Content gap analysis: come individuare le lacune rispetto ai competitor

Grafica che descrive una Content Gap analysis
Tabella dei Contenuti

Pubblicare regolarmente contenuti di qualità non basta più a garantire la visibilità di un sito. La concorrenza è alta e in questo scenario, la domanda cruciale è: il mio sito risponde davvero a tutte le esigenze informative del pubblico? La content gap analysis nasce proprio per rispondere a questa domanda.

Una schermata del cms i WordPress
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Si tratta di una metodologia che permette di identificare le aree in cui i competitor coprono argomenti e query di ricerca che il proprio sito non presidia. In altre parole, serve a scoprire quali contenuti mancano e quali opportunità SEO e di business si stanno lasciando sul tavolo.

Cos’è la content gap analysis

Con il termine “gap” si intende la distanza tra ciò che un sito offre in termini di contenuti e ciò che gli utenti cercano o che i competitor stanno già intercettando. L’analisi delle lacune non riguarda solo il numero di articoli, ma soprattutto la copertura semantica di un settore: temi, sotto-temi, keyword correlate e formati di contenuto.

Eseguire una content gap analysis significa quindi confrontare il proprio sito con quello dei concorrenti per rispondere a tre domande fondamentali: Quali keyword presidiano i competitor e io no? Quali argomenti hanno già trattato e io ho trascurato Dove potrei migliorare i contenuti esistenti per superare la concorrenza?

Perché la content gap analysis è strategica

Molte realtà producono contenuti senza una mappa chiara, rischiando duplicazioni, mancanze o eccessiva autoreferenzialità. La content gap analysis, invece, porta vantaggi concreti:

  • Allineamento con il mercato: aiuta a intercettare gli argomenti che gli utenti si aspettano di trovare.

  • Priorità basata sui dati: non si scrive “a caso”, ma in base a evidenze misurabili.

  • Vantaggio competitivo: consente di colmare lacune prima che altri lo facciano.

  • Ottimizzazione SEO: aumenta la copertura semantica e riduce il rischio di cannibalizzazione interna.

  • Supporto al business: permette di creare contenuti mirati che guidano il pubblico lungo il funnel di vendita.

Come condurre una content gap analysis passo dopo passo

1. Identificare i competitor

Il primo passo è selezionare i siti realmente rilevanti. Non sempre i competitor di mercato coincidono con quelli digitali: può darsi che un blog indipendente o una testata di settore rubino visibilità su Google, pur non essendo un concorrente diretto.

2. Raccogliere i dati

Strumenti come Semrush, Ahrefs o SE Ranking consentono di esportare le keyword per cui i competitor si posizionano. Google Search Console, invece, fornisce la lista delle query già presidiate dal proprio sito. Confrontando i due set di dati emergono le lacune.

3. Analizzare le keyword mancanti

Non basta guardare i numeri. È importante chiedersi: questa keyword è rilevante per i miei obiettivi? Una parola chiave con alto volume ma bassa pertinenza potrebbe portare traffico inutile. Al contrario, keyword di nicchia con intento transazionale possono avere un grande valore.

4. Raggruppare per topic

Le keyword isolate sono poco utili. Meglio raggrupparle in cluster tematici, ognuno dei quali può diventare un content hub con una pagina pillar e articoli di approfondimento collegati. Questo approccio migliora sia la SEO sia l’esperienza di navigazione.

5. Decidere l’azione

Per ogni gap individuato ci sono tre possibili strade: creare un contenuto ex novo, aggiornare e ampliare un contenuto esistente, unire più articoli simili in un unico pezzo più autorevole.

Disegno in grafica di strumenti di analisi
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Gli strumenti utili per la content gap analysis

  • Google Search Console: per analizzare le query già coperte.

  • Semrush Gap Analysis: confronta più domini e mostra le keyword mancanti.

  • Ahrefs Content Gap: evidenzia le parole chiave in comune tra i competitor e assenti sul proprio sito.

  • Answer the Public: utile per scoprire domande e ricerche correlate ancora non trattate.

  • Google Trends: per valutare l’interesse nel tempo e anticipare trend emergenti.

Un esempio di content gap analysis

Immaginiamo un sito che si occupa di digital marketing e già pubblica articoli su SEO, content strategy e social media. Attraverso l’analisi dei competitor emerge che altri blog stanno ottenendo traffico da query come “content governance”, “topic cluster SEO” e “metriche di engagement avanzate”.

Il sito in questione non ha mai trattato questi temi in modo approfondito: ecco tre gap chiari da colmare, con la possibilità di creare articoli mirati, interlinkati alle pagine esistenti. Il risultato atteso? Maggiore copertura semantica, più autorevolezza percepita e un incremento di traffico qualificato.

Gli errori da evitare durante l’analisi

  1. Guardare solo ai volumi di ricerca: rischia di portare traffico irrilevante.

  2. Trasformare la gap analysis in una copia dei competitor: l’obiettivo è differenziarsi, non imitare.

  3. Dimenticare l’intento di ricerca: pubblicare un articolo informativo quando gli utenti cercano una comparativa porta a insuccesso.

  4. Non aggiornare l’analisi: il panorama SEO cambia, quindi l’analisi va ripetuta periodicamente.

Una content gap analysis dovrebbe essere condotta almeno una volta l’anno per i siti stabili, e ogni 6 mesi per i progetti in rapida crescita. In questo modo si intercettano tempestivamente i nuovi trend, evitando di lasciare spazio libero ai competitor.

Conclusioni

La content gap analysis è uno strumento indispensabile per qualsiasi strategia di content marketing e SEO. Permette di capire cosa manca, cosa migliorare e come differenziarsi. Non è solo un esercizio tecnico, ma un approccio data-driven che trasforma i contenuti in leve di crescita.

Per scoprire quali contenuti mancano al tuo sito e come colmare le lacune rispetto ai tuoi competitor, contatta SOS WP:possiamo realizzare una content gap analysis su misura per  te e costruire un piano editoriale efficace e competitivo.

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