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  • Come ridurre la frequenza di rimbalzo in 8 mosse
    • 1) Pop-up
    • 2) Anche l’occhio vuole la sua parte
    • 3) Migliora l’usabilità
    • 4) Multimediale, ma non troppo
    • 5) Parola d’ordine: velocità
    • 6) Come lo vedi sullo smartphone?
    • 7) Stringi stringi, il tuo sito è utile?
    • 8) Costruisci una Community
    • Conclusione

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Come ridurre la frequenza di rimbalzo
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Come ridurre la frequenza di rimbalzo in 8 mosse!

Andrea Di Rocco 07 Febbraio 2018
5

Apri l'indice dei contenuti

  • Come ridurre la frequenza di rimbalzo in 8 mosse
    • 1) Pop-up
    • 2) Anche l’occhio vuole la sua parte
    • 3) Migliora l’usabilità
    • 4) Multimediale, ma non troppo
    • 5) Parola d’ordine: velocità
    • 6) Come lo vedi sullo smartphone?
    • 7) Stringi stringi, il tuo sito è utile?
    • 8) Costruisci una Community
    • Conclusione

Molti visitatori, specie se sono agli inizi, ci chiedono che cos’è e come ridurre la frequenza di rimbalzo (o bounce rate).

Prima bisogna chiedersi: perché la gente non si ferma sul tuo sito? Forse (risposta più ottimistica) perché trova subito ciò che cerca, oppure (risposta più probabile), perché non lo trova e se ne va.

Ci potrebbero però anche essere altri motivi. Qui di seguito, intanto, esaminiamo varie cose che puoi provare per cercare di abbassare la percentuale di utenti che lasciano il tuo sito senza visitare più di una pagina. Vediamone alcune insieme.

Poi ne tratteremo sicuramente altre nel nostro gruppo Facebook TUTTO SEO, la community gratuita pensata per chi vuole imparare le migliori strategie di SEO.

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Come ridurre la frequenza di rimbalzo in 8 mosse

1) Pop-up

PopUp Domination plugin per pop up form

C’è chi trova i pop-up terribilmente fastidiosi e chi li considera un ottimo strumento di conversione.

Devi testarli: se un pop-up che appare troppo presto alza la tua frequenza di rimbalzo, prova a ritardarne un po’ la visualizzazione, lasciando che gli utenti visitino prima il sito.

2) Anche l’occhio vuole la sua parte

Un design ben curato rafforza la percezione positiva del tuo brand, quindi impara a guardare il tuo sito con occhio obiettivo anche dal punto di vista estetico.

3) Migliora l’usabilità

Puoi seguire alcune regole di base per ridurre la frequenza di rimbalzo migliorando l’usabilità:

  • non snobbare le convenzioni: l’utente si aspetta di trovare certe cose in un determinato posto, non spiazzarlo;
  • degli spazi vuoti tra un elemento e l’altro sullo schermo rendono più piacevole e più facile la navigazione;
  • ma soprattutto, assicurati che si capisca al volo chi sei, cosa fai e cosa offri.

Ricorda che un sito facilmente fruibile è fondamentale per permettere agli utenti un’ottima esperienza sulla tua piattaforma.

4) Multimediale, ma non troppo

Contenuti video e audio possono dare grandi risultati, ma anche essere armi a doppio taglio. Usali pure, ma per ridurre la frequenza di rimbalzo devi seguire alcune regole:

  • fai attenzione ai contenuti con auto play, che possono dare all’utente l’impressione di non avere il controllo della navigazione. Effettua dei test sulla bounce rate per valutarne gli effetti;
  • inserisci delle call-to-action che guidino l’utente ai passi successivi;
  • evita contenuti troppo lunghi e inserisci solo quelli davvero interessanti.

Segui con attenzione queste regole e vedrai un ottimo impatto sulla bounce rate del tuo sito.

5) Parola d’ordine: velocità

WP Super Cache per ridurre la frequenza di rimbalzo
Una ricerca di Kissmetric ha evidenziato che gli abbandoni delle pagine crescono in modo esponenziale dopo 3-4 secondi di caricamento.

Anche il posizionamento su Google è influenzato dalla velocità; ricordalo quando carichi dei contenuti che possono rallentare il tuo sito. Google Search Console o il tuo programma di analisi possono dirti se la velocità è un problema, aiutandoti a ridurre la frequenza di rimbalzo.

6) Come lo vedi sullo smartphone?

Oggigiorno spendiamo tantissimo tempo sullo smartphone e abbiamo accesso a internet praticamente quasi ovunque. Non appena siamo in attesa di qualcosa (fila alla cassa del supermercato, alla posta, ecc…) prendiamo il nostro smartphone e spesso navighiamo sul web grazie al mobile. Da aprile del 2015, Google premia nei risultati di ricerca i siti che hanno design responsive. Ma che cosa significa?

Con il design responsive ci si riferisce ad accorgimenti grafici e di codice che permettono al tuo sito di essere flessibile e di adattarsi a varie piattaforme: smartphone, tablet, laptop, desktop, ecc… In sostanza il tuo sito verrà mostrato in maniera corretta e funzionerà sia sui pc che sui dispositivi mobili.

Se usi WordPress, avere un sito che utilizza design responsive è molto semplice: basta utilizzare temi e plugin che utilizzano questo design (ormai la maggioranza).

Se il tuo sito non utilizza il design responsive, risolvi subito questo problema. Siamo a tua disposizione per consigli e per offrirti aiuto, visita la nostra sezione Servizi.

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7) Stringi stringi, il tuo sito è utile?

Dalla risposta a questa domanda dipende tutto. Chi visita il tuo sito cerca soluzioni: o riesci a dargliele subito oppure tutti i tuoi sforzi per ridurre la frequenza di rimbalzo saranno vani. Valuta bene i tuoi contenuti e cerca di percepire fin da subito se siano realmente originali e utili almeno a una parte consistente del tuo traffico.

8) Costruisci una Community

Sviluppa una visione di lungo termine per la gestione del tuo sito: inizia a creare punti di aggregazione utenti che siano vivi e che contribuiscano a creare una Community. Puoi ottenere questo risultato attraverso due strategie: promuovendo e moderando i commenti sui tuoi articoli oppure attraverso pagine sui social, forum dedicato, bacheche e così via.

Entrambe le opzioni, soprattutto se non hai budget per il marketing, partiranno lentamente ma poi vedrai che ti aiuteranno a intrattenere i tuoi visitatori e ad acquisirne di altri.

Migliori risorse WordPress

Conclusione

In definitiva, tutto si riassume in questo: comunicare all’istante il valore del tuo sito. Tutti i tuoi sforzi devono concentrarsi su questo obiettivo. Solo così potrai ridurre la frequenza di rimbalzo.

Quali armi utilizzi per vincerla?

Condividi la tua esperienza nella battaglia contro la bounce rate: non vedo l’ora di leggerti.

Tags: Aumentare durata visiteFrequenza di rimbalzorisorse-sitoSEOTraffico
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Andrea Di Rocco

Fondatore di SOS WP, Autore

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La mia passione per WordPress mi ha portato negli ultimi 10 anni a voler aiutare sempre più persone a creare blog e siti web in WordPress in completa autonomia. Spero che troverai utili le oltre 650 guide su WordPress e sulla SEO che ho pubblicato su questo blog e se ne hai voglia ti invito a leggere la mia storia cliccando sul pulsante qui sotto.
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5 commenti

Lascia un commento
  1. Enrico
    Enrico dice:
    3 Aprile 2015 alle 11:44 am

    Ciao Andrea,
    io ho testato che anche un semplice cambio di headline può far raggiungere risultati incredibili.
    Riuscire a catturare l’attenzione con le poche parole iniziali innesca la voglia o meno dei visitatori a continuare con la lettura. E’ certo, però, che il resto del contenuto deve essere altrettanto “efficace”…
    Complimenti per l’articolo!

    Rispondi
    • Andrea Di Rocco
      Andrea Di Rocco dice:
      3 Aprile 2015 alle 3:14 pm

      Ciao Enrico,
      sono d’accordo con te.. grazie dei tuoi complimenti ;-)!

      Rispondi
  2. Francesco Biacca
    Francesco Biacca dice:
    9 Novembre 2012 alle 10:33 am

    ciao,
    ottimo articolo!

    aggiungo un’ulteriore tips per ottimizzare il bounce rate.

    E’ importante avere le call to actions in posti “furbi”, di modo da far sì che l’utente continui la navigazione sul sito.

    Ad esempio: se sono su un blog e leggo un post, quando giungo alla fine o chiudo il tab e scappo via, oppure magari posso trovare un post correlato che mi consenta di continuare la navigazione

    Rispondi
    • Andrea Di Rocco
      Andrea Di Rocco dice:
      11 Novembre 2012 alle 11:26 am

      Hai ragione Francesco!

      Rispondi
    • Andrea Di Rocco
      Andrea Di Rocco dice:
      12 Novembre 2012 alle 4:58 pm

      Yes! un modo molto tattico per studiare quelle posizioni è attraverso CrazyEgg studiando la scrollata media degli utenti. Anche se è piu raccomandabile per le pagine landing, direi che anche sul blog può essere testato molto bene. Grazie del commento e della visita 🙂

      Rispondi

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