La tecnologia è fatta di una serie di società ed entità di varia misura che cercano di creare il proprio spazio in cui accogliere gli utenti. L’obiettivo finale è anche quello di cercare di mantenere questi utenti all’interno dell’ecosistema creato il più a lungo possibile, in maniera tale che si trasformino in una affidabile fonte di reddito.
L’idea di un progetto come il Data Liberation proposto da WordPress potrebbe essere visto come un tentativo non diretto di creare quello stesso ecosistema a partire dalla piattaforma di WordPress. E del resto è un pensiero che si formula facilmente, se si va a guardare quello che c’è nel repository di GitHub creato appositamente: una serie di guide e di tool che permettono di migrare da una vasta gamma di piattaforme a WordPress.
Ma sarebbe forse limitante nonché nei fatti un po’ sciocco, fermarsi a guardare l’esperimento che WordPress porta avanti con la Data Liberation solo come modo per attirare il maggior numero possibile di utenti. Stiamo parlando di una piattaforma che al momento occupa ancora oltre il 60% del mercato nella produzione di siti web e stacca nettamente gli altri attori in campo. C’è quindi una riflessione diversa e ulteriore che va fatta, per cercare di capire quale potrebbe essere la reale portata non tanto delle guide per passare da Drupal a WordPress o per passare da SquareSpace a WordPress ma nell’idea che si possa creare un ambiente virtuale in cui non si è costretti a rimanere all’interno di una piattaforma solo perché spostare i propri dati altrove assomiglia a un supplizio divino.
A parlare della Data Liberation è stato molto di recente proprio Matt Mullenweg prima con un suo intervento durante lo State of the Word 2023 tenutosi in Spagna per raccontare il 2023 della community di WordPress e poi con un post pubblicato nella sezione news generali del sito ufficiale WordPress.org. Da quello che si può leggere, soprattutto nel post, è chiaro come il progetto stia molto a cuore a Mullenweg e a tutto il mondo WordPress: “immaginate un web più aperto in cui le persone possono passare da una piattaforma ad un’altra a piacimento. Un web dove essere bloccati dentro a un sistema è una cosa del passato“.
Lo scopo del progetto è effettivamente quello di dimostrare, partendo dalla propria piattaforma, che è possibile creare sistemi per cui le entità che si trovano sul web possono comunicare, gli utenti possono cambiare idea e le informazioni possono fluire. L’idea di Mullenweg è anche quindi quella forse di un web in cui non è stata abolita la proprietà privata ma c’è allo stesso tempo una maggior volontà di condivisione. Condivisione delle informazioni, del know how, per rendere da ultimo internet un posto più democratico.
Al momento WordPress è già la piattaforma più utilizzata, soprattutto per la creazione di siti personali, il che significa che in parte il futuro immaginato da Mullenweg e realtà ma ci sono altre piattaforme su cui sono costruiti altri siti web con finalità diverse. Eppure quelle stesse finalità possono essere raggiunte con piattaforme che non sono le solite o le più usate. Ma come succede quando si cambia casa, l’idea di fare un trasloco da una piattaforma ad un’altra basta per dissuadere anche i più coraggiosi. Il che significa però che un sito web incastrato dentro una piattaforma rischia di soffocare e di smettere di essere utile. Per non parlare di cosa succede se la piattaforma sparisce.
Quanto sarebbe più comodo se, nel momento in cui da blog personale si vuole passare a sito di news ufficiale lo si potesse fare saltando sul CMS più comodo? Oppure semplicemente passare da una piattaforma come Tumblr, a metà strada tra il blog personale e il social, direttamente ad un proprio sito web con tutti i contenuti e senza dover copincollare manualmente?
Il progetto Data Liberation ha come scopo finale questo: rendere più semplice non solo il passaggio da una piattaforma all’altra ma anche l’evoluzione dei siti web. Al momento nel repository di GitHub sono presenti una serie di guide che aiutano nei passaggi per esempio da Blogger a WordPress, da Divi ai core blocks, da Elementor ai core blocks, da HTML semplice a WordPress, da SquareSpace a WordPress, da Wix a WordPress e addirittura da WordPress a WordPress.
Trattandosi di un progetto che nasce dentro questa community è chiaro che la destinazione finale di tutte le guide è WordPress. Ma come accennavamo nell’introduzione, si tratta di qualcosa di più e di diverso del semplice cercare di creare sotto banco un proprio ecosistema per battere la concorrenza. Lo scopo è anche quello di dimostrare che è possibile pensare al web in maniera diversa, uscire dalla idea che si lavori necessariamente solo per sè e contro tutti gli altri.
Non fosse altro che per resistere all’eventuale emorragia di siti web, il progetto Data Liberation di WordPress potrebbe spingere anche gli altri produttori di CMS a dare vita ai propri tool e i propri sistemi di migrazione portando, forse inconsapevolmente, a quella libertà nella rete che è anche alla base dell’idea del software open source.
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