La fase di awareness è il punto d’ingresso del funnel: qui l’utente si accorge di avere un problema o un interesse, ma non sa ancora quale soluzione cercare né quali brand possano aiutarlo. In questo momento iniziale il compito dei contenuti non è vendere, bensì informare, chiarire i concetti di base e instaurare fiducia.

Ecco quali sono i formati più efficaci e alcune indicazioni pratiche su come impiegarli.
Cos’è la fase di awareness
All’inizio del percorso l’attenzione dell’utente è rivolta soprattutto alla comprensione: sta cercando definizioni, spiegazioni e contesto. Un contenuto di awareness deve quindi rispondere a domande di tipo “che cos’è”, “come funziona”, “perché è importante”. L’obiettivo non è spingere immediatamente alla conversione, ma posizionarsi come risorsa autorevole, costruire familiarità con il brand e restare nella memoria di chi ancora non è pronto ad agire.
Contenuti informativi: articoli di blog e guide
Il formato più solido per raggiungere l’utente in questa fase rimane l’articolo di blog ben ottimizzato per ricerche informative. Un post che spiega, per esempio, “Cos’è la SEO e perché serve” intercetta un pubblico che muove i primi passi su un argomento e offre l’occasione di presentare il brand come voce competente. Guide introduttive e tutorial di base funzionano allo stesso modo, perché affrontano il tema con linguaggio accessibile e forniscono primi spunti pratici senza chiedere nulla in cambio.
Contenuti educativi: webinar e video introduttivi
I video amplificano il coinvolgimento emotivo e accelerano la comprensione, soprattutto quando mostrano passaggi pratici o includono interviste a esperti riconosciuti. Un webinar gratuito di mezz’ora che approfondisce un problema diffuso (ad esempio, impostare correttamente gli obiettivi di Google Analytics 4) crea un contatto diretto e colloca il brand come guida affidabile. Inoltre, la registrazione rimane disponibile on-demand, generando traffico costante nel tempo.
Infografiche e contenuti visuali
Quando i concetti sono complessi o ricchi di dati, la visualizzazione aiuta a renderli immediati. Un’infografica che sintetizza in una sola schermata i passaggi di un processo o evidenzia cifre chiave facilita la condivisione sui social e aumenta la reach organica. La chiave è mantenere la grafica semplice, con un messaggio centrale chiaro e un invito discreto a scoprire l’approfondimento completo sul sito.
Contenuti di social media: post educational e quiz
I social network sono terreno fertile per attrarre chi non conosce ancora il brand. Post che spiegano in pochi passaggi un concetto, caroselli con mini-guide o domande a risposta multipla incoraggiano interazione e fanno leva sulla curiosità. Pubblicare un breve quiz su LinkedIn che chieda “Quanto ne sai di content repurposing?” stimola commenti e condivisioni, aprendo la porta a un approfondimento più esteso sul blog.

Checklist e template scaricabili
Offrire una risorsa gratuita, come un modello di calendario editoriale o una checklist SEO di base, aggiunge valore immediato e mette in evidenza la competenza dell’autore. L’utente può scaricarla senza impegno o lasciando solo l’indirizzo e-mail: in entrambi i casi il brand conquista autorevolezza e crea le condizioni per un contatto futuro senza apparire invasivo.
L’importanza di non vendere troppo presto
Un errore frequente è introdurre messaggi commerciali quando l’utente non è ancora pronto. Nella fase di awareness il visitatore vuole capire, non acquistare. Fornire contenuti utili, chiari e imparziali è la strategia più efficace per guadagnare fiducia. Solo dopo aver soddisfatto l’esigenza informativa si potrà guidare l’utente verso una valutazione più vicina alla conversione.
Conclusioni
I contenuti di awareness dettano il tono della relazione con il pubblico: se sono pertinenti, esaustivi e facili da fruire, trasformano un lettore occasionale in un contatto interessato. Articoli di blog, video introduttivi, infografiche, post educational e risorse scaricabili, ciascuno con il proprio punto di forza, cooperano per educare, coinvolgere e posizionare il brand come affidabile punto di riferimento. Investire tempo in questa fase significa costruire le fondamenta per un funnel solido, capace di accompagnare l’utente verso decisioni consapevoli e, infine, verso la conversione.