Accessibilità web e daltonismo: come progettare siti leggibili per tutti

Tabella di colori e daltonismo
Tabella dei Contenuti

L’accessibilità digitale è un requisito fondamentale per garantire che chiunque possa informarsi, navigare e compiere azioni online. Tra le condizioni più diffuse che influiscono sull’esperienza utente c’è il daltonismo, una forma di deficit visivo che rende difficile distinguere alcuni colori.

Monitor con una dashboard sulla gamma di colori
@unsplash

Ignorare questo aspetto significa escludere una parte consistente della popolazione da un utilizzo pieno e senza frustrazione dei siti web. Secondo il rapporto WebAIM Million 2025, quasi il 95% delle homepage analizzate presenta ancora errori di accessibilità rilevabili automaticamente. Uno dei più comuni è proprio l’uso improprio del colore come unico indicatore.

In un contesto normativo sempre più stringente, con le WCAG 2.2 come standard tecnico globale e l’European Accessibility Act (Direttiva UE 2019/882) in vigore dal 28 giugno 2025, progettare per utenti daltonici non è più una scelta facoltativa, ma un impegno legale e professionale.

Che cos’è il daltonismo

Il daltonismo, o deficit della visione dei colori, è una condizione che altera la capacità di distinguere correttamente alcune tonalità. La forma più comune riguarda l’asse rosso-verde (protanopia e deuteranopia), mentre più rara è quella sull’asse blu-giallo (tritanopia). Non significa vedere in bianco e nero: nella maggior parte dei casi le persone percepiscono i colori, ma faticano a distinguere certe combinazioni.

Oltre alle forme ereditarie, esistono varianti acquisite legate all’età, a patologie oculari o a effetti collaterali di farmaci. In termini pratici, un sito che usa solo rosso e verde per distinguere uno stato (“errore” vs “ok”) rischia di risultare incomprensibile per milioni di utenti.

Perché il colore non basta

Uno dei principi cardine delle WCAG 2.2 è che le informazioni non devono mai essere trasmesse solo attraverso il colore. Se un errore di compilazione è segnalato esclusivamente con un testo rosso o se in un grafico le categorie sono differenziate solo dai colori, chi ha daltonismo non riuscirà a interpretare correttamente il messaggio. Le soluzioni sono semplici:

  • associare etichette testuali ai colori, come “Attivo”, “In revisione”, “Completato”;

  • usare pattern, forme o icone nei grafici oltre alla differenza cromatica;

  • rendere i link riconoscibili anche tramite sottolineatura o variazione di stile, non solo attraverso un colore diverso dal testo.

Questi accorgimenti migliorano la comprensione per gli utenti daltonici, ma anche per chi naviga da mobile sotto la luce del sole o con schermi di bassa qualità.

Contrasto e combinazioni cromatiche

La leggibilità non dipende solo dalla distinzione dei colori, ma soprattutto dal contrasto. Le WCAG 2.2 stabiliscono che il rapporto di contrasto tra testo e sfondo debba essere almeno 4.5:1 per il testo normale e 3:1 per il testo grande.

Alcune combinazioni sono particolarmente problematiche, come rosso/verde, blu/viola o grigio chiaro su bianco. Per garantire accessibilità occorre scegliere palette con differenze nette di luminosità, verificando con strumenti di contrasto e simulatori di daltonismo. Anche un design che prevede solo sfumature sottili di colore rischia di rendere impossibile distinguere pulsanti, stati di avanzamento o sezioni di un form.

Occhiali e un personal computer su un tavolo
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Microcopy e alternative testuali

L’accessibilità per daltonici non si limita al design grafico: anche i contenuti testuali hanno un ruolo decisivo. Un link non dovrebbe mai essere descritto come “clicca sul pulsante verde”, ma piuttosto come “clicca su Invia” o “seleziona Salva”.

Allo stesso modo, le immagini informative devono avere alt text che descriva il significato e non solo l’aspetto. Un grafico a barre, ad esempio, dovrebbe essere accompagnato da un testo che spieghi i dati rappresentati. Questo principio è rafforzato dallo standard europeo EN 301 549, che traduce in requisiti misurabili le raccomandazioni WCAG nel contesto comunitario.

L’impatto normativo e strategico

Dal 2025, con l’entrata in vigore dell’European Accessibility Act, l’accessibilità non sarà più solo un requisito per i siti della Pubblica Amministrazione, ma anche per molti servizi digitali privati. Questo rende urgente adottare pratiche inclusive, dal design ai contenuti.

Prepararsi significa non solo evitare rischi di non conformità, ma anche rafforzare la reputazione del brand. Un sito che comunica chiaramente e non discrimina implicitamente chi ha un deficit visivo trasmette affidabilità, attenzione e rispetto. L’accessibilità diventa così un vantaggio competitivo, oltre che un dovere legale.

Conclusioni

Il daltonismo è una condizione diffusa e spesso sottovalutata. Rendere i siti accessibili a chi vive questa realtà non richiede investimenti enormi, ma attenzione ai dettagli: contrasto adeguato, ridondanza oltre al colore, microcopy descrittivi e alternative testuali.

Seguire le WCAG 2.2, conformarsi agli standard europei e applicare un linguaggio inclusivo significa costruire un web più equo e funzionale. E significa anche dare valore al proprio progetto digitale, raggiungendo un pubblico più ampio con contenuti chiari e leggibili per tutti.


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