Il Digital Services Act è una nuova legge europea per la regolamentazione delle piattaforme digitali. Scopri i pro e contro della nuova normativa.
Nato per armonizzare le leggi europee sui servizi digitali e definire chiaramente diritti e responsabilità di utenti, fornitori di servizi digitali e intermediari, il Digital Services Act (DSA) potrebbe costituire un passo importante per una maggiore protezione degli utenti online. C’è però chi pensa che possa tramutarsi in una limitazione alla libertà di espressione e alla competitività delle imprese, in particolare di quelle più piccole. Vediamo meglio di cosa si tratta.
Il Digital Services Act è una legge pubblicata in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 27 ottobre 2022 ed entrerà in vigore il 1 gennaio 2024. Le principali aree a cui fa riferimento sono due: la prima riguarda le grandi piattaforme (come Google o Facebook) mentre la seconda intende proteggere gli utenti e tutelare i loro diritti.
Nei confronti delle grandi piattaforme, il DSA istituirebbe l’obbligo di rimozione tempestiva dei contenuti illegali, l’inserimento di determinate misure per la sicurezza e di rendere disponibili i propri algoritmi. Per la tutela degli utenti, invece, si prevede l’istituzione di un organismo di vigilanza europeo per il rispetto delle normative sulla privacy e sui diritti degli utenti. Anche i dati raccolti dai programmi pubblicitari per la profilazione degli utenti rientrerebbero in questo regolamento.
Digital Services Act: tutela dei diritti o restrizione della libertà online?
Lo scopo del Digital Services Act è quello di proteggere gli utenti da un potenziale abuso di potere da parte delle grandi piattaforme, che potrebbero approfittare della loro superiorità per limitare la concorrenza, violare i diritti degli utenti o detenere un certo potere sull’informazione. Sotto questo punto di vista, il DSA potrebbe aiutare a contrastare la disinformazione e proteggere la proprietà intellettuale.
D’altra parte, alcuni temono che il DSA si possa tramutare in uno strumento per limitare la libertà di espressione. L’obbligo di rimozione di contenuti illeciti da parte delle grandi piattaforme può essere abusato e sfruttato per la rimozione di contenuti legittimi. Anche le piccole imprese hanno qualche preoccupazione: potrebbero dover affrontare dei costi elevati per l’adozione di tecnologie di filtraggio dei contenuti e per il personale addetto alla moderazione e rimozione dei contenuti illeciti.
In conclusione, il Digital Services Act, come ogni proposta legislativa, ha i suoi pro e i suoi contro e inevitabilmente questo comporta l’apertura di dibattiti e considerazioni. Da un lato rappresenta uno strumento di tutela di alcuni diritti, ma dall’altro potrebbe sollevare preoccupazioni per la potenziale limitazione di altri.
Leggi il testo completo del Digital Services Act sul sito EUR-Lex.