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L’aggiornamento di Firefox rimuove i parametri tracking dai link, il futuro della privacy

firefox si aggiorna, la privacy degli utenti al centro pone domande ai marketer
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Firefox si è aggiornato alla versione 120.0 e nelle note di rilascio è possibile leggere tutto ciò che è stato aggiunto o modificato. Tra le novità che spiccano maggiormente ci sono quelle relative alla privacy degli utenti del browser. Utenti che ora sono in grado di eliminare i parametri tracking che a volte possono trovarsi in coda ad un URL che viene copiato.

Una novità che può sembrare di poco conto dato che nei fatti sta riguardando solo e soltanto il momento in cui un link viene copiato dopo che è stato generato per essere magari incollato o condiviso. Ed è una novità che ovviamente va ad aumentare il livello di privacy che gli utenti che utilizzano Firefox possono avere. La novità si unisce anche alla possibilità di attivare il Global Privacy Control che in automatico invia ai siti web che vengono visitati una nota per cui l’utente non vuole che i propri dati vengano venduti o condivisi e invia quindi una richiesta “do not track”.

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Il mondo di internet, soprattutto per chi lo attraversa per lavoro, vive proprio dello scambio di dati che gli utenti consapevolmente o inconsapevolmente hanno con i siti e le piattaforme. Ma è chiaro come i browser stiano iniziando a instradarsi sul percorso che, seppur con sfaccettature diverse, mette gli utenti nelle condizioni di poter rientrare almeno in parte in possesso e in controllo dei dati che si producono ad ogni ricerca online e ad ogni visita sul web.

Per tanto tempo abbiamo tutti, in qualità di utenti, fornito a società grandi e piccole tutto ciò di cui avevano bisogno soprattutto per arrivare a noi con pubblicità mirate. Ma i dati che agli albori di internet erano visti come una inezia sono in realtà una merce estremamente preziosa. Una merce di cui chi si occupa di marketing ha bisogno ma che chi la produce (gli utenti) sta imparando rapidamente che non è qualcosa che si può dare gratuitamente. Il che genera le soluzioni che stanno adottando Mozilla per Firefox e anche per esempio Apple. E la domanda diventa allora: quale sarà il futuro del marketing in un mondo in cui gli utenti vengono messi nelle condizioni di alzare le mura di Jerico intorno ai propri dati personali?

L’aggiornamento di Firefox migliora la privacy ma pone domande

Nelle note di rilascio ufficiali non viene data nessuna informazione di contorno oltre a quelle strettamente necessarie. Si legge infatti che Firefox supporta una nuova funzione che permette di copiare un link senza il site tracking. Si tratta di una funzione che si trova facendo mouse destro su un link che si vuole copiare. Questa nuova funzione “assicura che i link copiati non contengano più informazioni di tracciamento“. Il che significa in buona sostanza che se un utente utilizza Firefox e trova un link interessante, quel link, se per esempio viene da una newsletter, nel momento in cui viene copiato e incollato perché condiviso con altri non conterrà nessun rimando alla newsletter da cui è arrivato.

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Per gli utenti all’apparenza non cambia nulla ma è chiaro che mancando il parametro che identifica da dove è arrivato il link, chi si occupa di controllare le performance della campagna di marketing legata a quella stessa newsletter potrebbe scoprire che c’è stato qualche click in più ma non sapere se i click sui link sono effettivamente arrivati attraverso la newsletter o se sono forse stati link dovuti ad una ricerca. Si tratta di una scelta che va a lavorare sulla privacy degli utenti ma potrebbe essere il primo passo verso un maggior controllo negli URL. Un controllo che potrebbe arrivare ai parametri UTM? Secondo alcuni esperti non c’è questo rischio.

C’è un limite oltre cui non si dovrebbe andare

Gli esperti di Search Engine Journal hanno chiesto ad alcuni esperti quella che è la loro idea riguardo proprio questo aggiornamento portato da Firefox che si inserisce nel nuovo e sempre più corposo trend della protezione della privacy degli utenti quando questi si muovono online. In particolare risulta interessante l’intervento di Jonathan Cairo di Elevar che sottolinea come ci siano già alcuni elementi che sono tolti dagli URL ma che se si dovesse andare oltre un certo limite per proteggere la privacy si rischierebbe di distruggere l’esperienza stessa di navigazione online.

Cairo spiega infatti: “l’idea di rimuovere completamente tutti i parametri dagli URL sembra improbabile perché potrebbe distruggere funzioni chiave di numerosi siti web, compresi i servizi bancari e quelli di ricerca“. Sempre secondo l’esperto di Elevar anche se alcuni parametri venissero tolti ci sarebbe sempre la possibilità di utilizzare quelli che rimangono per il tracking. E non bisogna dimenticare che esistono già alcuni alternative. Una di queste alternative è minuscola.

Pixel come briciole dei cookie

Sempre nell’analisi che i colleghi di Search Engine Journal fanno della notizia dell’aggiornamento di Firefox si parla di una possibile alternativa ai biscottini contro cui a quanto pare tutto il mondo della privacy si sta rivoltando: i famosi cookie. L’alternativa sarebbero i pixel di tracciamento.

Il sistema che utilizza i pixel di tracciamento è un sistema per cui all’interno del sito web, in ciascuna pagina, viene caricato effettivamente un pixel che ha alcune caratteristiche di visibilità e posizione ben precise ma che ha la funzione di un biscottino. Il pixel viene aggiunto attraverso il codice HTML e all’interno di questo codice viene inserito un link che rimanda a un server e viene aperto e letto e che quindi registra tutta una serie di informazioni sulla visita dell’utente.

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Le informazioni, come si legge per esempio sul sito di Ryte Wiki, riguardano principalmente la tecnologia che viene utilizzata per raggiungere il sito web ma basta utilizzare diversi pixel di tracciamento per avere dati sulle attività svolte all’interno di una stessa sessione di navigazione. Un sistema che supera quello dei cookie ma che ovviamente non può essere utilizzato all’insaputa degli utenti, trattandosi comunque di sistemi di tracciamento. Se un sito web utilizza i pixel al posto dei cookie deve mettere l’utente finale in condizione di decidere quanto della propria privacy vuole che venga superata.

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