Google ha aggiornato i requisiti per il mantenimento delle pubblicità degli inserzionisti. Cosa è cambiato rispetto a prima
L’azienda di Mountain View, che è intenzionata a non deludere mai gli utenti grazie a proposte interessanti, si occupa di aggiornare e migliorare tutti i suoi servizi giorno dopo giorno. Questo può garantire una buona longevità da parte delle piattaforme su cui applica le sue regole, e che permettono a tante persone di poter avviare delle pubblicità. Gli inserzionisti, infatti, hanno bisogno di rispettare determinati requisiti prima di farlo.
Google si occupa di gestire le piattaforme e di controllare che le pubblicità che vengono sponsorizzate siano attendibili, in modo tale da non creare scompiglio tra gli utenti o di non riuscire a far generare introiti agli inserzionisti. A tal proposito, sembra che abbia voluto cambiare le sue regole su questo tema per migliorare ulteriormente la gestione delle piattaforme.
Nuove regole per gli inserzionisti, ora dovranno effettuare un cambio: ecco di che si tratta
Parliamo dei nuovi requisiti della piattaforma di gestione del consenso per gli inserzionisti nel SEE e nel Regno Unito, che d’ora in avanti dovranno utilizzare una CMP certificata da Google per continuare a pubblicizzare gli spot online. La modifica riguarderà le aspettative degli utenti, quindi ciò che si aspettano di vedere, e delle norme che coinvolgono le esperienze di consenso online. Ma che cosa cambierà di preciso, e quando avverranno queste modifiche unilaterali?
Tanto per cominciare, entro la seconda metà di quest’anno l’azienda di Mountain View si preoccuperà di richiedere a qualsiasi partner che faccia uso di almeno un prodotto per publisher, di utilizzare un CMP certificato da Google quando pubblica annunci nell’UK e nel SEE. Darà il tempo necessario affinché gli inserzionisti possano abituarsi al cambiamento e fornire un elenco di CMP certificate alla società, che dovranno soddisfare le richieste del TCF.
Nel frattempo, le piattaforme di gestione del consenso continueranno a fornire avvisi legalmente richiesti sui dati elaborati o sulle entità specifiche che li controllano. Verranno inclusi pure gli scopi ed eventuali adempimenti di legge previste dalle normative sulla privacy o dal GDPR. Anche queste piattaforme di gestione del consenso si adatteranno velocemente ai nuovi requisiti di Google, supportando i publisher partner della compagnia nell’ecosistema pubblicitario.