Molti visitatori, specie se sono agli inizi, ci chiedono che cos’è e come ridurre la frequenza di rimbalzo (o bounce rate).
Ma cos’è la frequenza di rimbalzo?
È la percentuale degli utenti che abbandonano il tuo sito dopo aver aperto una sola pagina.
Quindi, la situazione che si verifica è questa
Il fatto che un utente non abbia interesse a navigare su altre pagine del tuo sito possono essere diverse.
Bisogna quindi chiedersi: perché la gente non si ferma sul tuo sito?
Le possibilità sono essenzialmente due:
Ci potrebbero però anche essere altri motivi. Qui di seguito, intanto, esaminiamo varie strategie che puoi applicare per cercare di abbassare la frequenza di rimbalzo.
Vediamone alcune insieme.
Ne tratteremo sicuramente altre nel nostro gruppo Facebook TUTTO SEO, la community gratuita pensata per chi vuole imparare le migliori strategie di SEO.
Per evitare che un utente abbandoni il tuo sito senza consultare alcuna altra pagina, oltre a quella sulla quale è atterrato, ci sono diverse tecniche.
Scopri quali sono le più efficaci, poi mettile in pratica ed effettua dei test.
Non è possibile garantirti quale di esse funzioni meglio sul tuo sito, i casi possono essere molto diversi.
L’unica cosa che puoi fare è testare, testare, testare!
Comincia ad implementarle una per volta e tieni costantemente sotto controllo i report di Google Analytics che definiscono la frequenza di rimbalzo.
Trovi questi dati in diverse sezioni di Analytics:
Se con il tempo i dati migliorano, significa che sei sulla buona strada!
Se invece, nonostante i tuoi sforzi, non ottieni i risultati sperati, contattaci e valuteremo insieme una strategia efficace per il tuo caso.
C’è chi trova i pop-up terribilmente fastidiosi e chi li considera un ottimo strumento di conversione.
Devi testarli: se un pop-up che appare troppo presto alza la tua frequenza di rimbalzo, prova a ritardarne un po’ la visualizzazione, lasciando che gli utenti visitino prima il sito.
Prova anche a testare diversi tipi di popup:
Un design ben curato rafforza la percezione positiva del tuo brand, quindi impara a guardare il tuo sito con occhio obiettivo anche dal punto di vista estetico.
Un buon design non ha solamente una funzione estetica, ma ha anche dei vantaggi in termini di conversioni.
Pagine chiare e ordinate ti permetteranno di focalizzare l’attenzione del visitatore nei punti più importanti della pagina, senza distrazioni.
Potrai così invogliare l’utente a visitare altre pagine, mettendo in evidenza pulsanti e call to action.
Puoi seguire alcune regole di base per ridurre la frequenza di rimbalzo migliorando l’usabilità:
Ricorda che un sito facilmente fruibile è fondamentale per permettere agli utenti un’ottima esperienza sulla tua piattaforma.
Contenuti video e audio possono dare grandi risultati, ma anche essere armi a doppio taglio. Usali pure, ma per ridurre la frequenza di rimbalzo devi seguire alcune regole:
Segui con attenzione queste regole e vedrai un ottimo impatto sulla bounce rate del tuo sito.
Una ricerca pubblicata da Neil Patel ha evidenziato che gli abbandoni delle pagine crescono in modo esponenziale dopo 3 secondi di caricamento.
Anche il posizionamento su Google è influenzato dalla velocità; ricordalo quando carichi dei contenuti che possono rallentare il tuo sito.
Google Search Console o il tuo programma di analisi possono dirti se la velocità è un problema, aiutandoti a ridurre la frequenza di rimbalzo.
Oggigiorno spendiamo tantissimo tempo sullo smartphone e abbiamo accesso a internet praticamente quasi ovunque.
Non appena siamo in attesa di qualcosa (fila alla cassa del supermercato, alla posta, ecc…) prendiamo il nostro smartphone e spesso navighiamo sul web grazie al mobile.
Fin dall’aprile del 2015, Google premia nei risultati di ricerca i siti che hanno design responsive e ora si è passati al mobile-first index.
Ma che cosa significa?
Con il design responsive ci si riferisce ad accorgimenti grafici, di codice e di funzionalità che permettono al tuo sito di essere flessibile e di adattarsi a varie piattaforme: smartphone, tablet, laptop, desktop, ecc…
In sostanza il tuo sito verrà mostrato in maniera corretta e funzionerà sia sui pc che sui dispositivi mobili, adattandosi alle esigenze degli utenti che usano diversi dispositivi.
Questo è un segnale importantissimo per Google, perché l’indicizzazione avviene proprio in base alla versione mobile del sito e non più in base a quella desktop.
Se usi WordPress, avere un sito che utilizza design responsive è molto semplice: basta utilizzare temi e plugin che utilizzano questo design (ormai la quasi totalità).
Se il tuo sito non è responsive, risolvi subito questo problema. Siamo a tua disposizione per consigli e per offrirti aiuto, visita la nostra sezione Servizi.
Dalla risposta a questa domanda dipende tutto.
Chi visita il tuo sito cerca soluzioni: o riesci a dargliele subito oppure tutti i tuoi sforzi per ridurre la frequenza di rimbalzo saranno vani.
Valuta bene i tuoi contenuti e cerca di percepire fin da subito se sono realmente originali e utili almeno a una parte consistente del tuo traffico.
Sviluppa una visione di lungo termine per la gestione del tuo sito: inizia a creare punti di aggregazione utenti che siano vivi e che contribuiscano a creare una Community.
Puoi ottenere questo risultato attraverso due strategie:
Entrambe le opzioni, soprattutto se non hai budget per il marketing, partiranno lentamente ma poi vedrai che ti aiuteranno a intrattenere i tuoi visitatori e ad acquisirne di altri.
Conclusione
In definitiva, tutto si riassume in questo: comunicare all’istante il valore del tuo sito. Tutti i tuoi sforzi devono concentrarsi su questo obiettivo. Solo così potrai ridurre la frequenza di rimbalzo.
Hai comunque considerato anche il fatto di creare più curiosità nei tuoi lettori usando anche piccoli trucchi del mestiere come questo che descrivo nel mio post su come suddividere un post in più pagine?
Condividi la tua esperienza nella battaglia contro la bounce rate: non vedo l’ora di leggerti.
Quando si tratta di costruire un sito web ci sono due aspetti che devono lavorare…
Torniamo a parlare di plugin da aggiornare. Stavolta la situazione coinvolge quattro milioni di siti…
L'Errore 400, conosciuto anche come "Bad Request", è un codice di stato HTTP che indica…
Nel mese di novembre che ormai si avvia a conclusione è stato rilasciato da parte…
La posta elettronica è uno strumento ormai imprescindibile in qualunque strategia di marketing ma configurare…
Su internet si trova di tutto e tu stai cercando idee per i tuoi contenuti.…