaticamente un vantaggio SEO.
  • La Realtà: Questo è un mito. Google stesso ha chiarito che l’età del dominio in sé non è un fattore di ranking. Ciò che conta è la storia costruita su quel dominio: la qualità dei contenuti pubblicati nel tempo, l’autorevolezza acquisita tramite link naturali, l’esperienza utente offerta. Un sito nuovo ma di altissima qualità può tranquillamente superare un sito vecchio ma mediocre o trascurato. Non focalizzarti sull’età, ma sulla qualità che costruisci oggi.

Avere la keyword esatta nel dominio (EMD) è fondamentale

  • La Credenza: Registrare un dominio come www.migliori-scarpe-running.it garantisce un ottimo posizionamento per “migliori scarpe running”.
  • La Realtà: Questa pratica ha perso quasi tutta la sua efficacia. Google è molto più sofisticato ora. Sebbene un dominio pertinente possa dare un leggerissimo segnale contestuale, è infinitamente più importante avere un brand riconoscibile e memorabile, contenuti di qualità che rispondano all’intento di ricerca, e un profilo backlink autorevole. Un EMD di bassa qualità verrà surclassato da un sito brandizzato di alta qualità. Concentrati sulla costruzione del tuo brand e sulla qualità generale del sito.

Il tag Meta Keywords serve ancora per la SEO

  • La Credenza: Compilare il campo “meta keywords” nell’HTML aiuta Google a capire di cosa parla la pagina.
  • La Realtà: Falso da moltissimi anni. Google ha ufficialmente dichiarato di ignorare completamente il tag meta keywords già dal 2009, a causa dell’abuso (keyword stuffing) che se ne faceva. Compilarlo è inutile ai fini del ranking su Google. Concentrati invece su un Title Tag accattivante e una Meta Description persuasiva.

Bisogna raggiungere una precisa “densità di keyword” nel testo

  • La Credenza: Ripetere la parola chiave principale un certo numero di volte (es. 2-3% del testo) è necessario per posizionarsi.
  • La Realtà: Questo è un approccio obsoleto e potenzialmente dannoso. L’algoritmo di Google, grazie al machine learning e alla comprensione semantica, capisce gli argomenti e la pertinenza senza bisogno di ripetizioni forzate. Anzi, il “keyword stuffing” è una pratica penalizzata. Scrivi in modo naturale e scorrevole per i tuoi lettori, usando sinonimi, termini correlati e coprendo l’argomento in modo completo. La pertinenza e la qualità del contenuto sono la chiave.

Testi lunghi = miglior ranking (sempre e comunque)

  • La Credenza: Scrivere articoli di migliaia di parole garantisce un posizionamento migliore.
  • La Realtà: La lunghezza in sé non è un fattore di ranking. È vero che contenuti approfonditi e completi spesso si posizionano bene per query informative complesse (perché soddisfano meglio l’user intent), ma non è una regola assoluta. Per alcune ricerche, una risposta breve e diretta è la soluzione migliore. L’obiettivo non è la lunghezza, ma la qualità, la completezza rispetto all’intento di ricerca, e la capacità di rispondere efficacemente alla domanda dell’utente. A volte meno è più.

Avere tante pagine fa bene alla SEO

  • La Credenza: Più pagine indicizzate ha un sito, più Google lo considera autorevole.
  • La Realtà: La qualità batte la quantità. Avere centinaia o migliaia di pagine di bassa qualità (“thin content”), duplicate o inutili per l’utente può anzi diluire l’autorevolezza del sito e sprecare crawl budget. È molto meglio avere un numero inferiore di pagine ma eccellenti, ben strutturate e che rispondano perfettamente a specifici intenti di ricerca.

Il Bounce Rate è un fattore di ranking diretto

  • La Credenza: Un bounce rate alto penalizza il sito agli occhi di Google.
  • La Realtà: Google non ha mai confermato l’uso diretto del bounce rate come fattore di ranking, ed è logico pensare che non lo faccia. Si tratta di una metrica di Web Analytics (visibile in Google Analytics) il cui significato è altamente dipendente dal contesto. Un utente potrebbe rimbalzare da un articolo di blog perché non interessante, oppure potrebbe rimbalzare da una pagina contatti perché ha trovato subito il numero di telefono che cercava (un’interazione positiva!). Google valuta la soddisfazione utente con segnali molto più sofisticati e contestualizzati.

Like, share e follower sui social migliorano direttamente il ranking.

  • La Credenza: Tanta attività sui social network spinge automaticamente un sito più in alto su Google.
  • La Realtà: Non direttamente. Google ha più volte affermato che i segnali social (like, condivisioni, numero di follower) non sono fattori diretti del suo algoritmo di ricerca principale. Tuttavia, una forte presenza social ha un valore indiretto enorme: aumenta la visibilità dei contenuti, può generare traffico, e soprattutto può portare all’acquisizione di backlink naturali e brand mentions, che sono fattori importanti.
Sociaò e fattori di ranking
@pexels

Usare AMP è ancora cruciale per la SEO da mobile

  • La Credenza: Le pagine AMP sono necessarie per posizionarsi bene su mobile o nelle notizie.
  • La Realtà: Non più. Sebbene AMP sia stato promosso da Google per anni, non è più un requisito per apparire nel carosello “Notizie principali” e non è un fattore di ranking diretto. Ciò che conta ora è l’esperienza utente sulla pagina mobile, misurata dai Core Web Vitals e altri segnali di page experience, che si applicano a tutte le pagine, AMP o non AMP.

Mettere le keyword nella Meta Description migliora il posizionamento

  • La Credenza: Infarcire la Meta Description di parole chiave aiuta il ranking per quelle keyword.
  • La Realtà: La Meta Description non è un fattore di ranking diretto. Google non usa le parole chiave presenti in essa per classificare la pagina. Tuttavia, la Meta Description è fondamentale per il Click-Through Rate (CTR). Una descrizione ben scritta, persuasiva e che includa la keyword (che Google spesso evidenzia in grassetto nei risultati) può invogliare l’utente a cliccare sul tuo risultato anziché su quello di un competitor. Quindi, ottimizzala per gli utenti, non per l’algoritmo! (Categoria SEO Tecnica/On-Page).

Acquistare backlink è il modo più veloce per scalare la SERP

  • La Credenza: Comprare pacchetti di link è una scorciatoia efficace per migliorare l’autorevolezza.
  • La Realtà: È una pratica estremamente rischiosa che viola le linee guida di Google. L’acquisto di link con l’intento di manipolare i risultati di ricerca può portare a penalizzazioni severe, manuali o algoritmiche, che possono far crollare il tuo traffico. La costruzione di un profilo backlink sano si basa sulla link earning: guadagnare link naturali grazie a contenuti di valore, relazioni e outreach di qualità. (Categoria Autorevolezza Off-Page).

Conclusione: concentrati su ciò che conta davvero

Sfatare questi miti SEO è fondamentale per non disperdere energie in attività inutili o dannose. L’algoritmo di Google valuta un sito web attraverso diverse lenti: la qualità intrinseca dei contenuti, la solidità tecnica, l’esperienza offerta all’utente, l’autorevolezza esterna e l’affidabilità generale (E-E-A-T).

Ignora le scorciatoie e le promesse mirabolanti. Investi il tuo tempo e le tue risorse nel costruire un sito web eccellente sotto tutti questi aspetti, mettendo sempre l’utente al primo posto. Questa è la strategia SEO più efficace e sostenibile per ottenere risultati duraturi nel 2025 e oltre.

Conosci altri miti SEO che vorresti sfatare? Hai domande o hai bisogno di assistenza? Contatta il team di SOS WP!

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