Questo ingegnere ha previsto il fallimento di Google: Luke Sernau avverte che il colosso di internet è minacciato da un nemico invisibile.
Ipotizzare il fallimento di Google può sembrare impossibile o, comunque, inverosimile. Eppure l’ingegnere Luke Sernau, in un recente messaggio, ha sottolineato tale possibilità a seguito di alcune analisi personali.
Google di Alphabet è ancora seduto al posto di guida nella corsa agli armamenti dell’intelligenza artificiale? Questa è la domanda che assilla gli esperti e gli investitori, da quando ChatGPT, il chatbot sviluppato da OpenAI, ha preso d’assalto il mondo lo scorso novembre. Il chatbot in questione è una società “capped profit” il cui il maggiore azionista è la Microsoft.
Questa chatbot di nuova generazione è capace di rispondere alle richieste più complesse con risposte simili a quelle che darebbe un essere umano. Da quando chat GPT è stata lanciata è avvenuta una vera e propria rivoluzione nel modo di concepire la ricerca su internet che, ad oggi, rappresenta il core business di Google.
Perché e quando Google dovrebbe fallire secondo Luke Sernau
Il chatbot ha mostrato che l’intelligenza artificiale ha raggiunto un punto in cui la tecnologia può eseguire alcuni compiti meglio degli esseri umani.
Inoltre, la Microsoft ha immediatamente incorporato le funzionalità di chat GPT in Bing, il suo motore di ricerca. Anche il gruppo di Redmond Washington ha deciso di implementare queste funzionalità in quasi tutti i suoi prodotti e nelle sue attività Cloud.
Nonostante, di recente, Google abbia deciso di lanciare un rivale di ChatGPT, Bard, esistono dubbi sulla leadership di Google nel settore in cui rappresenta un colosso, nonché pioniere di internet. I dubbi in questione sono espressi anche all’interno del gruppo con sede a Mountain View, in California.
Luke Sernau è un ingegnere del gruppo Google che ha deciso di condividere alcuni dubbi in merito alla sopravvivenza dell’azienda. Secondo Sernau la rivalità tra Google e Open AI ha risvolti negativi. L’ingegnere ritiene che il gigante di internet sia accecato da tale rivalità tanto da permettere al suo avversario più pericoloso di continuare a svilupparsi.
Di fatto, mentre Google si sta concentrando sulla rivalità con Open AI, le comunità Open Source stanno eseguendo modelli di base su un Pixel 6 ad una velocità record. Così facendo sarà possibile creare un’intelligenza artificiale personalizzata, da installare sui laptop delle persone in breve tempo.
Dunque, il vero rivale di Google non è Open AI, bensì le comunità Open Source che stanno sviluppando modelli e strumenti di intelligenza artificiale più economici, più veloci e facilmente adattabili a ciascun cliente.