La società attuale ha un livello di attenzione che si va riducendo drasticamente a ogni generazione. Questo è uno dei motivi per cui le piattaforme social premiano per esempio quei produttori di contenuti che sembrano vulcani inesauribili di novità.
Con un getto costante di cose nuove da leggere e soprattutto da vedere gli utenti rimangono incollati agli schermi. Ma il time on page non è solo un valore che i social cercano di aumentare in ogni modo possibile.
È anche una statistica che l’algoritmo di Google legge nel momento in cui esamina il comportamento degli utenti sul tuo sito WordPress. Un buon time on page è un segnale che i contenuti che produci sono interessanti, hanno valore per chi li legge e quindi possono avere valore anche per altri utenti. Se l’algoritmo percepisce questo valore ti premia facendoti salire nella SERP.
Come si può però migliorare l’esperienza degli utenti in maniera tale che non scappino via dopo qualche secondo?
Scrivere
una
parola
ogni
riga
non
funziona.
Vediamo quindi quali sono le tattiche reali da mettere in pratica.
Abbiamo tutti la consapevolezza che l’esperienza degli utenti deve essere la migliore possibile in ogni parte del sito che offriamo. Per questo motivo occorre che i menu siano strutturati in maniera chiara, accessibile e facile. Per lo stesso motivo, i contenuti devono essere scritti a loro volta in maniera chiara, intelligibile, senza usare espressioni inutilmente complicate.
Tutto questo deve avere come bussola l’idea che un essere umano, che ti conosce oppure no, deve trovare giovamento in ciò che offri e in cambio ti dà il suo tempo, in alcuni casi addirittura i suoi dati personali. Per raggiungere questo scopo ovviamente devi convincerlo a rimanere il più a lungo possibile sul tuo sito.
Offrire una vasta gamma di contenuti diversi è già un buon punto di partenza ma non basta. Tutti i contenuti dovrebbero riflettere un buon grado di qualità. La qualità è data principalmente dal modo in cui componi il contenuto stesso, in base a quella che potrebbe essere la potenziale ricerca fatta da un utente che capiti sul tuo sito.
Occorre quindi sapere chi fa parte del tuo target audience, in maniera tale da dargli quello di cui ha bisogno. Con ogni contenuto cerca innanzitutto di risolvere un problema. Grande o piccolo non importa. In base alla nicchia in cui ti muovi il tuo pubblico potrebbe avere problemi specifici da risolvere. Dal giardinaggio alla pesca passando per la moda vintage o il fai da te, online c’è sempre qualcuno che chiede aiuto. Se riesci ad intercettare queste richieste e, soprattutto, a fornire risposte valide aumenterai il tuo time on page.
Un altro aspetto è la forma che assumono i contenuti. Non tutto ciò che c’è sul tuo sito deve essere composto da 5000 parole. In base alle informazioni che hai intenzione di dare puoi avere contenuti più o meno lunghi, più o meno ricchi di dettagli. Prova diverse tipologie e scopri quelle che funzionano meglio perché ti danno un grado di time on page maggiore.
Può sembrare questo un consiglio controproducente. Perché di solito si pensa che il time on page aumenti in base alla lunghezza dei contenuti, oppure in base a quanti spazi vari ed eventuali spezzettano il contenuto rallentando la lettura e la fruizione e dando così una falsa impressione di qualità. Ma ricorrere a una struttura che porta l’utente a spasso per la pagina anziché dargli quello che cerca rischia di avere l’effetto diametralmente opposto, di farlo innervosire e di abbandonare il tuo sito per non tornarci mai più. Devi essere per questo il più possibile trasparente.
Quando si parla di contenuti si parla principalmente di contenuti fatti di testo. Righe e righe di parole che possono essere tutorial, guide, esperienze personali, consigli. Per rendere migliore l’esperienza dei tuoi utenti e non farli scappare via devi però pensare anche a ciò che c’è intorno al testo. Un elemento apparentemente solo decorativo che può aiutare sono le immagini.
Un testo che è accompagnato da qualche immagine risulta più leggero da leggere e più accattivante. Anche per le immagini, però, tieni sempre presente il tuo target audience e il messaggio che vuoi mandare. Abbiamo poi, in apertura, accennato alla struttura che devono avere le pagine: l’interfaccia utente del tuo sito e delle singole pagine gioca un ruolo importantissimo nell’esperienza e quindi anche nel valore finale del time on page.
Se l’interfaccia è ordinata e la navigazione agevole, anche un utente non troppo interessato a quello che offri potrebbe invece sentirsi stuzzicato e continuare a passare da una pagina all’altra. E parlando di salti, ricorda anche di avere una buona struttura di link interni. Ciò che scrivi e pubblichi dovrebbe comportarsi come un gigantesco tappeto, in cui ogni pagina è un filo che si annoda ad altre pagine. Scegli con cura (e con logica soprattutto) dove e come inserire link ad altri contenuti che gli utenti potrebbero trovare interessanti.
Come succede quando i contenuti sono inutilmente spezzettati, anche i link interni messi solo per disorientare non hanno un effetto positivo. Un ultimo consiglio che può aiutarti a far crescere il tempo di permanenza degli utenti sul tuo sito è creare dei trigger. Nel momento in cui l’utente sta per abbandonare la pagina organizza la comparsa di un pop-up che può invitare a visitare un contenuto specifico o a guardare un video. Ma come per tutto: usali con coscienza.
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