Con un post sul sito ufficiale, lo scorso 23 febbraio Adam Silverstein di WordPress ha annunciato che la versione 6.5 ha aggiunto il supporto ai file in formato AVIF.
Si tratta, come si legge nel post, di un “formato immagine e moderno che offre miglioramenti significativi Nella qualità e nella compressione delle immagini rispetto ad altri formati precedenti come JPEG, PNG e addirittura WebP“.
Siamo quindi di fronte a quello che si prepara ad essere il nuovo standard per le immagini da utilizzare on-line? A giudicare da quelli che possono essere i benefici dello scegliere questo formato rispetto a quelli più tradizionali la risposta potrebbe essere sì ma in realtà ci sono ancora una serie di problemi che potrebbero invece rendere l’implementazione sul tuo sito WordPress dei file in formato AVIF un problema e non una nuova feature da sfruttare.
Prima di passare ad esaminare come WordPress a implementato il supporto alle immagini in formato AVIF vediamo che cos’è questo formato. Innanzitutto il nome: formato AVIF è un acronimo che sta per AV1 Image File Format. Come spiega la pagina Wikipedia compilata per questo formato, è un sistema aperto e royalty free che lavora con immagini o sequenze di immagini compresse utilizzando il format AV1 nel container HEIF.
Ed è interessante, per esempio, che sul Netflix technology blog pubblicato su Medium si parli espressamente di questo formato e di come “abbia del potenziale”. Il formato AVIF, si legge nel post, ha come caratteristica un grado di compressione migliore perché in pratica sfrutta sistemi che vengono utilizzati per le immagini in movimento e li applica anche alle immagine fisse.
Ma ad essere particolarmente eloquente è il confronto che viene fatto a partire da un’immagine decisamente mondana con un fienile e un laghetto contro un cielo piuttosto grigio preso dal Kodak dataset e compressa prima in formato JPEG 444 e poi in formato AVIF 444. Il formato AVIF dimostra non solo di essere in grado di produrre un file più piccolo ma anche di avere molti meno artefatti nonostante sia stato costretto a lavorare a una scala molto ridotta rispetto all’originale.
L’esempio di Netflix può quindi farci propendere, nei fatti, verso la scelta di questo formato per le immagini da caricare su un sito WordPress. E a riprova, nel post ufficiale di annuncio del supporto del formato AVIF dentro WordPress leggiamo “le immagini AVIF funzionano come qualunque altro formato immagini in WordPress”. Il che è un ottimo punto di partenza. Ma la frase si conclude con “con alcune importanti note“. Tra queste note il doversi assicurare che la libreria destinata alla gestione delle immagini del server su cui è costruito il sito sappia gestire effettivamente il formato. Questo vuol dire che anche se è possibile costruire un sito sfruttando il nuovo formato potrebbe non essere ancora una buona idea.
Abbiamo aperto la nostra riflessione sul formato AVIF andando a guardare l’annuncio ufficiale fatto da WordPress rispetto a questo formato di immagini. E per capire se valga la pena o meno cominciare a salvare le tue immagini in formato AVIF siamo andati a vedere se Google indicizza questi contenuti. La risposta più diretta è quella che si trova nella lista delle immagini supportate nella sezione di Google Search Central dedicata all’ottimizzazione e alle best practice per quello che riguarda questi elementi così importanti in ogni sito web.
Tra i formati supportati ci sono: BMP, GIF, JPEG, PNG, WebP e SVG.
Non c’è quindi traccia di formato AVIF. Ma se WordPress, e prima di WordPress Apple con Safari, ha iniziato il suo percorso di avvicinamento a questo nuovo formato così promettente perché Google non ha ancora abbracciato la novità? Evocato sul social che una volta chiamavamo Twitter, mister Google ha commentato innanzitutto il workaround che è possibile fare se si vuole utilizzare questo formato di immagini e continuare ad essere indicizzati. Ma poi ha lasciato tutti con una frase piuttosto sibillina: “ma…onestamente…dovremmo semplicemente fare di più nel supportare i moderni formati immagine in Search, quindi sono sicuro che questo (NdR il workaround che riguarda Mozilla) non sarà necessario ancora a lungo“.
Che cosa freni esattamente Google dal voler implementare direttamente il formato AVIF non è chiaro. Facendo un confronto per esempio tra il consumo di energia tra JPEG, WebP e formato AVIF, come fatto da Fershad Irani potrebbe trattarsi di una questione di consumo. Il formato JPEG e il formato WebP, infatti, dimostrano di essere quelli che consumano meno mentre il formato AVIF è quello che ha dimostrato di avere un consumo maggiore, anche se si tratta di numeri nell’ordine dei microwatt ora. Come sottolineato da Irani sul suo post, si tratta comunque di un test limitato e che va preso con il proverbiale grano salis.
Il futuro dei siti web, di internet e della nostra esperienza con esso, passerà sempre di più attraverso contenuti costruiti da immagini o immagini in movimento e quindi trovare nuovi modi per ridurre il peso senza andare a inficiare la qualità di questi contenuti non è un puro esercizio mentale. Se però per ora almeno non vuoi perdere l’eventuale trazione delle immagini attraverso Google non è forse ancora il caso di trasformare tutti i tuoi upload in formato AVIF.
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