Uno dei pericoli di cui si parla più spesso riguardo ciò che può andare storto con l’intelligenza artificiale come ChatGPT, sono le fake news e qualcuno è appena stato arrestato per averle create e diffuse.
La questione legata all’utilizzo delle intelligenze artificiali e in particolare per la creazione di contenuti in batteria destinati solo e soltanto a generare traffico, e purtroppo in alcuni casi traffico dovuto al panico, è emersa con forza non appena gli strumenti come ChatGPT sono diventati disponibili per tutti. Basta pensare alla mole di siti di notizie in varie lingue che sono stati pizzicati proprio a cercare di generare contenuti con l’ausilio dei sistemi automatizzati.
Contenuti che in alcuni casi volevano continuare a spingere sul complotto dei vaccini contro il Covid 19. Ma in quel caso, e verrebbe da aggiungere per fortuna, era stata proprio l’intelligenza artificiale e i limiti che i suoi creatori le avevano imposto a smascherare il tentativo di creare fake news cospirazioniste. Stavolta invece la notizia falsa aveva iniziato a circolare davvero e anzi si era guadagnata oltre 15 mila visualizzazioni prima che le autorità si rendessero conto di ciò che stava accadendo.
Fake news e ChatGPT, c’è il primo arrestato: chi è
La notizia della prima persona arrestata per aver prodotto e diffuso fake news sfruttando i sistemi generativi di ChatGPT viene dalla Cina. Nel Paese, lo scorso 10 gennaio, è ufficialmente entrata in vigore una nuova normativa che ha proprio lo scopo di sanzionare pesantemente chiunque tenti di creare notizie false con strumenti tecnologici. Lo scopo è quindi quello di evitare che i contenuti falsi possano generare ondate di panico e disinformazione nei cittadini.
La notizia che era stata confezionata, infatti, parlava di un fantomatico incidente in un cantiere nella zona nord occidentale della Cina, regione del Gansu, nel quale erano morti nove operai. Facendo leva sul sentimento popolare la notizia, che era stata sparpagliata e fatta rimbalzare sul social cinese Baijahao, si è guadagnata oltre 15 mila click. Le autorità cinesi sono però riuscite a risalire all’autore originale del post modificato. Di questa persona finora è stato fornito solo il cognome: Hong. L’accusa è proprio quella di aver usato materiale generato da ChatGPT per poi produrre a sua volta fake news diffuse sui social. Come riportato dai media cinesi, però, l’arresto di questa persona è soltanto il primo in quanto le indagini stanno proseguendo.
La notizia di questo primo arresto probabilmente sarà solo l’inizio anche se è probabile che, data la dimostrazione di forza del governo cinese, chi vorrà tentare di diffondere fake news generate con l’intelligenza artificiale dovrà rapidamente imparare a mascherare meglio le proprie tracce e soprattutto ad eliminare tutte quelle piccole idiosincrasie che proprio ChatGPT inserisce nei testi quando gli vengono poste alcune domande su argomenti dei quali non è autorizzata a parlare o su cui non ha sufficienti informazioni.