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Contro la truffa informatica c’è il protocollo BIMI per email più sicure, come implementarlo

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Valeria Poropat

Se hai paura che le tue email non raggiungano i destinatari in modo efficace perché magari c’è qualche truffa informatica che sfrutta il tuo nome puoi adottare il nuovo protocollo BIMI

Le email, come abbiamo visto in altre situazioni, sono uno strumento di marketing potentissimo. Nell’epoca in cui tutti sono sui social sembra un controsenso ma avere in mano un dato così importante come un indirizzo di posta elettronica significa avere la possibilità di costruire un ponte diretto con gli utenti.

Come funziona il protocollo per email BIMI– sos-wp.it

Data però la mole di messaggi di spam che troppo spesso affollano le caselle di posta in arrivo può risultare difficile arrivare lì dove vorresti. Perché magari il tuo prodotto viene scambiato per una truffa informatica oppure perché, purtroppo, qualche criminale decide di sfruttare il tuo nome, i colori della tua azienda o qualcosa della tua identità per dare vita ad una truffa informatica.

Difendersi, in qualità di utenti finali del messaggio, è possibile e basta in realtà tenere gli occhi aperti ma anche come mittente del messaggio ci sono molte cose che puoi fare e tra queste implementare il protocollo BIMI.

Cosa è il protocollo BIMI e perché devi conoscerlo

Nella sua sostanza il protocollo BIMI, un acronimo che significa Brand Indicators for Message Identification, serve a autenticare le email in maniera tale che il sistema che riceve il messaggio mostri le informazioni relative per dare un ulteriore strato di sicurezza al destinatario.

La spunta blu non è più solo social – sos-wp.it

Il protocollo BIMI è quindi uno strumento che ti consente di evitare di finire nella cartella dello spam e allo stesso tempo di evitare che qualcuno utilizzi i tuoi messaggi per i propri scopi criminali. In teoria l’idea sembra di facile implementazione perché il risultato non è altro che il logo della tua società che appare nel cerchietto destinato al nome del mittente. E per Google, nello specifico per Gmail, si aggiunge alla presenza della spunta blu.

Qualcosa che di certo abbiamo imparato a riconoscere nei social ma che nel mondo dei messaggi per email assume tutto un altro significato e ha tutto un altro valore proprio perché aiuta ad evitare di rimanere intrappolati in qualche truffa informatica. Ma se il risultato è facile, e soprattutto è qualcosa a cui devi pensare se vuoi dare un ulteriore livello di professionalità alla tua attività, riuscire ad avere il protocollo BIMI in azione per il proprio account di posta potrebbe non essere così facile.

Come attivare il protocollo BIMI

In realtà per poter avere a disposizione il protocollo di autenticazione del mittente BIMI devi necessariamente avere un tuo sito con un tuo dominio. Il passaggio è importante e avresti anzi dovuto farlo prima e da subito: avere una email che non si appoggia, quantomeno nella sua forma estetica, ad un internet provider su cui chiunque potrebbe aprire un indirizzo email significa avere un po’ più di autorità agli occhi dei clienti e degli utenti.

Nel momento in cui hai il tuo indirizzo, questo indirizzo deve lavorare con il sistema DMARC. Quando il tuo indirizzo e il dominio sono allineati e pronti per accogliere il protocollo BIMI, quello che devi fare è ovviamente avere il tuo logo pronto per essere mostrato. Il logo deve rispettare alcune specifiche in modo tale da poter funzionare con i diversi servizi di posta elettronica. In particolare deve essere un file vettore salvato nel formato SVG, costruito all’interno di un quadrato o di un cerchio e non superare i 32 kb di peso. Ricorda da ultimo che lo sfondo deve essere un colore e non deve essere trasparente.

Niente più messaggi nello spam dei clienti, il protocollo BIMI funziona – sos-wp.it

Avere il logo è importante ma purtroppo non basta ancora. Perché il logo deve essere registrato in modo tale che sia effettivamente e a tutti gli effetti il tuo logo e nessuno possa ricopiarlo senza andare incontro a un’infrazione del copyright. Superato questo passaggio, puoi caricare il logo sul tuo sito all’interno della Media Library e poi richiedere un certificato VMC.

Il percorso fin qui potrebbe esserti sembrato lungo e difficile e in effetti se non sei pratico è il caso di rivolgerti a un esperto in materia o comunque a qualcuno che possa eseguire questo compito per te. Ma nel momento in cui riesci ad ottenere il certificato Verified Mark sei sostanzialmente a posto. Non ti resta altro da fare che attivare il protocollo per le email del tuo business e chiunque riceva un messaggio di posta elettronica da te vedrà il logo.

Valeria Poropat

Laureata in traduzione, Valeria adora da sempre la tecnologia in ogni sua forma e in particolare ai modi in cui la tecnologia può aiutare ad avvicinare le persone e stimolare la curiosità.

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