Come sarà il futuro degli spazi Google Ads nell’era dell’AI Mode?

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Per tutti coloro i quali cercano di trovare i propri clienti online, una delle soluzioni più gettonate è l’utilizzo degli spazi Ad offerti da Google. Negli ultimi giorni, proprio gli spazi Ad e la gestione della pubblicità in Google Search sono stati al centro di diverse dichiarazioni e di un aggiornamento all’interno della documentazione ufficiale di Google Ads.

Dato il modo in cui la società della grande G sta cambiando l’impalcatura su cui si reggono le ricerche, con lo spazio sempre più grande dato all’intelligenza artificiale con le AI Overviews e con il nuovo AI Mode, conoscere quelle che sono le intenzioni riguardo la pubblicità può aiutare a organizzare una propria campagna e una strategia che ne tenga conto in base a quelli che sono i nuovi modi in cui Google vuole che venga utilizzata.

Google Ads e le corrispondenze generiche

Nella documentazione ufficiale riguardo Google Ads è arrivato un aggiornamento che riguarda i test per la corrispondenza generica. Il cambiamento permette di utilizzare i test A/B per le corrispondenze generiche delle keyword all’interno di una stessa campagna Smart Bidding.

Come si legge nella documentazione ufficiale, lo scopo principale è generare risultati più velocemente ed evitare di incappare in quelli che sono gli errori più comuni delle sperimentazioni A/B, facendo in modo che il traffico e il budget all’interno della campagna vengano indirizzati nella maniera più corretta anziché avere una copia della stessa campagna con cui fare le prove.

Il test di tipo A/B si svolge poi sempre nello stesso modo: metà degli utenti vede quello che tu hai scelto all’inizio e l’altra metà vede invece quella che è la variante.

Ma, a differenza di quello che succede tradizionalmente con i test A/B all’interno di Google Ads, per esempio non ti devi preoccupare di aggiornare entrambi i rami perché, dato che il test viene effettuato utilizzando in pratica la stessa campagna, gli aggiornamenti si propagano anche a quello che è il gruppo sperimentale con le corrispondenze generiche rispetto alle keyword che vorresti usare. Si velocizza così anche l’analisi dei risultati.

Portare avanti periodicamente dei test A/B sulle campagne Google Ads che hai approntato è di certo un modo per avere dati freschi su quelli che sono i tuoi utenti e quindi i potenziali clienti dei servizi che offri.

Attraverso la novità dei test A/B gestiti con Google Ads attraverso le nuove corrispondenze potresti essere ancora di più stimolato a fare questo genere di prove.

Anche perché, e vale sempre la pena ricordarlo, questo è un momento molto particolare per la storia di internet come mezzo di comunicazione e anche come mezzo per continuare ad avere un business che funziona.

Occorre perciò intercettare quelli che sono i cambiamenti nei comportamenti degli utenti in tempi rapidi. Campagne in cui puoi allo stesso tempo portare avanti dei test A/B aiutano a conoscere meglio questi utenti e a intercettare questi cambiamenti.

Per poter eseguire un test con le corrispondenze generiche, e di nuovo le informazioni arrivano direttamente dalla documentazione pubblicata da Google, ci sono due strade che puoi imboccare.

Puoi andare o nella pagina dei consigli nel menu Campagne e da lì scegliere di visualizzare i consigli, la campagna e poi attivare l’esperimento, oppure sempre dal menu Campagne scegliere direttamente la voce esperimenti e crearne uno nuovo.

Come accennavamo prima, gli esperimenti suddividono poi il traffico tra il gruppo di controllo, ovvero la campagna nella sua forma originale, e il gruppo di prova, ovvero la campagna con le parole chiave ampliate dalla corrispondenza generica.

Se scopri che l’esperimento può migliorare le performance della campagna una volta terminato il periodo di prova, puoi applicare l’esperimento trasformandolo in una campagna vera e propria. In teoria puoi anche lasciare che l’applicazione delle corrispondenze generiche avvenga in automatico.

Esiste infatti una funzione nel momento in cui crei l’esperimento che ti permette di attivare l’opzione di applicare le modifiche sperimentali se i risultati del test dimostrano che c’è un miglioramento nelle performance.

Non necessariamente devi lasciare però che sia il sistema automatizzato ad applicare la modifica, anche perché ci sono molte altre variabili da prendere in considerazione nel momento in cui si decide di modificare una campagna.

Se però sai già che la campagna che stai portando avanti nel gruppo di controllo ha bisogno di migliorie, allora l’idea di applicare direttamente i cambiamenti portati dal gruppo di prova diventa più sensata, perché sai già che non avresti comunque tenuto la campagna nella sua forma originale.

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All’interno di AI Mode arrivano gli spazi Google Ads?

Quello che abbiamo visto finora è un cambiamento importante che Google ha già approntato e che quindi è utilizzabile come funzione nelle tue campagne Google Ads.

Ma c’è anche ciò che arriverà nel futuro. In una recente intervista Liz Reid, Google Search Chief, ha parlato di quello che arriverà nel futuro e in particolare di come sarà il rapporto tra il nuovo AI Mode e gli spazi Ad.

La prima cosa da sapere è che è arrivata la conferma che anche all’interno dell’AI Mode stanno arrivando le pubblicità. La Google Search Chief sottolinea però ancora di non sapere quale sarà la loro forma definitiva. Come per altre cose, infatti, anche questa è al momento sperimentale.

Anche perché, e vale la pena ricordarlo, l’AI Mode a sua volta non è ancora disponibile a livello globale.

Questo significa che tecnicamente siamo di fronte a un esperimento all’interno di un esperimento. Ma è una prassi consolidata per Google e quindi non c’è nulla di nuovo nell’approccio.

Quello che occorre sapere e su cui invece conviene concentrarsi sono le altre dichiarazioni di Liz Reid, quelle che riguardano come questi spazi Google Ads appariranno nella nuova modalità gestita dall’intelligenza artificiale.

La prima dichiarazione importante riguarda come verranno scelti gli inserzionisti: la volontà pare essere quella non di mostrare per forza delle pubblicità ma di mostrarle se sono “di alta qualità e rilevanti“.

Probabilmente l’approccio dietro le quinte sarà lo stesso quindi di quello che succede con le AI Overviews e con ogni interazione che gli utenti fanno della rete attraverso l’intelligenza artificiale: sarà l’intelligenza artificiale stessa a valutare se e quali pubblicità sono coerenti con la ricerca che l’utente sta compiendo e tra quelle coerenti sceglierà il contenuto che, da una serie di parametri, risulterà essere il migliore.

Questo perché, ha proseguito la Google Search Chief, le interazioni che avvengono attraverso l’AI Mode sono molto più lunghe e molto più dettagliate rispetto a una ricerca tradizionale e questo porta ovviamente a una scrematura maggiore di quelli che sono i potenziali spazi Google Ads da mostrare.

Come per altre novità che riguardano l’intelligenza artificiale, quindi, si tratterà non solo di essere presenti ma anche di riuscire a captare meglio della concorrenza quelle che sono le necessità degli utenti.

Da ultimo, e questo è un aspetto interessante, c’è da notare come Reid abbia voluto sottolineare che non c’è reale competizione tra i sistemi di intelligenza artificiale di Google e la ricerca tradizionale, ma che tutto rientra in un unico mondo che è quello della soddisfazione della ricerca degli utenti.

Secondo Google, dunque, la linea del futuro è già tracciata e ci porta dritti verso un’integrazione sempre più massiccia dell’intelligenza artificiale anche nella ricerca e quindi anche nella gestione degli spazi Google Ads.

La sfida, come quella ancora tutta aperta nelle AI Overviews, sarà trovare un equilibrio che permetta agli utenti di poter avere un’esperienza di ricerca positiva e alle società che si affidano agli spazi Google Ads per farsi trovare la sopravvivenza, anche dopo e oltre il filtro dell’intelligenza artificiale.

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