Uno dei “padri” dell’intelligenza artificiale ha dichiarato di essere profondamente preoccupato sull’espansione di questa tecnologia. Ciò che preoccupa maggiormente sono i 5 problemi etici.
L’intelligenza artificiale (AI) sta letteralmente inondando qualsiasi settore proprio come una marea. Chiaramente il pioniere di questo cervello artificiale non è il solo ad essere preoccupato, infatti la cerchia degli esperti che temono il dilagare della AI si sta allargando.
Ciò che allarma sono i posti di lavoro a rischio, le fake news che potrebbero essere scambiate per veritiere e poi c’è addirittura la figura stessa dell’essere umano nel mondo, che potrebbe mutare. In altre parole, la maggior parte degli umani potrebbero diventare non utili alla società, poiché qualsiasi lavoro lo farebbe l’intelligenza artificiale.
Il pioniere della AI sembra intenzionato a svelare tutti i pregi e i difetti di questa tecnologia che ha letteralmente aperto una nuova Era. Se non si dovessero inserire delle regole ben precise, la vita diventerebbe il frutto di un pericoloso mix tra la verità e la finzione.
I 5 problemi etici della AI
Geoffrey Hinton, uno dei padri dell’intelligenza artificiale, ha affermato di essere profondamente preoccupato dal veloce progresso della AI. Colui che ha condotto ricerche sulle reti neurali e sull’apprendimento profondo, ha detto che dietro queste macchine si celano cinque problemi etici.
Il primo grande problema è rappresentato dall’intelligenza delle macchine, che potrebbe addirittura superare l’intelligenza umana. Infatti, macchine come il GPT-4 possiedono degli algoritmi di apprendimento superiori agli umani. Il secondo problema risiede nei chatbot (come ad esempio il famoso ChatGPT), i quali potrebbero essere usati per manipolare e per diffondere fake news. Un esempio sarebbe la manipolazione elettorale, per poter avvantaggiare un candidato tramite foto e video falsi.
Il terzo problema nasce dalla velocità dell’apprendimento. Infatti, la AI è in grado di imparare qualsiasi cosa con un ritmo superiore a quello umano. Il quarto dilemma potrebbe nascere dalla voglia di potere e, di conseguenza, l’intelligenza artificiale potrebbe essere usata proprio per degli obiettivi di potere, grazie all’immensa conoscenza che avrebbero queste macchine. L’ultimo problema, il quinto, arriverebbe proprio dai tagli di milioni di posti di lavoro.
Infatti, le aziende potrebbero scegliere di assumere l’intelligenza artificiale anziché gli esseri umani, poiché sarebbe molto più conveniente. Inoltre, le macchine possono lavorare anche di notte e a Natale e possono coprire turni di 15-20 ore di lavoro senza mai fermarsi. In più non hanno bisogno di uno stipendio mensile con contributi da versare. Quindi, il rischio sarebbe far diventare gli esseri umani inferiori alle macchine e senza uno scopo nella vita.