Google ha annunciato ormai da un po’ di tempo l’intenzione di abbandonare i cookie terze parti e di sostituirli con altri sistemi per fornire agli utenti pubblicità e informazioni rilevanti e alle aziende modi nuovi per avvicinarsi ai propri utenti. Cosa c’è quindi dentro la nuova Privacy Sandbox?
Della Privacy Sandbox Google ha iniziato a parlare lo scorso mese di maggio con l’idea di rilasciare le API che sostituiranno i cookie di terze parti a partire dalla versione 115 del browser. E adesso abbiamo modo anche di guardare un po’ più da vicino cosa faranno queste API esaminate da Google singolarmente e con l’idea di rilasciarle via via per poterne valutare l’impatto.
Ma ovviamente se per gli utenti si tratterà semplicemente di smettere di avere la cache piena di biscottini a volte anche parecchio indigesti, il cambiamento più importante è dalla parte di chi quei cookie terze parti li usa per diffondere e valutare il proprio impatto in termini di pubblicità. Per questo motivo Chrome permette da un po’ ai siti di avere una preview di quello che sarà il futuro senza cookie terze parti e mettere sotto stress le API per capire come modificare anche il proprio approccio alla pubblicità.
Come sarà il futuro senza cookie terze parti?
La Privacy Sandbox, il grande esperimento che Google ha deciso di portare a termine per eliminare i cookies di terze parti a partire dalla seconda metà del 2024, sta entrando nel vivo e sul sito ufficiale di Google è disponibile una lista dettagliata di cosa verrà implementato al posto dei biscottini. Si tratterà di 6 nuove API per la rilevanza e la misurazione.
Le API sono Topics, Protected Audience, Attribution Reporting, Private Aggregation, Shared Storage e Fenced Frames. Per comprendere cosa ha in mente la grande G esaminiamo la definizione che il sito ufficiale dà, per esempio, di “Topics“: una API in grado di generare “segnali per pubblicità basata sugli interessi senza i cookie terze parti o altri identificativi dell’utente che seguono gli individui da un sito all’altro“. Tra queste Topics è forse proprio quella più interessante e su cui vale la pena di lavorare, soprattutto per rendere il tuo sito capace di raccogliere e generare i segnali necessari.
Topics è il modo in cui effettivamente Google raccoglierà informazioni di ciò che è di interesse per l’utente per poter così fornire pubblicità targettizzate ma limitando al minimo indispensabile i dati personali raccolti sull’attività. Al momento i Topics sono 349, con la prospettiva però di arrivare a qualche migliaio. L’altro sistema per mitigare l’utilizzo dei cookie terze parti è Protected Audience (che prima si chiamava FLEDGE) e il suo scopo è quello di fornire all’utente pubblicità rilevanti dai siti che sono già stati visitati ma senza l’invadenza.
In generale e guardando a questa breve carrellata risulta evidente che la sostituzione dei cookie con le API permette di spostare il lavoro sul browser, che sarà messo nelle condizioni di offrire all’utente ciò che gli interessa senza che ci sia un eccessivo passaggio di dati e una eccessiva diffusione di quelli sensibili, continuando però allo stesso tempo a mettere gli inserzionisti nelle condizioni di poter fornire pubblicità rilevanti e seguire le performance delle proprie campagne.