Google ha presentato una novità molto attesa in tutto il mondo ma che a quanto pare, nonostante sia stata diffusa in 180 paesi del mondo, ha escluso in blocco tutta l’Europa.
L’occasione per presentare al mondo le ultime novità è stato l’evento che va sotto il nome di Google I/O 2023 che si è svolto di recente. L’evento si è concentrato su un servizio che è l’ultima novità del gigante della tecnologia. Ma questo servizio è ancora molto acerbo, soprattutto per quello che riguarda il rapporto con le autorità nazionali.
Non è la prima volta che gli annunci relativi a nuovi servizi, funzioni e prodotti escludono una parte del mondo ma, come sottolineato anche dai rappresentanti di Google, si tratta di una questione momentanea che la società ha tutto l’interesse a superare. E non è difficile immaginare quanto risulti per la società americana problematico l’aver dovuto limitare questo annuncio e non poter comprendere l’Europa e il Canada.
Google lavora per espandersi ma per ora niente da fare
La notizia che la società americana ha deciso, o forse sarebbe meglio il caso di dire che ha dovuto decidere, di non uscire con il suo ultimo prodotto in Europa e in Canada potrebbe sembrare solo qualcosa da inserire in un trafiletto lungo il percorso di ampliamento dei Paesi cui la grande G ha intenzione di far vedere di che cosa è capace il famoso chatbot Bard.
Ma soprattutto alla luce della breve fuga di notizie che si è verificata qualche giorno fa e che ha al suo centro proprio l’intelligenza artificiale e lo sviluppo dei prodotti proprietari Google questo stop momentaneo possiamo facilmente immaginare stia provocando più di qualche malumore. Google al momento ha deciso di non diffondere il suo servizio in nessun Paese dell’Unione Europea e neanche in Canada. La motivazione, arrivata direttamente con una dichiarazione rilasciata dai rappresentanti della società, si legge tra le righe: “lo ( Bard ) rilasceremo gradualmente e in maniera responsabile e continueremo ad essere un partner utile e coinvolto nei confronti dei legislatori mentre insieme navighiamo queste nuove tecnologie“.
Come successo quindi per esempio qui in Italia con il blocco momentaneo di ChatGPT, ma come per esempio succede anche in Canada dove è stato da poco emanato un provvedimento che ha proprio lo scopo di regolamentare in qualche modo i sistemi di intelligenza artificiale, è chiaro che il rilascio di Bard da parte di Google dovrà avvenire seguendo un percorso di assoluta accettazione da parte dei legislatori per evitare altre multe molto salate.
Ma allo stesso tempo, e tornando al memo che nessuno avrebbe dovuto vedere in cui la società esprime grandi perplessità riguardo la possibilità di superare i servizi di intelligenza artificiale open source, perdere tempo e dover escludere un continente intero significa lasciare spazio alla concorrenza. Questo significa molto probabilmente che se anche per ora Bard non è disponibile da noi lo sarà tra non molto, se la società non vuole perdere quel poco di vantaggio strategico che le è rimasto.