Google ha ufficialmente annunciato che il suo servizio di chatbot Bard è disponibile anche per l’Italia. È arrivato quindi il momento di vedere come se la cavano Bard e Bing IA e in che cosa sono diversi i due sistemi di intelligenza artificiale.
Era in effetti solo questione di tempo prima che Google riuscisse a trovare il modo di rispondere alle esigenze di privacy richieste dalla normativa presente nel nostro Paese e altrove. L’annuncio è stato fatto attraverso un post sul blog ufficiale della società The Keywords.
Ovviamente l’annuncio, che è disponibile anche in lingua italiana, non riguarda solo la lingua italiana. Ma è interessante come adesso improvvisamente Bard possa dialogare in oltre 40 lingue diverse comprendendo anche tutte quelle che sono parlate nell’Unione Europea. Il servizio continua ad essere sperimentale e infatti se si cerca la pagina ufficiale questo è un concetto che viene chiarito subito. Ma anche se si tratta di un servizio sperimentale le funzioni di base sono lì ed è per questo che è possibile fare un confronto con Bing IA, il servizio offerto invece da Microsoft.
Perché è utile un confronto tra Google Bard e Bing IA
L’intelligenza artificiale è destinata ad entrare sempre di più nella vita di tutti i giorni, nel lavoro e nei rapporti. Ma sotto il grande ombrello e la definizione generica di intelligenza artificiale o anche di intelligenza artificiale generativa ci sono in realtà prodotti che, come succede per ogni aspetto della tecnologia, offrono servizi simili ma non perfettamente sovrapponibili.
Questo soprattutto perché sono il frutto del lavoro di team di sviluppo che hanno priorità e approcci diversi. Differenze si notano, a livello macroscopico per esempio, nei sistemi operativi. Ed è quindi logico e naturale che anche le intelligenze artificiali generative siano diverse quando si guardano i prodotti di Google e Microsoft. Per mettere a confronto Bard e Bing basta porre alle due intelligenze artificiali la stessa domanda con le stesse parole.
Un tentativo interessante è quello raccontato da Bob Sharp di Make Use Of. Chiedendo sia a Bing sia a Bard la differenza nei livelli di CO2 di oggi rispetto all’ultima era glaciale si nota per esempio come Bard si esprima in parti per milione mentre Bing adotti un approccio in percentuale. I valori espressi sono gli stessi ma è diverso il modo in cui l’informazione viene veicolata. Diverso è anche il modo in cui viene organizzata la risposta.
Bing, infatti, si limita a rispondere a ciò che è stato chiesto fornendo una serie di rimandi alle fonti che sono state utilizzate, una sorta di enciclopedia annotata dinamica. Dall’altra parte Google Bard si lancia anche in un paragrafo in cui affronta il problema della riduzione della CO2. Un altro valore da assestare è l’accuratezza e su questo aspetto entrambi i modelli sono chiari nell’affermare che le risposte potrebbero non essere precise al 100%.
Motivo per cui sia Google sia Microsoft mettono in bella mostra modi per controllare le informazioni utilizzando il sistema di ricerca classico. Le differenze vengono in buona sostanza dal modello linguistico utilizzato. Bing infatti sfrutta GPT-4 mentre Google utilizza LamBDA e a quanto pare LamBDA, un modello discriminativo, è più versato nella creazione di testi che si riferiscono a fatti concreti mentre GPT-4 funziona meglio per aiutare nella creazione di testi organici. Questo significa che nel momento in cui decidi di utilizzare un assistente come Bard o come Bing (e perché non dovresti usarne uno per il tuo sito?) devi essere consapevole di cosa possono fare questi strumenti e utilizzarli per quello che sono.