Per fare in modo che gli utenti abbiano effettivamente contenuti di qualità, Google ha creato le linee guida per i valutatori.
Queste linee guida nel corso del tempo sono state modificate, soprattutto per spiegare in termini sempre più dettagliati e precisi che cosa si intende per contenuti di qualità e, invece, che cosa sono i contenuti di scarsa qualità e che quindi non devono comparire nelle prime pagine della SERP, perché non offrono qualcosa di utile agli utenti.
Proprio di recente Google ha ulteriormente modificato alcuni dettagli dei testi che fanno parte della poderosa documentazione che i valutatori umani devono tenere a mente mentre eseguono il loro compito.
Vediamo allora come sono state aggiornate le linee guida e quindi che cosa significa adesso produrre un contenuto di qualità e, allo stesso tempo, che cosa invece viene valutato come contenuto di scarsa qualità.
Le nuove linee guida di Google per trovare i contenuti meritevoli
Quello che fanno le linee guida per i valutatori di Google è fornire un canovaccio contro cui assestare il valore di quello che c’è online. Un po’ come un metro, ma per misurare la qualità.
Quello che fanno i revisori umani è molto importante, soprattutto perché poi l’algoritmo viene modificato in base a quelle che sono le indicazioni che arrivano attraverso il loro feedback.
C’è da sottolineare che comunque, anche se il ruolo dei valutatori di Google e quindi delle loro linee guida è importante, non c’è correlazione diretta tra la valutazione che un revisore può fare del contenuto che si trova in una singola pagina e la sua posizione poi effettiva all’interno della SERP.
Le pagine che capitano a tiro dei revisori sono più da considerare degli esercizi e non qualcosa che viene effettivamente valutato.
Per riuscire a continuare a dare ai propri utenti, milioni ogni giorno, esattamente quello che cercano scremando i contenuti inutili, Google aggiorna quello che i revisori devono controllare periodicamente.
Si tratta, per chi costruisce contenuti per il web, di un’occasione per andare a sbirciare un po’ dietro le quinte.
Perché anche se Google fornisce a tutti delle linee guida su quello che è un contenuto di qualità, per esempio andare a vedere da vicino quello che devono giudicare i revisori aiuta a chiarire meglio di che cosa si parla quando si parla di qualità.
Seguire i principi che sono indicati anche nelle linee guida che sono quelli che identificano i contenuti migliori può essere quindi uno spunto per salire, perché ti aiuta a valutare quello che offri alla luce di quello che poi l’algoritmo penserà di te.
Nell’ultimo aggiornamento è stata modificata in particolare la sezione che riguarda le pagine con la qualità più bassa in assoluto.
Si legge, nella nuova versione, che vengono valutate come pagine di scarsissima qualità quelle che hanno lo scopo “di portare beneficio al proprietario del sito web con scarso o nullo tentativo di portare beneficio ai visitatori del sito web o di avere un qualche scopo che sia benefico”.
Questo significa che chiaramente quello che Google va a guardare è se ciò che c’è all’interno di una pagina può essere utile agli utenti che ci capitano o se serve solo per attirarli sul contenuto, in maniera tale che poi portino così un guadagno al proprietario del sito senza che ci sia un qualcosa di buono per loro.
Questo significa che, di contro, se riesci a portare effettivamente qualcosa di buono agli utenti, per esempio in termini di informazione, anche se il sito su cui gli utenti vengono a trovare i tuoi contenuti serve per farti guadagnare, questa non è una penalizzazione.
Sempre in virtù di questa qualità o scarsa qualità c’è la questione dedicata agli sforzi che sono stati compiuti per produrre il contenuto.
Come si fa a stabilire quanto ci si è impegnati, però?

Quello che è nelle linee guida è in questo illuminante e ci fornisce un altro spunto per ribadire un concetto che abbiamo più volte sottolineato: occorre essere originali e portare la propria esperienza per avere una chance in più di essere in alto nella SERP.
Perché vengono considerati i contenuti di bassissima qualità quelle in cui “il contenuto principale viene creato con uno sforzo minimo o nullo, non ha originalità e non aggiunge valore se lo si confronta con pagine simili che si trovano sul web”.
Per capire che cosa è cambiato e quindi come adesso le linee guida aiutino i revisori a concentrarsi su ciò che produce contenuti di qualità, si può fare il confronto con quella che era la struttura precedente di questa sezione.
Prima degli aggiornamenti infatti si leggeva semplicemente che occorreva controllare se il contenuto era stato auto-generato, copiato o in generale “creato senza uno sforzo adeguato”. Una definizione piuttosto fumosa.
Con l’aggiornamento che invece adesso sottolinea termini come originalità, valore e sforzo, mettendoli sullo stesso piano, risulta più chiaro quello che i revisori devono saper valutare.
Ed è quindi fondamentale avere una strategia che ti permetta di spiccare rispetto alla concorrenza, cercando di evitare di commettere un classico orrore che tutti abbiamo commesso almeno una volta: andare a guardare a quello che fanno gli altri che si trovano all’interno della tua nicchia e copiare le idee.
Secondo quello che c’è nelle nuove linee guida, se tu offri uno stesso contenuto, anche se scritto in maniera diversa e anche se scritto in maniera migliore rispetto alla concorrenza, difficilmente verrai premiato perché comunque non stai in realtà aggiungendo nulla che sia davvero originale alla discussione generale in rete.
Trovare nei siti, per esempio, dei tuoi competitor qualcosa che manca può essere una buona idea, ma va saputa mettere in pratica in modo tale da costruire poi dei contenuti che sono di qualità, perché sono effettivamente originali rispetto a quello che circola nella nicchia in cui ti muovi anche tu.
Per questo motivo la tua strategia generale per costruire contenuti che siano contenuti di qualità potrebbe dover essere rivista.
Non devi improvvisamente smettere di guardare, per esempio, a cosa succede se lasci che Google auto-completi le ricerche oppure se controlli le ricerche correlate a quelle che possono essere le parole chiave intorno a cui ti muovi.
Quello che però devi tenere presente è che, dato il cambiamento nelle linee guida, anche se scrivi in maniera ottimale e anche se pensi di aver dato effettivamente qualcosa al tuo pubblico, potresti comunque venire bollato come produttore di contenuti di scarsa qualità perché non ti sei allontanato abbastanza da quella che è la massa.
Ci vuole un’analisi preliminare aggiuntiva a questo punto: un’analisi che ti permetta di vedere davvero quello che tu puoi offrire e tentare di offrirlo nella maniera che sia più originale possibile.