La sirena dell’intelligenza artificiale canta di un mondo in cui in una manciata di minuti si possono produrre contenuti da spalmare su diverse settimane. Dare vita a campagne di marketing bomba che convinceranno chiunque della bontà e della utilità di quello che offri. Creare immagini semplicemente descrivendo quello che vuoi al pittore che non esiste nello stile di altri e avere cosi altri contenuti originali.
Perché tutto si gioca sulla originalità. Nella corsa a chi arriva primo, però, qualcuno ha dimenticato di allacciarsi le scarpe. L’utilizzo degli strumenti di intelligenza artificiale generativa è un modo diverso di lavorare ma non significa che tu non debba fare nulla. Questa, riassumendo, è la prospettiva che Neil Patel vorrebbe adottassimo per poter sfruttare realmente quello che le AI sanno fare.
Come (non) si usa l’intelligenza artificiale
Nel panorama del digital marketing Neil Patel è, a ragione, considerato una delle voci che vanno ascoltate con più attenzione. In un recente video pubblicato su YouTube affronta proprio l’argomento andando a guardare ai numeri. I numeri prodotti in termini di fruizione dei contenuti e di performance mettendo a confronto ciò che è stato realizzato con una intelligenza artificiale e ciò che è stato realizzato da una intelligenza umana.
Quello che colpisce è che, anche se la distanza non è elevatissima, per esempio il traffico generato per ogni minuto di lavoro è 4.10 minuti per gli esseri umani e 3.25 minuti per l’intelligenza artificiale. E questo è un primo paradosso su cui vale la pena riflettere, proprio perché tanti cercano l’aiuto dell’intelligenza artificiale per essere più veloci nella produzione ma, a conti i fatti, questa produzione più veloce comunque ha un impatto inferiore rispetto a quello che è in grado di produrre un essere umano.
E quando si parla di risparmio di tempo siamo nell’ordine di meno 10 minuti circa. Sempre i dati raccontati da Neil Patel nel suo video sono in questo illuminanti: un essere umano impiega in media 69 minuti per ideare, produrre e pubblicare un contenuto. Utilizzando l’intelligenza artificiale si scende a 60 minuti.
Per che cosa, quindi, possiamo sfruttare l’intelligenza artificiale in modo che migliori le performance dei contenuti e non ci dia solo più tempo libero per rimuginare sui numeri che non funzionano?
In questo possiamo prendere spunto dalla newsletter di Hello Bar. L’errore che si commette più facilmente, come dicevamo, è proprio il pensare che avendo a disposizione il supporto di una intelligenza artificiale basti premere qualche tasto per ottenere ciò di cui ha bisogno. Ma quello che l’intelligenza artificiale può realmente fare è leggermente diverso dallo scopo per cui tanti la utilizzano.
Per il modo in cui sono progettate le IA non sono in grado di produrre idee realmente originali. Ciò che fanno è, nei fatti, rispondere alle domande che gli vengono poste rielaborando le informazioni che al loro interno sono state inserite. Questo limite va tenuto presente. E va utilizzato a tuo vantaggio. Perché se 10 persone che domandano all’intelligenza artificiale di scrivere un articolo su uno stesso argomento bene o male riceveranno la stessa risposta ciò che può distinguere un articolo da un altro è poi il rapporto umano sulla base creata per lui dalla AI.
Con lo sviluppo e la diffusione degli strumenti tecnologici legati all’intelligenza artificiale ogni nuovo elemento umano è quello che fa e farà sempre di più la differenza. Anche se forse non siamo in grado ancora di distinguere a colpo d’occhio un’immagine generata artificialmente da una realizzata da un artista con dieci dita, due occhi e un cervello fatto di carbonio, riusciamo a percepire quando qualcosa ci parla direttamente proprio perché è scritto da un altro essere umano.
Puoi usare quindi l’intelligenza artificiale per ottenere idee base da sviluppare e migliorare con i tuoi punti di vista, le tue esperienze personali, ciò che rende diverso dai competitor il tuo prodotto o servizio. Un altro ambito in cui le intelligenze artificiali possono essere d’aiuto, soprattutto quelle che hanno accesso alla rete, è il reperimento di dati per avere sotto mano le parole chiave che funzionano meglio nel momento in cui scrivi o gli argomenti per i quali le persone fanno più ricerche online.
Ciò che devi imparare, in buona sostanza, è quando puoi delegare all’intelligenza artificiale e quando invece c’è bisogno del tuo intervento diretto di essere umano che parla ad altri esseri umani. Alcuni aspetti tecnici possono in effetti cambiare e migliorare con strumenti di automazione legati anche all’intelligenza artificiale ma per alcune cose i cervelli digitali sono ancora molto lontani dall’essere utili.