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L’accessibilità non riguarda solo la parte tecnica di un sito, ma anche la qualità e la chiarezza dei contenuti. Testi, immagini e microcopy possono diventare barriere se non progettati pensando a tutti i lettori.
Un contenuto accessibile è comprensibile, strutturato in modo logico e arricchito da alternative testuali. Non si tratta solo di buona pratica: dal 28 giugno 2025, con l’entrata in vigore dell’European Accessibility Act (Direttiva UE 2019/882), l’accessibilità diventa un requisito legale per moltissimi prodotti e servizi digitali, inclusi i siti web rivolti al pubblico.
A livello internazionale, il riferimento tecnico principale è costituito dalle WCAG 2.2 (Web Content Accessibility Guidelines), emanate dal W3C e aggiornate nell’ottobre 2023. Nell’Unione Europea, queste linee guida vengono recepite attraverso lo standard EN 301 549, che fornisce criteri concreti per la verifica di conformità. Più in generale, la cornice globale è la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (CRPD, art. 9), che sancisce il diritto all’accesso alle informazioni e ai servizi digitali senza discriminazioni.
Scrivere pensando all’accessibilità significa rispettare i diritti delle persone, ma anche migliorare la qualità complessiva del sito. Testi più chiari riducono i tassi di abbandono, aumentano il tempo di permanenza e favoriscono la fiducia. Una guida ben scritta e strutturata non è utile solo a chi ha disabilità cognitive o visive, ma anche a chi legge da mobile in condizioni difficili, a chi non conosce bene la lingua o semplicemente a chi è distratto.
Gli standard WCAG parlano di percepibilità, utilizzabilità, comprensibilità e robustezza. Questi principi valgono non solo per il codice e il design, ma anche per i contenuti editoriali: un’informazione dev’essere percepibile (non solo attraverso il colore), comprensibile (linguaggio semplice), usabile (struttura logica) e robusta (accessibile con diverse tecnologie assistive).
La leggibilità è il fondamento. Frasi troppo lunghe e linguaggio tecnico non spiegato creano ostacoli. Le WCAG raccomandano un linguaggio il più possibile semplice, e in alcuni casi la legge europea lo rende un requisito minimo.
Un contenuto accessibile privilegia frasi brevi, verbi attivi e parole comuni. Se si usano termini specialistici o sigle, è bene accompagnarli a una definizione. La struttura del testo deve seguire una gerarchia chiara con titoli e sottotitoli (H2, H3) che non hanno solo funzione SEO, ma rappresentano un supporto cruciale per chi utilizza screen reader.
Secondo le WCAG, un link deve avere un testo che ne descriva chiaramente la destinazione. “Clicca qui” non è sufficiente, perché letto fuori contesto non fornisce alcuna informazione. Meglio “Scarica la guida PDF” o “Approfondisci le linee guida WCAG 2.2”.
Le call to action devono spiegare l’azione e l’esito atteso, ad esempio: “Iscriviti alla newsletter per ricevere aggiornamenti settimanali”. Questo approccio riduce ambiguità e aumenta la fiducia.
Il rispetto delle WCAG impone di fornire alternative testuali per i contenuti visivi. L’alt text deve sintetizzare il significato dell’immagine. Le immagini decorative possono avere alt vuoto, così da non disturbare chi ascolta con uno screen reader.
Grafici e infografiche richiedono descrizioni estese, mentre per i video sono necessari sottotitoli e trascrizioni. Questi requisiti sono esplicitamente richiamati anche nello standard europeo EN 301 549, che adatta le WCAG al contesto normativo comunitario.
Etichette, placeholder e messaggi di errore devono essere chiari e autoesplicativi. Un modulo che segnala un errore solo con un colore non è conforme alle WCAG: occorre un messaggio testuale, ad esempio “Il campo password è obbligatorio”. Anche il tono conta: un microcopy inclusivo riduce frustrazione e favorisce la compilazione.
La struttura del contenuto deve seguire un ordine logico senza salti negli heading. L’inclusività riguarda anche le parole: evitare espressioni discriminatorie o stereotipate è parte integrante di un contenuto accessibile. L’European Accessibility Act richiama esplicitamente l’importanza di comunicazioni comprensibili, in grado di non escludere categorie di utenti.
Per rispettare le WCAG 2.2 e le norme europee è utile testare i contenuti con strumenti di validazione: analizzatori di contrasto, simulatori di daltonismo, tool di leggibilità. Questi strumenti non sostituiscono i test reali con persone, ma riducono il rischio di errori.
Scrivere contenuti accessibili significa rispettare standard internazionali come le WCAG 2.2, adempiere a normative vincolanti come l’European Accessibility Act e migliorare l’esperienza di tutti gli utenti. Non è solo un obbligo, ma una strategia di qualità che porta benefici concreti in termini di fiducia, usabilità e risultati.
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